IlSogno IlVeleno
Piccole Catastrofi
Guardo indietro pensando che brutto questo mio tempo.
Non è solo la frase desordio dellalbum, ne è anche il perfetto manifesto.
IlSogno IlVeleno, rigorosamente senza la volgare e a separare gli antitetici sostantivi, è lalter ego del cantautore Alex Secone, e Piccole catastrofi ne è lesordio discografico su lunga durata (preceduto dal mini Di stelle in un caffè). Unopera (quasi) prima, con tutti i pro del caso, collegati ad una padronanza stilistica già invidiabile. Musicalmente definibile in un mix garbatamente amalgamato di cantautorato classico, soft jazz e rock patinato dallinevitabile gusto retrò, il disco è un quadro realista offerto dal suo autore con passione e spontaneità, incorniciato dal delizioso artwork di Daniele Pampanelli.
Alex Secone non enuncia con lo spirito aulico del dotto e, vien da se, le sue canzoni non sono (solo) poesie. Il cantautore abruzzese narra con lempirica saggezza dellosservatore e attraverso le sue dieci piccole catastrofi dirige ed inscena quelli che sono piuttosto dieci cortometraggi dautore, tracciando un nostalgico ma spensierato parallelo tra epoche, parlando di amori tormentati, inquietudini e di città scomparse, narrando con disinvoltura quando in prima e quando in terza persona, dimostrandosi a suo agio sia come protagonista, o ipotetico tale, sia come voce fuori campo. Si parla di cinema, non a caso, dato lamor di citazione e la dedica a quel Pierpaolo Pasolini indimenticato regista e poeta, chiudendo il cerchio su quello che è infatti un lavoro a 360°, multidimensionale.
Un ensemble di qualità, con non pochi coup de theàtre.Bistrot, incantevole jazz-swing fondata su unelegante combo voce e pianoforte in contrasto con lappena accennato sottofondo di chitarra distorta, e il suo inquieto narrar di un amore tormentato (e così in mezzo ai tuoi perché, io qui tra lalba ed un caffè, accendo il mio tabacco e intanto penso a te). Storia di un quasi amore, sofisticata messinscena noir di una disputa tra amanti in un triangolo passionale dal tragico epilogo, recitata, più che cantata, con ardente teatralità alla Fred Buscaglione (e lotta fu come in arena, due infranti cuor perduto amor, lei li guardò con grande pena, non meritava quellorror). Viola, malinconico ritratto pop di una figura femminile tormentata (e dentro quei pensieri, dietro a quel velo grigio che ogni tanto ti prendeva, è difficile scordare quello che tu nascondevi con lamore). Una donna dalla quale tutti, una volta nella vita, sono stati ammaliati ed è facile, abbandonandosi allascolto, innamorarsene di nuovo. Tra le altre catastrofi, lintensa e profonda introspettiva pianoforte e voce Le cose importanti, cantata con distaccata passione alla Piero Ciampi, e Signora in foulard nero, altro ritratto di figura femminile carismatica, suonata con verve rock a-là Baustelle. Il cinema al centro dellidea di IlSogno IlVeleno si traduce nel citazionismo della splendida Nouvelle Vague, scanzonato revival del cinema francese ai tempi di Truffaut, ne Il tram, crudo affresco di un crimine nellindifferenza della gente (perché cè più pericolo in mezzo agli uomini, nei posti dove siamo meno soli), ballata ritmata ispirata a Dario Argento, in Paese Sera, nostalgico scorcio di una Roma in piena Dolce Vita Felliniana, arrangiata splendidamente alla maniera di Bennato, e nell intensa pianoforte-voce-archi Comizi damore, degno sipario ed inevitabile omaggio allispiratore del disco. Pasolini appunto.
Piccole Catastrofi è unopera ambiziosamente semplice, ben scritta e magistralmente arrangiata, offerta con il garbo dellartista sincero dalla riconoscibile personalità, che guarda con nostalgia al passato, senza pur cedere a facile retorica. Un esordio di gran classe, con la certezza che di catastrofi delle quali scrivere, ce ne saran sempre in quantità.
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