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R Recensione

10/10

Lou Reed

Berlin

Narra la leggenda che una volta Lou Reed, durante un concerto, fece il celebre attacco di “Sweet Jane” per poi interromperlo bruscamente, declamando col suo vocione. “Questo è per farvi vedere che si può costruire una carriera su tre accordi”.

Eh si , il caro vecchio Lou ha scritto tante canzoni grandissime benché semplici ma l’immagine monolitica che spesso si associa al suo nome è smentita dalla sua carriera.

Senza dover per forza riesumare la leggenda dei Velvet Underground, il riccioluto New York City Man ha spaziato tra i più disparati generi, dal rumorismo sperimentale di “Metal Machine Music” alla rapsodia urbana di “Street Hassle”, fino al tetro tributo a Edgar Allan Poe dell’enigmatico“The Raven”. Ma anche nei suoi lavori più famosi, da “Transformer” e “New York”, aldilà degli scarti stilistici, ciò che ha sempre fatto la differenza è stato il senso poetico di Lou, come per Young, Dylan e pochi altri capaci sempre di raggiungere altezze siderali.

Berlin” è sintomatico in tal senso, ma amplia anche a ventaglio lo stile del suo autore: è l’opera più ambiziosa e più struggente nel catalogo dell’autore di “Walk on the wild side”. Un concept album imperniato sulla storia di una ragazza morta suicida, dopo che le sono stati tolti i figli per condotta immorale. La narrazione è scarna, lenta e funerea. L’ambientazione mitteleuropea mischia abilmente echi di cabaret weimeriano, e il Bertolt Brecht più intenso, socialmente consapevole e commovente – quello di “Dell’ Infanticidio di Maria Farrar” .

Il personaggio di Caroline, in cui non è azzardato ritrovare un riflesso delle tante donne che stavano attorno a Reed all’epoca ( dall’ex moglie Bette a Nico), percorre la propria via crucis in dieci episodi, muovendosi sia nei classici mondi loureediani ( la decadenza, lo squallore umano), sia nel lascito più puro dell’opera brechtiana ( la fragilità di tutti noi, l’avere bisogno degli altri).

La musica che sorregge il tutto è semplicemente grandiosa, di gran lunga il meglio mai prodotto dal Reed solista, ben lontano tanto per dirne una dalla magniloquenza fine a sé stessa di una “Perfect day”. Orchestrazioni sontuose ( “How do you think it feels”), blues mitteleuropei (“Berlin”), frammenti prog (“Lady Day”), derive jazz (“Oh Jim”) , r’n’b in moviola(“Men of good fortune” ), strazianti ballate (“The Bed” e “The kids”), fino al delirio espressionista alla Kurt Weill di “Sad Song”: il tutto giostrato dalla strepitosa produzione di Bob Ezrin. IL capolavoro di Lou Reed.

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Voto degli utenti: 8,7/10 in media su 44 voti.

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PierPaolo (ha votato 9 questo disco) alle 10:40 del 4 giugno 2007 ha scritto:

Deprimentemente bellissimo

Non certo musica per tutte le occasioni questa, ma grande opera. Al solito scrivi le cose più giuste. Peccato che per la gran parte dei suoi dischi Lou si sia accontentato di produzioni e di musicisti assai mediocri. Una delle voci baritonali più belle del rock, seppure discretamente stonata. I miei soliti complimenti Junio

Nadine Otto (ha votato 10 questo disco) alle 19:15 del 4 giugno 2007 ha scritto:

Ogni parola al posto giusto. Complimenti anche della sottoscritta per una recensione presocché perfetta!

Moon (ha votato 9 questo disco) alle 14:38 del 6 giugno 2007 ha scritto:

quando ascolto sweet jane mi vengono i brividi.....

Moon (ha votato 9 questo disco) alle 23:24 del 6 luglio 2007 ha scritto:

ooops

tornando qui vedo di aver sbagliato canzone. volevo dire lady day naturalmente.....e ho anche sbagliato voto !

thin man (ha votato 10 questo disco) alle 18:39 del 22 luglio 2007 ha scritto:

Come vorrei ritornare al primo giorno in cui l'ho ascoltato...

Opera dal valore immenso, di gran lunga il capolavoro del Reed solista. Da ricordare per sempre. Ottima rece

AndyHood (ha votato 10 questo disco) alle 14:36 del 18 settembre 2007 ha scritto:

ottimo

junio sei davvero bravo.

Io Berlin non l'ho mai capito davvero bene (Pur apprezandolo tantissimo)...fino al concerto di Arezzo, cui ho assistito in prima fila a pochi metri da lou reed...lì ho compreso la portata è la grandissima qualità dell'opera.

Velvet 77 (ha votato 10 questo disco) alle 18:52 del 21 febbraio 2009 ha scritto:

Berlin è un film sonoro... un capolavoro assoluto!

