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R Recensione

7/10

Giovanni Block

Un posto ideale

 

Da qualche anno in Italia sembra di assistere ad una vera e propria rinascita della canzone d’autore. Capita sempre più spesso infatti di imbattersi in autori giovani, all’esordio discografico con proposte davvero convincenti, come nel caso di Giovanni Block. In realtà per il cantautore partenopeo (classe 1984) si tratta di un esordio lungamente atteso e ponderato. Con studi classici alle spalle come flautista (a tredici è anni già musicista d’orchestra), e alcuni riconoscimenti importanti come cantautore (Premio Tenco SIAE nel 2007 come migliore autore emergente e premio Musicultura nel 2009), oggi Block arriva all’esordio con un bagaglio di esperienza tale per cui già ad un primo ascolto si percepiscono la maturità dell’autore e le qualità dei brani proposti.  

In Un posto ideale, arrangiato e prodotto insieme a Josh Sanfelici (Mau Mau, Fratelli di Soledad e Lou Dalfin tra le sue tante collaborazioni) Giovanni Block, coadiuvato da ospiti di lusso (Sergio Cammariere e Fabrizio Bosso su tutti) ci mostra i due lati della sua vena compositiva, uno più ironico e sarcastico, l’altro più lirico e poetico.

Ad un primo ascolto, la carta vincente di Giovanni Block sembra essere proprio nella carica ironica, con brani che coinvolgono e convincono, strappando un sorriso amaro. Così è per  La moda del ritorno, brano dall’andatura swing (qualcosa a che fare con il primo Sergio Caputo?) in cui spicca la tromba del grande Fabrizio Bosso, o in La nuova felicità, dove si gioca ancora col jazz, cantato quasi come uno scioglilingua, un ritornello a presa rapida e un coretto anni ’50 in un tourbillon di suoni che sprizza allegria, per un testo in realtà cattivissimo ("tutti converrete che se mi collego in rete, trovo gente senza mete che si forgia identità indiscrete, le cyber fognature, le chiavi e le fessure, di donne uomini file avi porno fregature, la neo realtà virtuale, dove ogni uomo è uguale").

L’ironia feroce colpisce la nostra povera Italia in Il paese del vinello. Un paese dove le prostitute si accompagnano al re, il reality decide chi sarà famoso per un’estate, ed i giornali sono solo un veicolo per la pubblicità, un paese condannato a stare dentro una monovolume, ad aspettare che si faccia verde. Un testo che potrebbe far pensare a Rino Gaetano per il ritmo sincopato e per come gioca con le rime e le parole, e in cui non scappa nessuno (da Muccino ad Allevi, passando per Costanzo). Ottima anche la descrizione della vita di paese in Song for Pagnotta (Procida, troppi campanili e preti, troppi sindaci e divieti, solo un cinema già chiuso, quindi trovi tutti al bar).

 

A questa vena ironica, a questo uso intelligente delle parole, si accompagna una musica di pari qualità, come in Lo sguardo, un’aperura del cd di impatto, con la voce che quasi anticipa la musica. Brano veloce dalla melodia coinvolgente ed un gran testo sulla vita quotidiana negli anni zero (amore mio tu come me sei nata in una città, schiava dell’ultimo modello di ferocia sociale). Potrebbe essere un singolo di successo senza fatica, anche sulle radio più generaliste. Discorso simile per La mentalità, ancora un brano dal grande ritmo swing, un ottimo arrangiamento, ed un gran bel solo di Bosso. Un brano che con una musica allegra parla in realtà di cose molto serie.

Non sfigurano però al confronto, i brani più intimi e d’atmosfera, le ballate costruite sul pianoforte e gli archi, come La neve che accadrà, una canzone d’amore in cui Block dà prova delle sue grandi qualità di interprete, impreziosita da Sergio Cammariere al piano Rhodes, o i brani in cui emerge il lato più lirico e poetico dell’autore napoletano, come Verrà un giorno, dall’atmosfera sognante, e L’aquilone, premiato come miglior testo a Musicultura nel 2009.

Chiude il disco Notte da cantautore, un ritratto emozionante della vita del cantautore, e forse anche l’orgoglio di appartenere ad una “categoria” di gente che va a letto tardi e che non cerca solo il successo.

Un disco convincente, che colpisce per la capacità dell’autore di descrivere la vita quotidiana in maniera precisa e senza retorica, e che stupisce per la varietà di stili musicali e per la maturità compositiva dell’autore.

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Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 3 voti.
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Teo 7/10
REBBY 6/10

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