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R Recensione

8/10

Serge Gainsbourg

L’Homme à tête de chou

Può un uomo che gli amici, i familiari e le numerose amiche descrivono come sin troppo gentile e galante, nascondere dentro una cattiveria artistica così lucida e spietata?

Può, può, se l'uomo in questione è uno dei massimi personaggi della musica popolare del '900, ovvero il Signor Decadenza, Serge Gainsbourg.

Un uomo con la testa di cavolo (titolo "rubato" a quello della statua raffigurata in copertina, nota opera d'arte moderna): la sua parobola di perversione sessuale e di solitudine si consuma in questo disco ancor più che nella storia di Melody Nelson. Oddio, Melody è il suo capolavoro nei secoli dei secoli, ma qui si compie un passo ulteriore in termini di morboso decadentismo: Serge non si limita più a scrutare dentro l'abisso con un'eleganza impareggiabile, ma si butta a capofitto nel buco nero che lui stesso ha scovato.

Si risparmi la fatica e l'imbarazzo chi nella musica cerca sentimenti cristallini e un po' di pudore: perché il giornalista (alter-ego psicotico dell'autore, ça va sans dire) che racconta la storia di Marilou, destinata a concludersi nel modo più tragico, non ha pudori, né tantomeno sentimenti puri.

E' schiavo di un'ossessione, e chiunque ci sia passato sa bene di cosa sto parlando, senza (per fortuna) che sia necessario varcare la soglia della follia omicida, come accade all'uomo con la testa di cavolo: prima o poi tutti, o quasi, abbiamo capito che era impossibile cambiare le cose, e soprattutto cambiare le persone. Prima o poi tutti abbiamo preso un pugno violento da quella maledetta Realtà che, in alcuni casi, meriterebbe una fine atroce quanto quella della povera Marilou.

Arrivo al dunque: L’Homme à tête de chou è il crudo e poetico (solo Serge riesce perfettamente a incarnare le due visioni, senza la minima fatica) resoconto di un'ossessione, quella del protagonista per la bella e giovane Marilou (una sciampista caraibica), ossessione che inizialmente li porta a consumare con una furia travolgente. Servirà poco, però, per scoprire che lei non è esattamente innamorata persa: la ragazza viene scoperta in dolce compagnia – di due uomini – lasciando il giornalista nella disperazione.

L'uomo non si arrende, mastica amaro (vomita alcool e odio), medita vendetta, e poi, davanti al rifiuto, elimina la ragazza nel modo più brutale, prima di essere internato in un ospedale psichiatrico, convinto che la propria testa sia diventata per magia un cavolo divorato dal coniglietto di Playboy.

Lo confesso: la vicenda, così cruda, eppure illustrata con luciferina serenità, tanto da incarnare davanti ai tuoi occhi la fragilità e la debolezza perversa del protagonista, mi ha sempre un po' disturbato.

Inquietato, forse: come può Serge ideare simili forme di depravazione senza battere ciglio?

Poi però ho compreso quello che forse è un rovesciamento di prospettiva, peraltro molto attuale. Marilou viene punita per la sua sensualità disturbante, il protagonista ne diventa schiavo, perde il senno, si trasforma in un mostro: può l'amore produrre conseguenze tanto terribili? Ma, soprattutto, questo è amore? Il possesso ha a che fare con questo sentimento nobile, o forse parliamo di qualcosa che così nobile non è?

Serge lascia ogni interrogativo in sospeso: si “limita” a disegnare un ritratto abile, e anzi geniale, della metà sbagliata dell'Universo.

Passiamo alla musica, dato che non ho ancora speso una parola su uno fra gli esperimenti più visionari e interessanti di Serge: “Marilou Reggae” è uno dei primi esempi di reggae made in europe, e anticipa di un annetto buono le tendenze del post-punk, confermando che Serge è sempre sul pezzo. Peraltro, la gioiosa atmosfera caraibica fa da sfondo all'appassionato incontro fra i due protagonisti.

In altri passaggi, la canzone d'autore di Serge si avvicina a universi lontani: alcuni hanno addirittura intravisto la capacità di preconizzare il french touch di là da venire, per quei beat soffusi ed eleganti, ove si stendono tappeti di tastiere, mentre lui sbiascica le sue elucubrazioni agghiaccianti.

E' il caso dell'inusuale ballatona (mi sia concesso) french-rap di “Variations sur Marilou”: sette minuti in cui Gainsbourg scava nell'abisso, nudo e crudo, mettendoci sotto gli occhi l'anima malata del protagonista.

La crudele, brevissima “Meurtre à l’extincteur” racconta del brutale gesto omicida, ed è immersa dentro percussioni africane che perdono completamente il proprio significato liberatorio ed esotico. La dolcissima “Marilou sous la neige”, sinistra eppure tenera (il protagonista sta osservando il cadavere dell'amata) è folk cristallino e delizioso. La melodia sembra annaspare e invece è impeccabile, degna in tal senso delle invenzioni più felici dell'autore.

La conclusiva “Lunatic Asylum” disegna i contorni del morboso nichilismo dell'autore, raccontando del protagonista ricoverato in un reparto di psichiatria, mentre beat elettronici e sfasamenti ritmici “esotici”, anziché portare un po' di pace, rendono ancor più opprimente l'atmosfera.

La cosa atroce è che Serge riesce a realizzare un capolavoro nero e di una crudeltà sconfinata nella più assoluta tranquillità, in punta di piedi, senza gridare, senza nulla di gratuito o affettato.

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zagor 8,5/10
gramsci 7,5/10

C Commenti

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zagor (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:27 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Allez!!!!

FrancescoB, autore, alle 14:33 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Zagor buongustaio

zagor (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:57 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Letta, veramente ottima e abbondante recensione!

FrancescoB, autore, alle 15:10 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Questo è un lavoro splendido e un po' spaventoso per il sottoscritto, parlarne non mi è risultato facile

Paolo Nuzzi (ha votato 9 questo disco) alle 18:53 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

France' sei un grande. Serge è un'altra mia grande passione. Questo è un disco incredibile, moderno, fuori dal tempo. Insieme a melody Nelson, l'apice di un'artista geniale. Tu ce l'hai "Per un pugno di Gitanes"? la biografia del nostro Serge? Merita? Volevo agguantarla prima o poi. Chapeau!

FrancescoB, autore, alle 20:03 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Purtroppo mi manca...Vedrò di recuperarla!