R Recensione

6/10

Luisa Cottifogli

Anita

Con un curriculum che pochi musicisti italiani possono vantare (diploma di canto al conservatorio e di recitazione all’Accademia di Arte drammatica, collaborazioni con Ivano Fossati, Teresa De Sio, Lucio Dalla, Giovanna Marini, The Chieftains, passando dal jazz alla musica tradizionale, dalla musica antica all’opera contemporanea) e dopo essere stata per cinque anni la voce dei Quintorigo, Luisa Cottifogli esce oggi con il suo terzo lavoro solista, che riprende le canzoni scritte per lo spettacolo teatral-musicale “Anita dei due mondi. Assolo per Anita Garibaldi”.

Un disco intenso e fragile, costruito, oltre che sulle innegabili doti dell’artista, anche sulla sensibilità femminile, un disco di una donna dedicato ad una donna.

Il lavoro si apre con Filastrocca sulle dita, un brano che tiene fede al titolo, essendo una canzone-filastrocca recitata in sloveno che, su un ritmo influenzato da sonorità brasiliane, in tre minuti contiene una vita intera. Le radici slovene e friulane torneranno a fine disco, con un brano d’atmosfera, Insereneda, su testo tradizionale in friulano, musicato dalla Cottifogli e con il clarinetto di Gabriele Mirabassi in primo piano.

Oltre alle sue radici, è molto presente nel disco anche la musica brasiliana. Il Brasile infatti  ritorna nel brano Ora sentire, ancora un lento con testo e musica della Cottifogli, e lo splendido clarinetto di Mirabassi, una delle stelle del jazz che hanno collaborato a questo disco.

Ancora il Brasile, ma rivisitato in chiave jazz, in Eu sou meu guia (brano originale del compositore brasiliano Lenine), dove la cantante dà prova delle sue grandi doti vocali e della versatilità della sua voce (ottima la chiusura del brano in stile vocalese). Brasile e jazz, Sudamerica e Europa, i due mondi di cui Garibaldi fu l’eroe, e di cui fu protagonista Anita. Altro brano brasiliano, e altra cover, Rosa è una canzone d’amore degli anni ’30, inserita nello spettacolo teatrale per ricordare la terzogenita di Anita Garibaldi. Cantato in perfetto brasiliano, è una splendida esecuzione per sola voce e accompagnamento del violoncello.

Uno dei brani più riusciti del disco è Non mi basta la vita, brano ritmicamente condotto dalla batteria di Capiozzo e dal contrappunto del clarinetto di Mirabassi, e in cui la Cottifogli si dimostra anche ottima scrittrice (quasi tutti i testi del disco sono suoi). Un testo splendido, una riflessione sulla vita e un ottimo esempio di cosa può nasce quando la canzone d’autore si sposa al jazz.

Quando il jazz invece incontra il pop, può nascere un piccolo gioiello come Quasi vero, un easy jazz-pop di classe, che racconta il senso della libertà di viaggiare e girare senza meta, con una bella fisarmonica che ricama in sottofondo.

Fragilidad è la terza cover del disco. Qui la Cottifogli riprende con intelligenza e bravura uno Sting in spagnolo. Una canzone sulla guerra e sulla morte, sulla fragilità dell’essere umano, che si adatta ottimamente al tema del disco. Ancora una volta grande il clarinetto di Mirabassi, e sempre perfetta la Cottifogli alla voce.

Anita è il brano finale di questa raccolta, un brano  dalla doppia lettura. Anita qui non è solo la compagna dell’eroe dei due mondi ma anche il paese della bassa comacchiese, uno di quei paesi dove il tempo sembra essersi fermato, paesi da cui i giovani presto scappano, e in cui i giovani degli anni ’70 hanno conosciuto la tragedia dell’arrivo dell’eroina (sono morti senza storia, sulla loro piazza neanche un monumento alla memoria) e in cui un secolo e mezzo prima è morta Anita, nel cui ricordo sorge il paese omonimo.

In coda al disco c’è un brano extra, Sai Gato Preto, una vera e propria ninna nanna, un canto tradizionale per sola voce. Sono solo sei frasi, sei righe, e la voce della Cottifogli che si raddoppia, triplica, colorando il brano di suoni vocali che aumentano stratificandosi uno sull’altro. Un altro esempio della versatilità di questa artista. Alla luce dell’ascolto di questo disco, della sua varietà musicale, della profondità dei temi trattati nei testi, risulta evidente come l’impiego con i Quintorigo alla musicista – cantante trentina stesse ormai stretto. E in questo 2011 dedicato al 150esimo anniversario del nostro paese e a tutti gli uomini che hanno contribuito a fondarlo, sembra ancora più giusto ricordarsi di una donna quale Anita Garibaldi.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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nuccia 10/10
Lobo 4/10

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