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R Recensione

8/10

Alessandro Grazian

L'Abito

L’Abito” (2009) è il quarto lavoro in studio del cantautore padovano Alessandro Grazian, un Ep che, rispetto al disco d’esordio ("Caduto", 2005) più emotivo, palesa una scrittura più discreta, giusta continuazione del terzo lavoro “Indossai” (2008).

L’Ep è permeato da un’atmosfera crepuscolare e rarefatta, da trame sonore dense ed emozioni fragili ma persistenti. La voce tersa e sfumata conferisce una nota di costante dolcezza, capace di annullare, con un’eleganza che stordisce, le distanze fra passato e presente. "L’abito" è il brano di apertura, pezzo di disarmante bellezza, che si dispiega tra delicati fraseggi “basta un fiore a far ghirlanda o poco più” e un linguaggio sonoro a tratti evocativo.

"Incensatevi" rivela un incedere dinamico, un crescendo costante solcato da un cantato vibrato destinato ad esplodere in un apice emozionale dai tratti liberatori “Incensatevi signori miei, e suonate il gong solo per voi, ciò che sta iniziando finirà, ciò che sta morendo fiorirà, decidete voi chi è il re”. Si passa quindi all'intimo abbraccio de "L’ago" che consegue un risultato di semplice e pacata intensità. In "Solo lei" un cantato libero nelle sue declamazioni di onesta durezza “Se mai tu la vedessi dille che, ben più di voi ho amato me” si accompagna ad una trama musicale che ancora una volta contribuisce ad aggiungere teatralità alla scena. "Sulla via" è un sogno che si consuma lentamente “sulla via l'innocenza se ne va, non ha armi e non ha età” in dolci e ingannevoli spire “se c'è carezza c'è danno” e che svela gradualmente un'intimità fragile “questa mia piccola vita, è solo una ferita” che commuove per la sua rassegnata docilità “qui ho paura come te”.

Il brano conclude questo piccolo capolavoro che ha come unico difetto quello di essere troppo breve.    

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 13:57 del 14 giugno 2011 ha scritto:

Bella segnalazione, Giulia. Io credo che Grazian sia uno dei più talentuosi folksinger italiani di oggi (forse il migliore da un punto di vista puramente folk). Io però trovavo molto più discreto (ma meno bello a livello di scrittura, e arrangiato in modo più frettoloso e meno ispirato) il primo "Caduto", rispetto alla sua opera migliore "Indossai" (piccolo capolavoro)che ha un suono più corposo e a tratti barocco (ascolto, per quanti non lo conoscessero, consigliatissimo, ché contiene 4/5 brani di una intensità e bellezza notevoli (, http://www.youtube.com/watch?v=GTuU_dyzYDE&playnext=1&list=PL6F6085F499FCA147)). Non trovi? Questo EP, a mio avviso, una via di mezzo tra i due, da un punto di vista stilistico e qualitativo.

Alesa, autore, alle 19:31 del 14 giugno 2011 ha scritto:

Ciao Salvatore! Credo anch’io che Grazian sia al giorno d’oggi uno dei cantautori più talentuosi che abbiamo.

Riguardo a L’abito io intendevo discreto dal punto di vista della scrittura, a me Caduto sembra più intimo, più personale nelle tematiche e più diretto nei termini, prendi Ammenda o Ottima, è più concentrato su se stesso insomma, invece da Soffio di nero in poi ha una scrittura un po’ più ermetica e tematiche più ampie, prendi Fiaba rossa o Incensatevi, almeno a me lascia quest’impressione.

Tra Caduto e Indossai non saprei scegliere, ho letto da più parti che Indossai è ritenuto un’evoluzione del primo Caduto invece io non trovo che siano uno l’evoluzione dell’altro.

Caduto, a mio parere molto ispirato, è più spontaneo, più istintivo, forse più ingenuo, mentre Indossai ha una fragilità più studiata, è un album più ricercato, più consapevole direi.

In ogni caso è un ascolto che consiglio.

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 13:02 del 15 giugno 2011 ha scritto:

Ah ecco, allora siamo d'accordo. Io credevo parlassi dell'aspetto musicale che io trovo più "discreto" in "Caduto"... Le liriche di "Indossai" sono sicuramente meno intime e personali, più ermetiche, vicine a quelle del De Gregori degli esordi. Anche per ciò che riguarda la consapevolezza e la "ricercatezza" del secondo lavoro, mi trovi d'accordo, ed è forse questa maestria nel gestire l'ispirazione (che certamente non manca nemmeno nell'esordio, ma non è ancora messa perfettamente a fuoco, a mio avviso) a farmelo preferire. Ad ogni modo, due ottimi lavori...

PS. Complimenti per l'avatar... altro che Loren o Lollo

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 18:33 del 22 giugno 2011 ha scritto:

Si, bella segnalazione e bell'esordio, Giulia! Conosco appena il Grazian persona, quanto basta per essere sicuro che non c'è alcun calcolo nella sua musica, uno dei rari esempi di specchio fedele di un'anima artistica, senza filtri o artifizi. Sapevo che aveva preso la decisione di appendere la chitarra al chiodo, poco tempo fa, per dedicarsi completamente alla pittura (sono stupendi e anche discretamente famosi i suoi "ritratti da Grazian"), ma non so se abbia a oggi cambiato idea.

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 21:59 del 22 giugno 2011 ha scritto:

Stando a quanto ne so io - di recente ho letto una sua intervista - ha recuperato la chitarra appesa al chiodo e intende continuare con la musica

Ps. ne sono molto contento perché come ritrattista è in gamba (http://www.alessandrograzian.it/ritrattidagrazian/), come musicista, eccelso