Flavio Oreglio & Staffora Bluzer
Anima Popolare
Flavio Oreglio, noto come attore e scrittore, nasce in realtà come cantautore, e nei suoi spettacoli teatrali ha sempre lasciato uno spazio alla canzone. Tutte le sue molte attività messe in campo negli anni sono collegate da un filo rosso, quello dellamore per il cabaret. E questo disco, che potrebbe sembrare un semplice divertissement, è in realtà un tassello di un progetto più ampio e molto interessante, a cui Oreglio lavora da alcuni anni: la riscoperta e rivitalizzazione di un patrimonio culturale, quello del cabaret italiano, progetto che si è concretizzato nella nascita dellArchivio Storico del Cabaret Italiano, di cui è direttore. E la canzone ironica, e in particolare quella nata con il cabaret milanese, è al centro del suo nuovo disco, Anima Popolare. Accompagnato dagli Staffora Bluzer (Daniele Bicego alla cornamusa e bouzouki, Matteo Burrone alla fisarmonica, Stefano Faravelli al piffero e whistle), una formazione anomala con chiari riferimenti alla musica dellOltrepò pavese e alla tradizione folk della regione appenninica detta delle quattro provincie, Oreglio ci introduce nel mondo della canzone ironica, debitrice di nomi quali Jannacci, Fo, Gaber, I Gufi, colorandola con i suoni popolari e venature di jazz e blues.
Con una voce che sorprenderà chi conosce Oreglio solo per le sue partecipazioni a programmi televisivi, Benvenuti, su un ritmo swing guidato dalla fisarmonica, ci introduce al disco e allidea che lo sorregge, quella di raccontare cose serie con leggerezza percorrendo, come dice lo stesso autore, la via ludica allimpegno. Piffero e fisarmonica sono gli strumenti principali anche in Anima Popolare, dove la vena ironica colpisce politica e populismo, creando una piccola canzone popolare che convince al primo ascolto. Il folk si unisce al blues nel valzer di Bluzer Revoliscion, un brano che si rifà alla grande tradizione ironica del cabaret milanese.
Molto interessante la ripresa di Ma mi, uno dei classici della canzone milanese (autori Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi). Aperta dal suono della cornamusa, la band ci propone un arrangiamento fedele alloriginale, ma con suoni appartenenti alla tradizione popolare, e una bella prova da interprete di Oreglio. Posta nel centro del disco, ne è a tutti gli effetti il cuore, e chiarisce il senso profondo di questo lavoro. Laltra cover del disco, Mezza minerale, è un tipico brano da cabaret in cui lironia colpisce il classico maschio che millanta le proprie virtù nascoste. Il Blues dei deliri quotidiani vede la partecipazione di Fabio Treves, e larmonica del bluesman milanese sfida la cornamusa a colpi di assolo. Chiude il disco Il Bounty, la storia di un ammutinamento su unimbarcazione che naviga a vista, quasi fosse una metafora per raccontare la nostra vita.
Lattività di Oreglio per la riscoperta e valorizzazione del patrimonio del cabaret italiano non si ferma a questo disco (che già si annuncia come primo capitolo di una trilogia): è da poco uscito il suo libro Larte ribelle. Storia del cabaret da Parigi a Milano, ottimo compendio allascolto di questa Anima Popolare, in attesa di poter vedere sui palchi italiani la riproposizione del repertorio de I Gufi a cui sta lavorando insieme a Roberto Brivio e Alberto Patrucco.
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