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7/10

AA. VV.

Piero Litaliano Cinquant’anni dopo

Ho scritto queste dodici canzoni per una donna che ho amato e che ho perduto. Questi dodici ricordi sono la Bastiglia del mio cuore. Per la mia donna ho fato cose ben più grandi di queste canzoni, ma quelle cose sono ormai perdute. Ora restano soltanto dodici canzoni. Così scriveva Piero Ciampi sulla copertina del suo disco d’esordio, Piero Litaliano (1963), disco che, come altri della sua discografia, risulta tutt’ora di difficile reperibilità, essendo stato ristampato poco e male nel corso degli anni. Nell’attesa che qualcuno nel mondo della discografia italiana si svegli, gli organizzatori del Premio Ciampi hanno deciso di fare da soli, e di rendere omaggio al primo album del grande poeta livornese, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione, facendolo ricantare dal vivo dagli ospiti dell’edizione 2013 del Premio, con lo scopo di pubblicarne le registrazioni in un disco. Piero Litaliano Cinquant’anni dopo è il titolo del disco in questione, e vede la riproposizione delle dodici canzoni originariamente presenti su Piero Litaliano, nella stessa sequenza della versione originale, più una bonus track.

Gli artisti convocati per questo omaggio hanno già dimostrato negli anni la loro vicinanza con il Premio e con l’arte di Piero Ciampi. Troviamo quindi, in apertura, la fantastica orchestra di ukulele dei Sinfonico Honolulu, già ospiti del Premio Ciampi nel 2011, con una versione quasi swing di Fra cent'anni, e ritroviamo anche la grande voce di Ginevra Di Marco, una delle migliori interpreti italiane, che rifà con intensità e partecipazione Qualcuno tornerà, una poesia d’amore inarrivabile. Non poteva mancare un grande livornese, Bobo Rondelli, qui presente con due brani: un’ottima versione di Non so più niente, in cui la voce profonda e vissuta del cantautore è accompagnata solo da pianoforte e fisarmonica, e Lungo treno del sud, cantata con voce quasi da crooner, una versione molto anni ’50, accompagnato solo dal pianoforte, e con un finto assolo di tromba fatto con la voce. Rondelli si dimostra ancora una volta essere un artista davvero grande, che meriterebbe molto di più di quanto fino ad ora ottenuto. I pisani Gatti Mezzi sono artefici di un altro dei momenti migliori del disco, con una grande versione jazz di Confesso, una delle più riuscite dell’intero album. La ritmica scatenata e il piano e la chitarra che si rincorrono, creano un arrangiamento perfetto per un testo splendido. Non sono da meno i napoletani Letti Sfatti, che già omaggiarono il poeta livornese nel 2011 con il disco E se il mondo somigliasse a Piero Ciampi, presentato proprio all’edizione di quell’anno del Premio. Qui si presentano con due brani: Non chiedermi più in una versione rock, molto riuscita, con cui vestono di suoni nuovi il classico di Ciampi, senza però snaturarne l’anima, e Hai lasciato a casa il tuo sorriso, trasformata in una rock ballad. Ma il colpo vincente lo sferra un trio d’eccezione, forse all’apparenza improbabile, e però dal risultato sorprendente: Johnson Righeira (dei Righeira), Gian Luigi Carlone (della Banda Osiris) e il jazzista Giorgio Li Calzi. Reduci dello splendido disco Italiani, offrono una versione elettronica e geniale di Autunno a Milano, in cui la voce filtrata e la magica tromba di Li Calzi colpiscono per intensità e bravura.  

C’è posto nel disco anche per i giovani artisti scoperti dagli organizzatori del Premio: la bella voce di Sara Loreni con una versione slow jazz di Il tuo ricordo slow jazz, il duo Voc&piano con una versione, ovviamente solo voce e piano, molto bella e intensa, di Fino all'ultimo minuto, Michela Lombardi con una versione jazzata voce e piano di La polvere si alza, e la giovane pianista Giulia Mazzoni, nuova promessa dal talento luccicante, che sa passare con estrema facilità e leggerezza dalla classica al rock, per una versione strumentale al piano di Quando il giorno tornerà. Chiude il disco Luigi Mariano con la bonus track Più di così no, una versione molto bella per voce, chitarra e fisarmonica, un brano inedito di Piero Ciampi registrato da Teresa De Sio nel 1991 per il suo album Ombre Rosse.

Piero Litaliano Cinquant’anni dopo non è solo un atto d’amore verso Piero Ciampi, ma anche un atto d’accusa verso la discografia italiana. Cosa si aspetta a ripubblicare in edizione rimasterizzata e critica, l’opera di quello che è stato senza ombra di dubbio il più grande cantautore italiano?

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