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R Recensione

7/10

Cisco

Matrimoni e funerali

Dopo aver girato l’Italia per oltre un anno, prima con il tour Indietro popolo! e poi per presentare la sua autobiografia Oh belli ciao, Cisco è già ripartito, con in tasca le undici nuove canzoni che compongono il quarto album di inediti della sua carriera da solista, Matrimoni e funerali. Un disco che nasce quasi con l’idea di un concept album, il cui tema centrale è la storia dell’Uomo, dalla nascita alla morte, passando per i vari accadimenti della vita. Il tema in realtà viene utilizzato per raccontare non tanto l’Uomo in senso filosofico, ma l’uomo medio della nostra società occidentale. Una società che ha perso i punti di riferimento culturali e ideali, e in cui l’uomo è preda dell’omologazione e dei nuovi guru mediatici.

Come agnelli in mezzo ai lupi è l’apertura di questo viaggio, un brano dal ritmo mid tempo e dai suoni elettronici, in cui si racconta la storia dell’uomo partendo dai primi passi, quando si viene al mondo e ci si scopre essere appunto agnelli in mezzo ai lupi sulla terra, e a dover imparare a navigare in un mare sconosciuto. Una navigazione a vista, senza più riferimenti, in un mare di Sangue sudore e merda. Qui il ritmo aumenta, entrano in gioco le sonorità care a Cisco dai tempi dei Modena City Ramblers, con i fiati che richiamano suoni da orchestra balcanica, e l’autore che rivendica il suo rifiuto dei nuovi leader (non ho bisogno di politici comici né di comici politici), contro una società che invece è sempre pronta a seguire i nuovi guru.

Un paese sempre alla ricerca del pifferaio magico, descritto in Chiagne e fotte, una ballad sull’italiano medio, che ben rappresenta la maggioranza dei nostri concittadini, sempre pronti a lamentarsi ma sempre altrettanto pronti a fottere e rubare, il vero sport nazionale di un popolo stretto tra la speranza di un futuro che non arriva ed un passato che non può tornare. E’ la fotografia perfetta della miseria morale dell’italiano medio, che in poco più di cinquant’anni è passato dall’essere un popolo di emigranti sui barconi ad un popolo che spara su quegli stessi barconi. Infondo basta poco per ritrovarsi dall’altra parte, come spiega con un azzeccato paragone Il girarrosto, brano tra folk e swing con ospite il Coro delle Mondine di Novi. Ritrovarsi nella parte ricca del mondo, liberi di consumare ma in realtà schiavi degli oggetti che compriamo e delle tessere del Supermarket, brano rock dai suoni più duri e spigolosi con ospite Pierpaolo Capovilla, che descrive  un popolo di omologati, che compra per vivere e vive per comprare. Un Uomo indottrinato, programmato, la cui unica illusione di libertà e scegliere o meno un “mi piace” su facebook, che non ha più valori forti in cui credere, descritto con l’aiuto delle rime del Piotta in Il tuo altare.

In Marasma si torna a interrogarsi sul senso di disorientamento dell’uomo senza più punti di riferimento, alla deriva verso l’imbarbarimento. Qui ritroviamo i suoni classici di Cisco, una patchanka che mischia folk, rock e canzone d’autore, così   come nella title track, Matrimoni e funerali, ballad che si colora di accelerazioni ska, con la preziosa Angela Baraldi ospite alla voce. Il ciclo della vita si sta per compiere (nasci cresci primi baci, riproduci ti imbianchi, poi diventi cibo per i vermi), e la chiusura del disco arriva con Cenere alla cenere, un lento, scritto volutamente “alla CSI”, e non è un caso quindi trovare qui la chitarra di Massimo Zamboni.

Un disco intenso, pieno di spunti di riflessione e musicalmente coinvolgente, realizzato con la collaborazione di due storici amici di Stefano Cisco Bellotti: Giovanni Rubbiani, coautore di tutti i brani, e Kaba Arcangelo Cavazzuti, che ha curato anche la produzione artistica.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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Giuseppe Ienopoli (ha votato 6 questo disco) alle 22:06 del 16 maggio 2015 ha scritto:

Cisco c'è e non poteva essere altrimenti, anche i temi dell' homo mediaticus finiscono per destare l'interesse dell'ascoltatore compiacente ... ma il disco si trascina stancamente per la mancanza di "carburante musicale" e gli arrangiamenti sembrano più che altro ... arrangiati ... o no?