R Recensione

8/10

Maurizio Geri

Perle d’Appennino

Musicista, cantante e compositore dalla lunga esperienza, passata tra la canzone popolare e tradizionale (prima al fianco di Caterina Bueno e poi con Riccardo Tesi nel quartetto Banditaliana), e il jazz-manouche con il Maurizio Geri Swingtet, senza dimenticare contaminazioni con la world music e la canzone d’autore, Maurizio Geri propone con questo suo nuovo lavoro un’ottima sintesi del suo percorso non solo musicale ma anche di ricercatore. Il disco nasce dai racconti tramandati oralmente dalla comunità dell'Appennino pistoiese, che Geri trasforma in splendide poesie. Dieci di queste poesie sono diventate canzoni, e sono raccolte in questo lavoro. Sono queste le perle dell’Appennino cui si riferisce il titolo, dieci storie che raccontano persone e momenti di vita di un mondo che sembra non esserci più.

La tradizione orale è alla base di questa ricerca, e “La via dei canti”, brano che apre il disco, scritto seguendo la metrica degli improvvisatori in ottava rima, è un vero inno alla tradizione orale, a quel “canto popolare che ci dice delle genti la vera e cruda storia, gesta di uomini e donne senza gloria”. Una vera e propria dichiarazione d’intenti, dove si afferma di voler far rivivere l’oralità di quel passato, piantando il fresco germoglio della musica sulla vecchia pianta. E di musica qui ce n’è tantissima, e della migliore. Dalla canzone d’autore in chiave jazz di “Koco”, contrappuntata da trombone e clarinetto, allo swing di “Pipa”, uno dei tanti personaggi strani raccontati nel disco, con un grande Ellade Bandini alla batteria e l’ottimo clarinetto di Nico Gori, dallo splendido rock blues di “La via del ferro” con la chitarra di Nick Becattini al tango della divertente “La cumparsita di Vinicio”, che racconta le avventure di due musicisti mandati ad intrattenere gli anziani ospiti di un vecchio albergo a Viareggio.

Le storie del passato ci raccontano di un tempo in cui un lago ghiacciato e un castagno diventavano una risorsa per una comunità. “La via del ghiaccio”, brano impreziosito dall’organetto di Ricardo Tesi, è quasi un’ode ad un lago ghiacciato, i cui blocchi un tempo servivano per conservare alimenti e rinfrescarsi dal caldo. “La via del castagno”, una classica canzone d’autore, ospite il funambolico Gigi Biolcati alle percussioni, ci ricorda di un’epoca che non c’è più, quando sugli appennini il castagno non era solo un albero ma un’importante fonte di nutrimento per i meno abbienti.

Tra gli ospiti di lusso, oltre ai già citati, troviamo anche Vincenzo Zitello all’arpa celtica in “La via del carbone”; se non sapessimo che testi e musica sono di Geri, lo potremmo tranquillamente scambiare per un classico canto popolare sull’emigrazione stagionale, tanto la scrittura dell’autore pistoiese e aderente ai canoni del genere. Scrittura che tocca un vertice con “La via delle stelle”, una poesia che si rifà al sonetto duecentesco, eseguita in trio con chitarra, contrabbasso ed il clarinetto del grande jazzista Gabriele Mirabassi. Altro esperimento di scrittura in rima riuscitissimo è “Limerick”, uno splendido omaggio alla costruzione in versi tipica proprio del limerick, rispettandone i canoni di scrittura e contenuto, che ci mostra l’estrema bravura di Geri nel giocare con le parole, creando strofe e rime divertentissime. Perfetta anche la musica, veloce e ritmata come il testo, grazie anche ad una band strepitosa, che colora il brano di tinte jazz-rock e funk.

Colpisce la grande varietà di stili musicali utilizzati nel disco, e la facilità di Geri nel passare con estrema facilità dall’uno all’altro. Al pari di questa bravura in campo musicale, che ormai gli viene riconosciuta da tempo, qui colpisce anche la bravura nella composizione dei testi, la capacità di adattare i racconti in poesia, utilizzando con perizia le diverse metriche classiche, raccontando, tra brani più seri ed alti più ironici e divertenti, storie di un tempo passato rimaste vive nella tradizione orale, facendole diventare, da storie locali, linguaggio universale. Un lavoro davvero sorprendente. 

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