Il Magnetofono
Il Magnetofono
Limmutabile ostinazione del mio lettore mi ha costretto ad ascoltare il Magnetofono al contrario, partendo dallultima canzone per arrivare alla prima . Ecosì che mi sono immediatamente imbattuto in una sorprendente versione di It's a Man's Man's Man's World , reintitolata Mondo di uomini in cui una voce forte, spiegata e per niente intimorita dal confronto con James Brown , reinventa il tema , su cui il pianoforte e la tromba di Gianluca Carollo costruiscono una splendida coda strumentale . Tutto il contrario di certo minimalismo che talvolta emerge nelle produzioni dautore della scena italiana: qui si canta e si suona in grande. Il percorso (forzatamente) a ritroso nellopera prima del trio vicentino formato dal cantante Alan Bedin, da Marco Penzo al contrabbasso ed Emmanuele Gardin al pianoforte, ha proposto però molte altre sorprese, in linea con lo spirito del progetto, che si propone come un omaggio alla musica e alla vocalità realizzato privilegiando la presa diretta, al fine di rappresentare nel modo più naturale il ventaglio di sensazioni evocate dalle composizioni. Anche a costo di inserirenella registrazione rumori dambiente, come quelli di un bar o di una fabbrica, che sono entrati a far parte del mondo artistico del trio.
Se si cerca un paragone di riferimento, a me hanno ricordato i La Crus, anche per certe pieghe della vocalità di Bedin che richiamano il cantato di Mauro Ermanno Giovanardi, ma nel Magnetofono non cè elettronica, solo strumenti acustici, ed una vena più teatrale, che trova espressione nella coppia di composizioni dedicate al Mago (a voi scegliere chi rappresenta), ovvero La merenda del Mago e La dichiarazione del Mago declamata da Freak Antoni , nella irosa invettiva /reading Non ho finito incendiata da Pierpaolo Capovilla, o nel divertente vaudeville di Tip Tap , con il theremin di Vincenzo Vasi. Cè inoltre la vena pungente ed immaginifica dei testi che spesso mischiano dimensione individuale ed attualità come ne La ballata di Nostro Signore dove il monito alla rivoluzione contro lindifferenza dominante arriva direttamente dallalto dei cieli.
In altri episodi prevale una dimensione di canzone dautore vicina ad atmosfere jazz , con alcune intuizioni melodiche davvero notevoli, e questo è il lato del Magnetofono che mi pare più convincente : la iniziale Baby doll storia di uno straziante abbandono, Giovane Mariù che dà trama a sogni inconfessabili di molti cittadini, o la splendida Finezze, altro esempio di coraggiosa vocalità .
Il cd è solo una parte del progetto, che dal vivo si arrichisce del contributo grafico dellillustratore Osvaldo Casanova autore di dieci tavole disegnate a mano, una per brano, le quali verranno esposte o usate come scenografia in ogni esibizione del gruppo.
Il trio ha già allattivo oltre 170 esibizioni live e stava covando questopera da oltre due anni.
Ben spesi, viene da dire , se il risultato è uno dei più personali e convincenti esordi del panorama musicale italiano contemporaneo.
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