Maurizio Geri
Perle dAppennino
Musicista, cantante e compositore dalla lunga esperienza, passata tra la canzone popolare e tradizionale (prima al fianco di Caterina Bueno e poi con Riccardo Tesi nel quartetto Banditaliana), e il jazz-manouche con il Maurizio Geri Swingtet, senza dimenticare contaminazioni con la world music e la canzone dautore, Maurizio Geri propone con questo suo nuovo lavoro unottima sintesi del suo percorso non solo musicale ma anche di ricercatore. Il disco nasce dai racconti tramandati oralmente dalla comunità dell'Appennino pistoiese, che Geri trasforma in splendide poesie. Dieci di queste poesie sono diventate canzoni, e sono raccolte in questo lavoro. Sono queste le perle dellAppennino cui si riferisce il titolo, dieci storie che raccontano persone e momenti di vita di un mondo che sembra non esserci più.
La tradizione orale è alla base di questa ricerca, e La via dei canti, brano che apre il disco, scritto seguendo la metrica degli improvvisatori in ottava rima, è un vero inno alla tradizione orale, a quel canto popolare che ci dice delle genti la vera e cruda storia, gesta di uomini e donne senza gloria. Una vera e propria dichiarazione dintenti, dove si afferma di voler far rivivere loralità di quel passato, piantando il fresco germoglio della musica sulla vecchia pianta. E di musica qui ce nè tantissima, e della migliore. Dalla canzone dautore in chiave jazz di Koco, contrappuntata da trombone e clarinetto, allo swing di Pipa, uno dei tanti personaggi strani raccontati nel disco, con un grande Ellade Bandini alla batteria e lottimo clarinetto di Nico Gori, dallo splendido rock blues di La via del ferro con la chitarra di Nick Becattini al tango della divertente La cumparsita di Vinicio, che racconta le avventure di due musicisti mandati ad intrattenere gli anziani ospiti di un vecchio albergo a Viareggio.
Le storie del passato ci raccontano di un tempo in cui un lago ghiacciato e un castagno diventavano una risorsa per una comunità. La via del ghiaccio, brano impreziosito dallorganetto di Ricardo Tesi, è quasi unode ad un lago ghiacciato, i cui blocchi un tempo servivano per conservare alimenti e rinfrescarsi dal caldo. La via del castagno, una classica canzone dautore, ospite il funambolico Gigi Biolcati alle percussioni, ci ricorda di unepoca che non cè più, quando sugli appennini il castagno non era solo un albero ma unimportante fonte di nutrimento per i meno abbienti.
Tra gli ospiti di lusso, oltre ai già citati, troviamo anche Vincenzo Zitello allarpa celtica in La via del carbone; se non sapessimo che testi e musica sono di Geri, lo potremmo tranquillamente scambiare per un classico canto popolare sullemigrazione stagionale, tanto la scrittura dellautore pistoiese e aderente ai canoni del genere. Scrittura che tocca un vertice con La via delle stelle, una poesia che si rifà al sonetto duecentesco, eseguita in trio con chitarra, contrabbasso ed il clarinetto del grande jazzista Gabriele Mirabassi. Altro esperimento di scrittura in rima riuscitissimo è Limerick, uno splendido omaggio alla costruzione in versi tipica proprio del limerick, rispettandone i canoni di scrittura e contenuto, che ci mostra lestrema bravura di Geri nel giocare con le parole, creando strofe e rime divertentissime. Perfetta anche la musica, veloce e ritmata come il testo, grazie anche ad una band strepitosa, che colora il brano di tinte jazz-rock e funk.
Colpisce la grande varietà di stili musicali utilizzati nel disco, e la facilità di Geri nel passare con estrema facilità dalluno allaltro. Al pari di questa bravura in campo musicale, che ormai gli viene riconosciuta da tempo, qui colpisce anche la bravura nella composizione dei testi, la capacità di adattare i racconti in poesia, utilizzando con perizia le diverse metriche classiche, raccontando, tra brani più seri ed alti più ironici e divertenti, storie di un tempo passato rimaste vive nella tradizione orale, facendole diventare, da storie locali, linguaggio universale. Un lavoro davvero sorprendente.
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