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R Recensione

7/10

AA. VV.

Cosa Resta Di Piero Ciampi

Il Premio Ciampi compie diciotto anni, e per l’occasione gli organizzatori hanno deciso di farsi (e di farci) un regalo: una raccolta di canzoni del grande cantautore, rifatte da artisti di oggi, di generi differenti. Diciotto brani, uno per anno, quasi equamente divisi tra interpreti maschili e femminili, con una leggere prevalenza di queste ultime, e Piero avrebbe certamente apprezzato questa prevalenza dell’altra metà del cielo che tanta parte ha avuto nella sua poetica come nella sua vita.

Il disco è stato presentato nella serata di apertura dell’edizione 2012, e vede raccolte al suo interno alcune delle più interessanti cover registrate dal vivo nelle passate edizioni del Premio. Quindi tutto materiale inedito, e spesso realizzato dagli artisti appositamente per l’occasione.

Convincono maggiormente gli artisti che osano rivedere e reinterpretare i brani, scegliendo quindi non l’omaggio calligrafico della cover, ma in qualche modo di renderli propri. Tra questi primeggia senza dubbio John De Leo con Andare camminare lavorare, uno dei brani più conosciuti di Ciampi. Eclettico come sempre De Leo riesce ad entrare nella parte, e soprattutto nello spirito di Piero Ciampi, facendo suo il brano con un’interpretazione molto personale, senza però stravolgerlo. Geniale e dotatissimo, uno dei tesori della musica italiana, e vero gioiello di questo cd.  Non è da meno però la versione di Te lo faccio vedere io chi sono ad opera dei Working Vibes, una delle migliori realtà del reggae italiano, che offre una versione rispettosa dell’originale, trasportando il parlato di Ciampi in un talking reggae convincente.

Vincono il premio simpatia i Sinfonico Honolulu, tra i più originali nella riproposizione musicale, con la loro orchestra di soli ukulele, che ci presentano un versione molto piacevole, quasi solare, di Livorno. In campo più rock si fanno notare gli Underfloor con Bambino mio, una bella versione con cui portano Piero Ciampi a spasso sotto braccio agli Afterhours, e  Antonio Righetti con una Il natale è il 24 completamente stravolta nell’arrangiamento.

Molto coraggiosi anche i tentativi di avvicinarsi ai brani del poeta livornese con la sola voce e scarna strumentazione, giocando tutto sull’interpretazione. Qui spiccano la versione eclettica e geniale di Ha tutte le carte in regola, resa da Debora Petrina, con la voce nuda sulle corde pizzicate del piano, che si apre poi a sonorità classicheggianti; L'amore è tutto qui, uno dei capolavori del repertorio di Ciampi, cantata dalla splendida voce blues del Gina Trio accompagnata dalla sola chitarra; lo slow con tinte jazz della gran voce di Sara Loreni in Quando ti ho vista; la sempre brava Cristina Donà, solo voce, chitarra e kazoo per Il merlo; Sara dei vetri in Come faceva freddo, un altro grande classico di Ciampi qui in una versione vagamente jazzata, per la bellissima voce di Sara Bianchi, una delle scoperte del Premio Ciampi.

Da non dimenticare tre delle più belle voci femminili italiane. Ginevra Di Marco, qui con due brani: Andare camminare lavorare presentata con il progetto Stazioni Lunari (che vede ospiti nell’occasione Cristina Donà, Paola Turci e Dario Brunori) con il suo ritmo incalzante e la visione lucida del futuro (tratto distintivo dei poeti) in cui stava precipitando l’Italia degli anni 70, e Qualcuno tornerà (voce e piano per la prima strofa, poi entrano chitarra e batteria) in una versione intensa con cui Ginevra Di Marco si dimostra una delle migliori interpreti oggi in Italia. Paola Turci, con una versione lenta e  sentita di Tu con la testa, io con il cuore. E infine, Nada con il porto di Livorno: la chiusura non poteva che essere affidata a lei, la prima grande interprete delle poesie / canzoni di Ciampi, con il quale lavorò ad un intero disco, e che ancora una volta dimostra di essere una delle più belle voci femminili della canzone italiana.

Aspettiamo di poter ascoltare presto un volume 2, magari con la splendida interpretazione del brano inedito di Ciampi eseguita quest’anno da Morgan appositamente per il Premio Ciampi.

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