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R Recensione

7/10

Fabrizio Consoli

10

Impegno doppiamente coraggioso quello di Fabrizio Consoli con il suo nuovo album. Coraggioso nel proporre un concept album, un disco che richiede un ascolto attento e completo, in un epoca in cui le canzoni si consumano come noccioline, e coraggioso per il tema scelto, quello dei dieci comandamenti. Un tema che in pochi hanno toccato nella storia della canzone d’autore italiana, e quei pochi sono autori talmente grandi (Fabrizio de Andrè in "Il testamento di Tito" dal disco "La buona novella") che il paragone non può non incutere un discreto timore. L’intento di Consoli con questo disco è di raccontare i dieci comandamenti aggiornandoli, a volte completandoli, individuando in essi l’unica forza che può fermare il declino del mondo occidentale e della sua civiltà.

Apre il disco il brano "Credo", un Credo laico, di un uomo che, pur dichiarandosi agnostico, in fondo lascia aperte le porte alla fede. Un brano jazzato, con degli ottimi fiati, che nel finale ci portano in un’atmosfera a cavallo tra banda di paese e mariachi, fiati che ritroviamo nello strumentale "Processione", e che colorano di sapori ispanici e sudamericani "La fidanzata", uno dei brani più riusciti del disco. Un brano veloce, quasi travolgente, in cui la fidanzata in coma (citazione dal film omonimo che a sua volta citava "Girlfriend in a coma" dei The Smiths) rappresenta un’allegoria del nostro paese, “un Paese che, annichilito da divisioni, corruzione e inciviltà, sembra incapace di indignarsi veramente”. Un paese descritto come una bella addormentata, che aspetta una nuova onda per risvegliarsi dal lungo sonno. Ancora suoni latino americani, e non poteva essere altrimenti, in "Cuba Libre", in cui si cita El Comandante, Santa Clara, la Sierra e l’Isola liberata dalla Revolucion.

I ritmi del tango risuonano in "L’ultima cena", dove si parla di amore e desiderio (Sfamami, della tua fame, sfamami, Come se fosse un ultima cena per noi, Proteggimi da tutto ciò che desidero), e in "Maria", con piano, fisarmonica e chitarra acustica in evidenza, uno dei testi più belli del disco. Altrettanto bello e intenso il testo di "Partir", un brano lento, in cui prevalgono il piano e i sempre ottimi i fiati, con uno splendido finale in crescendo (Partir, senza aver niente da dire, Senza aver niente da fare, Niente da perdere, Partir senza valigia e biglietto, Partir, sentirsi liberi di credersi liberi). Ancora pianoforte e fisarmonica in primo piano, e ancora un tango, in "La cultura", un brano tanto delicato nei suoni quanto crudo nel testo, nel suo dipingere lo stato di degrado in cui versa la cultura nel nostro paese, per il modo in cui viene trattata (La cultura è una parola ambigua, E fra tutte le parole ambigue, È quella che più nutre sanguisughe). Molto intenso e riuscito anche il lento "Sirena", un brano che colpisce nel profondo e in cui l’autore esprime al meglio la sua vena poetica.

Un lento e splendido jazz fa da sfondo a "L'innocenza di Giuda", in cui spicca il solo di tromba, ma ancora una volta è tutta la band che si dimostra all’altezza. Musicisti duttili e preparati, che passano tra i generi musicali con estrema facilità, come nelle due parti de "Il maestro", che troviamo a metà disco in versione quasi country con un’armonica graffiante, e verso la fine in una bella versione jazzata. Il disco si chiude con una versione reprise di "Credo", una versione lenta, solo voce, poche note di piano e una batteria, quasi scarnificata, in cui l’ingresso nel finale dei violini porta un tocco di serenità e fiducia nel futuro. Un disco davvero coraggioso, dove i dieci comandamenti non sono quasi mai citati espressamente, ma si lasciano intuire tra le righe, e suonato benissimo, da una band di ottimi musicisti, con testi senza sbavature o cadute di tono.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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ragazzaverdedeifiordi (ha votato 10 questo disco) alle 16:48 del 9 maggio 2016 ha scritto:

“10” è un toccante concept sui Dieci Comandamenti, una rilettura contemporanea e laica. Una specie di "world music”, ovvero un mix di tango, jazz, musiche del Sudamerica e dell’Est europeo che arriva a parlare all'anima con la sua poesia commovente. Testi stravolgenti e musica contagiosa si sposano per dare vita a canzoni trascinanti e travolgenti.

Da ascoltare ripetutamente e da innamorarsene per sempre.

OlioCuoreNero alle 11:52 del 10 maggio 2016 ha scritto:

"La Fidanzata"?

ragazzaverdedeifiordi (ha votato 10 questo disco) alle 16:36 del 10 maggio 2016 ha scritto:

Citando la spiegazione fornita sotto il video: << Direttamente ispirato dal film “Girlfriend in a coma” di Annalisa Piras e Bill Emmott (una profonda riflessione sulla percezione che dall'estero si ha dell'Italia, che a sua volta prendeva in prestito il titolo di una canzone degli Smiths), LA FIDANZATA è il primo singolo tratto da “10”, il nuovo concept album di Fabrizio Consoli: “Ho passato gli ultimi anni a fare su e giù per l'Europa e, fin dalle prime immagini, il film è stato la conferma, a tratti dolorosa, di quel che ho potuto toccare con mano. Da una parte, l'enorme affetto che, in quanto Italiani, ci viene tributato ovunque,

e al contempo il rassegnato stupore per un Paese che, annichilito da divisioni, corruzione e inciviltà, sembra incapace di indignarsi veramente”. >>

OlioCuoreNero alle 10:06 del 12 maggio 2016 ha scritto:

Ah... Ehm... Beh, grazie. :-/