R Recensione

7/10

Desiderata

A Temporary Shelter

I Desiderata da qualche anno costituiscono la risposta all’antica domanda: quale elemento di novità offre la rilettura della tradizione? Ecco, la loro musica fornisce in modo cristallino, senza il bisogno di stravolgere il messaggio insito in brani che la storia l’hanno fatta (siano essi appartenenti al repertorio del folk celtico o al songbook del rock “alternativo”), eppure allo stesso tempo proponendone una rilettura da angolazioni completamente diverse rispetto a quelle per cui quei brani sono diventati caratteristici. I Desiderata sono un ensemble nato attorno ad Alessandro Bruno (coordinatore italiano della scuola Guitar Craft fondata da Mr. Robert Fripp, ma anche membro degli Europa String Choir, dell’Orchestra of Crafty Guitarists, dei Solar Orchestra, degli EleKtromantiK e dei mai dimenticati Epsilon Indi) e completato da Alessandro Papa, Massimo D’Avanzo, Anna Cefalo, Adriano Clera, Filippo Guerini. Il suono è elaborato prevalentemente dalle chitarre in modalità Guitar Craft ma arricchito dall’arpa (Anna Cefalo, anche ispirata vocalist insieme ad Alessandro Bruno), dalle percussioni, dal flauto e da altri stratagemmi estemporanei. L’impatto è, per forza di cosa, prepotentemente acustico, ma la suggestione che accompagna la revisione di Maryan di Robert Wyatt (tratta dal capolavoro Shleep del 1997) e Mercy Street di Peter Gabriel (tra i più ispirati brani del musicista inglese, estratto da un album fatto di ombre e luci, So del 1986), è tale da far dimenticare le vertiginose altezze degli originali. L’accoppiata del tradizionale Nil Sé ‘Nala’ e Thrak dei King Crimson è un momento cardine tanto dell’album quanto dei loro concerti; come lo sono anche le reinterpretazioni di classici come l’altro traditional Danny Boy (la voce di Anna Cefalo è a dir poco commovente) e Thick as a brick dei Jethro Tull, qui proposto in una versione davvero coinvolgente. Si prova un po’ di rammarico sapendo che l’album non abbia alla fine potuto includere anche le sentite riproposizioni di Dancing with the moonlight knight dei Genesis, di John Barleycorn dei Traffic o della monumentale The construKction of light dei King Crimson, che dal vivo risultano emotivamente trascinanti. Per cogliere comunque il valore compositivo intrinseco alla formazione è bene soffermarsi sull’inedito Rescue In Malcombe Bingham, forte di una atmosfera sospesa tra sogno e fantasia.

Il nuovo è sempre insito nell’antico, perché l’antico, il passato, é il luogo prospettico da cui ci si confronta ed è lì dove si formano le identità. Prenderne le distanze non necessariamente significa essere innovativi. E questo per i Desiderata é ben chiaro.

[recensione apparsa precedentemente nel magazine Wonderous Stories]

 

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