Imprescindibile come e più di tutti i dischi di Lou da una conoscenza approfondita dei testi.

Peccato che la casa discografica abbia tagliato i collegamenti strumentali tra un brano e l'altro! mandandoli irrmediabilmente persi

Velvet 77 (ha votato 10 questo disco) alle 18:54 del 21 febbraio 2009 ha scritto:

Discreta recensione... ma non si può parlare di Berlin senza un'analisi specifica e approfondita dei testi anche se so che ci vorrebbero dieci pagine... niente di personale comunque

dario1983 alle 7:28 del 4 marzo 2009 ha scritto:

stupendo concept di reed. forse l'ultimo lavoro degno di nota dell'artista di NY. apparte street hassle e qualcos'altro il genio si spense

lev (ha votato 9 questo disco) alle 12:58 del primo aprile 2010 ha scritto:

un gradino sotto transformer.

PandaCiccione (ha votato 7 questo disco) alle 0:21 del 20 settembre 2011 ha scritto:

Un buon disco, con dei vertici immensi (Lady Day, The Bed, Sad Song). E' generalmente considerato il capolavoro di Lou Reed solista, ma (parere personalissimo) l'album capolavoro di Lou Reed solista non c'è. Ha incastonato dei pezzi geniali su trent'anni di dischi (da Transformer e Berlin fino ad Ecstasy), si è reinventato mille volte, fregandosene delle mode (arrivando al punk e al noise con dieci anni di anticipo sul resto del mondo) e facendo sempre grande musica. Per questo motivo Lou Reed è un artista da 10. Ma i suoi dischi non sono da 10. Chiedo scusa per la blasfemia.

dalvans (ha votato 6 questo disco) alle 15:36 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Tedioso

Invecchiato male

benoitbrisefer alle 13:08 del 3 aprile 2014 ha scritto:

Rivedendo questa "storica recensione" mi colpisce la mancanza di un accenno particolare a Caroline says II unodei brani più struggenti e poetici mai usciti dalla penna di Lou Reed e, guarda caso, una delle sue canzoni più coverizzate (fra le altre trovo stupende le versioni di Marc and the Mambas e degli Whipping Boy)

DonJunio, autore, alle 21:27 del 3 aprile 2014 ha scritto:

Hai ragione, una citazione per "Caroline Says II" andava fatta. Questa recensione è "storica" nel senso che fu tra le prime ad essere inserite ai tempi in cui il portale stava nascendo, bisognerà operare una revisione. Grazie per la segnalazione!

nebraska82 (ha votato 9,5 questo disco) alle 0:17 del 4 aprile 2014 ha scritto:

un'altra cover molto bella è quella di "the bed" fatta da greg dulli e manuel agnelli.....

nebraska82 (ha votato 9,5 questo disco) alle 14:21 del 3 aprile 2014 ha scritto:

anche "Lady day" bellissima, uno dei 3-4 capolavori di Lou.

nebraska82 (ha votato 9,5 questo disco) alle 14:23 del 3 aprile 2014 ha scritto:

tra i 3-4 capolavori il disco nel suo complesso ovviamente

benoitbrisefer alle 14:32 del 4 aprile 2014 ha scritto:

Ringrazio della segnalazione nebraska (ammetto che non conoscevo la cover!) e confermo che quando parlavo di "storica" mi riferivo proprio alla sua distanza temporale, quando il sito era agli esordi e tutto aveva un sapore pionieristico.... E comunque anche Berlin è storico, un album monumentale fra le opere più significative degli anni '70!!

vito.abbate@hotmail.it alle 19:44 del 24 gennaio 2019 ha scritto:

Disco cupo ,funereo,che sa di musical andato a male,ma anche un album straordinariamente complesso e sperimentale. All'interno c'è spazio sia per l'avanguardia ligetiana che per il cabaret espressionista di berg schonberg e weill. Un capolavoro che nulla ha a che vedere con l'orecchiabilita ' ma anche la prevedibilità facilona e superficiale del sopravvalutato transformer. L'unico altro lavoro nella discografia di reed che può reggere il confronto è il meraviglioso e agghiacciante Lulu realizzato in tandem coi metallica.il voto non può che essere:10

Vito (ha votato 10 questo disco) alle 19:13 del 24 dicembre 2019 ha scritto:

Disco spietato,agghiacciante, inquietante,tra i massimi capolavori del teatro espressionista del 900.il punto più alto raggiunto da lou lou;solo lui e i suicide di frankie teardrop sono riusciti a trattare un tema come il suicidio con simile maestria senza cadere nell'autocompiacimento. Voto 10

Utente non più registrat (ha votato 7 questo disco) alle 18:15 del 22 marzo 2021 ha scritto:

Sentir dire che Perfect Day ha una magniloquenza fine a sé stessa mi fa sputare sangue.

Riguardo a Berlin, che dire, un signor concept di un signor cantautore