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R Recensione

7/10

Giangilberto Monti

Comicanti.it

Di Giangilberto Monti (cantante, autore, scrittore, saggista, critico) negli anni abbiamo apprezzato le sue notevoli capacità, oltre che di musicista e cantautore, anche di divulgatore della storia della canzone, forte della sua preparazione e profonda conoscenza della materia (la canzone d’autore francese, i nostri cantautori, la storia del cabaret). Nel 2009, con il primo volume di Comicanti, ha provato a raccontare un genere particolare di canzone, un genere di confine, dove la canzone ed il cabaret si amalgamano, creando nuove contaminazioni. Oggi quel volume viene ripreso in una splendida edizione in cofanetto, a cui viene aggiunto un secondo cd ed un libro, scritto con il giornalista Enzo Gentile, sulla storia della comicità in musica, dai primi del novecento ai giorni nostri. I due volumi prendono in esame due periodi differenti, che potremmo definire le origini e il presente, attraverso riproposizioni di brani celebri, che hanno fatto la storia della nostra canzone, con duetti che vedono impegnato un cast stellare di cantanti e attori, dimostrando le affinità tra le due espressioni artistiche, unite a creare un vero e proprio genere, quello dei comicanti.  

Il primo cd racconta i grandi maestri del genere, da Renato Rascel a Nino Taranto, da Renato Carosone a Fred Buscaglione, fino ai grandi Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Il viaggio parte dalle radici del genere, con E’ arrivata la bufera (Renato Rascel ) e con i Gufi, una delle formazioni più graffianti, la cui caustica ironia e i cui giochi di parole e allusioni più o meno esplicite sono riportate in chiave rock in Non spingete scappiamo anche noi con l’aiuto di Alberto Patrucco e Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo). Si passa attraverso la canzone dialettale, con versioni jazzate di brani celebri, quali Ciccio Formaggio (Nino Taranto), Tu vuo’ fa’ l’americano in coppia con un convincente Giobbe Covatta, e Tanto pe’ canta (Ettore Petrolini) con una grande interpretazione di Lella Costa.

Incontriamo i capostipiti della canzone comica milanese, Walter Valdi, la cui Il palo della banda dell’Ortica viene riletta da Monti con uno splendido Enrico Bertolino e con Flavio Pirini, e Cochi e Renato, dei quali viene riproposta Nebbia in Valpadana, con il grande Nanni Svampa. Rimanendo nell’area milanese, non potevano mancare due pezzi da novanta come Jannacci e Gaber. Del primo riascoltiamo L’Armando con Raul Cremona. Del Signor G, uno dei più abili nel tentativo di stare in equilibrio tra comicità e musica, tra teatro e canzone (tanto da farne un vero e proprio genere a se) viene proposta una versione bluesata di Oh Madonnina dei dolori con Flavio Oreglio, ed il Jacques Brel de I borghesi con Enzo Iacchetti.

Nel secondo cd l’attenzione si punta principalmente sui cantautori, andando a riscoprire il lato più legato alla comicità di alcuni grandi esponenti del genere. Da Francesco Guccini con una versione de La genesi che passa dal blues al jazz ed uno splendido Alberto Patrucco nelle vesti di Dio, a Fabrizio De André e la sua traduzione de Il gorilla, che da ballad francese diventa uno swing jazz con Antonio Cornacchione, a Edoardo Bennato ed una versione jazz rock di In prigione in cui Flavio Oreglio ci ricorda di essere cantante prima ancora che comico. Spiccano poi le interpretazioni di Ivan Cattaneo in A me mi piace vivere alla grande (di Franco Fanigliulo), Sergio Sgrilli in Bimba se sapessi (di Sergio Caputo, uno dei più bravi ad unire jazz e canzone comica) e dello stesso Monti in Spendi spandi effendi di Rino Gaetano. Non poteva mancare il grande padre di molti di questi autori, Dario Fo, presente con due brani: Ho visto un re, con la partecipazione di Elio & Le Storie Tese, e Ma che aspettate a batterci le mani, giustamente posta in chiusura di questa lunga carrellata, un vero e proprio inno dei Comicanti, qui eseguita in coppia al genio artistico di Moni Ovadia.

Particolare importante: i comicanti di oggi, nell’interpretare i comicanti di ieri, hanno deciso partecipare gratuitamente, e di devolvere parte del ricavato delle vendite all'organizzazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere, dimostrando che anche facendo ridere si può essere molto seri.

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