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7/10

Francesco De Gregori e Ambrogio Sparagna

Vola Vola Vola

Da alcuni sono stati deifniti la strana coppia, in realtà Francesco De Gregori (peso massimo della canzone d’autore) e Ambrogio Sparagna (ricercatore, fondatore e direttore dell’Orchestra Popolare Italiana) hanno molti punti di contatto, e questo disco lo sottolinea egregiamente. Registrato dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo scorso ottobre, il disco ha la particolarità di vedere De Gregori cimentarsi con alcuni dei suoi brani più belli, ma anche meno eseguiti dal vivo, riproposti con arrangiamenti studiati ad hoc per l’occasione.

Una scommessa coraggiosa, tentare di amalgamare il repertorio del cantautore romano con la tradizione folk popolare, che però ci aiuta a scoprire quanto questa tradizione sia in realtà già compresa nel bagaglio culturale di De Gregori, a volte più nascosta, altre più esplicita.

Troviamo così un brano come La ragazza e la miniera in una versione folk tutta violino e fisarmonica, o la splendida San Lorenzo con un cantato simile all’originale, un accompagnamento delicato e discreto, ed il toccante intervento del coro, che ritroviamo anche in Stelutis Alpinis, brano con cui Francesco De Gregori aveva già reso omaggio al folk, confrontandosi con i temi cari alla tradizione popolare.

Ipercarmela gode invece di un ottimo arrangiamento ed un azzeccato uso della doppia voce, con la splendida Maria Nazionale che si alterna a De Gregori. È proprio la voce femminile che apre il brano, e su cui si inserisce la voce di De Gregori, trasformando la canzone in un classico folk strepitoso. Troviamo ancora le due voci, accompagnate solo da chitarra e organetto, a duettare su Santa Lucia, uno dei testi più belli del repertorio del cantautore romano.

L’Orchestra Popolare si fa sentire in Babbo in prigione / L'asino che balla, simile all’originale nel cantato, ma dal ritmo spezzato, grazie all’intermezzo dei suoni travolgenti dell’orchestra, ed una coda strumentale che invita alla danza.

Volavola, altro brano firmato da Francesco De Gregori, è cantato in coppia con Sparagna, e diventa quasi un valzer popolare, con accompagnamento di flauto e organetto. E con Dormi piccola carina, testo e musica di Sparagna, cantato da Francesco De Gregori, la compenetrazione tra i due arriva a compimento, non distinguendosi più ciò che è dell’uno da ciò che è dell’altro, da ciò che viene dalla tradizione.

Se non bastassero questi brani, ci sono altre perle nel disco. Da Vorrei ballare, brano di Sparagna dall'animo folk, cantato dallo stesso autore, con il suo coinvolgente suono dell’organetto, a Canzone pe' Iacuruzingaru, altro  brano autografo cantato dallo stesso Sparagna, pienamente aderente al concetto di folk, con un esplosione di suoni nel finale che ci porta in un’atmosfera di festa. E poi ci sono i brani tradizionali musicati da Sparagna, come Quanno so' morto, un testo drammatico, sul dolore dall'innamorato non corrisposto, un lento aperto da una chitarra classica, con una prima parte solo voce e chitarra, e in chiusura l’ingresso dell’orchestra con il suono dell’organetto in prima fila ed il coro, o la festa popolare di Piovere e non piovere,  posta in chiusura di lavoro.

Ciò che più colpisce, è vedere come i brani di De Gregori riescano ad amalgamarsi ad un repertorio tradizionale, e suonino come fossero anch'essi diventati dei brani popolari.

Questo disco è infine un modo bellissimo per riscoprire brani del repertorio di De Gregori molto vecchi o quasi mai eseguiti in pubblico, e sentirli  in una versione diversa dall’originale, ma che grazie all’anima folk suona comunque familiare.

Il disco verrà presentato in un tour estivo, in cui non mancheranno certo le sorprese, che farà tappa a Loano (SV) per il Premio Nazionale per la Musica Tradizionale, e si concluderà a settembre, il 9 al Teatro Regio di Torino ed il 10 al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

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