R Recensione

8/10

Johnny Cash

American III: Solitary Man

Quando si parla di Johnny Cash negli anni della American Recordings a chiunque viene in mente l’immagine rugosa del vecchio Johnny che canta il suo dolore nel suo salotto di casa in quel capolavoro-testamento che è la sua cover di Hurt dei Nine Inch Nails. In realtà quella serie di dischi, sette in totale, comprende varie facce dello stesso Cash magistralmente curate e coordinate da sua maestà Rick Rubin. Il disco in questione, American III: Solitary Man, pubblicato nel 2000 a tre anni dalla morte di Cash, quarto della serie se si tiene conto anche del live a Storytellers con Willie Nelson, è il disco che forse più di qualunque altro della produzione diretta da Rubin riesce a riassumere tali espressioni.

È un disco che spesso viene ricordato per la cover più celebre, “One”, ma che il più delle volte viene agilmente superato anche nelle antologie dedicate alla voce baritona più emozionante del secolo scorso, le quali preferiscono soffermarsi maggiormente sugli altri due dischi successivi, ben più espliciti, diretti, celebri e celebrati di questo. Volendo fare un paragone mi viene in mente il terzo capolavoro dei Led Zeppelin, misto di rock elettrico e bucolico che, pur con accenti ovviamente diversi, è stato a lungo messo in ombra dal suo successore. American III è per la maggiore un disco di cover che Cash non si limita ad interpretare, ma se ne impossessa, le fa sue, le usa a suo uso e consumo per raccontare l’oscurità, la paura, la morte. 

Il pezzo che apre le danze dichiara subito quali sono le intenzioni del vecchio folkman di Kingsland: “I Won’t back down”; meravigliosa rilettura del pezzo di Tom Petty qui presente ai cori e all’organo. Segue una notevole “Solitary Man” di Neil Diamond di cui si può ricordare la versione italiana “Se perdo anche te” di Gianni Morandi. Il disco si apre definitivamente con One, in un’interpretazione acusticamente calda da bruciare anche le anime più gelide. Si passa poi agli altri due piccoli capolavori “I See Darkness” e “The Mercy Seat”. La prima è un toccante naufragio nell’oscurità con l’autore originale Will Oldham ai cori, la seconda è una bellissima e scura cover di Nick Cave meno convulsa rispetto all’originale.

Non sono da meno anche i pezzi firmati Cash; piccoli gioiellini country come “Field Of Diamond” e “Before My Time” , la scoppiettante “Country Trash” o la dolce “I’m Leaving Now”.

Tutto acustico, niente elettronica, sintetizzatori, distorsioni, niente di niente. Chitarre acustiche, qualche nota di piano, a volte un organo un violino o una fisarmonica. Il resto lo fa tutto una voce incredibilmente profonda, “così grande da rendere piccolo il mondo” per dirla con Dylan, che ti entra dentro e difficilmente esce senza portar via con se un brivido, un sorriso o una lacrima.

 

V Voti

Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 13 voti.
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lev 8/10
DBJUNGLE 10/10

C Commenti

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REBBY alle 9:06 del 26 giugno 2009 ha scritto:

Hai dato 8 ...mmmmmmmmh ... mi sa tanto che qualcuno ti darà del taccagno (eheh). Benvenuto

intanto!

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 10:15 del 26 giugno 2009 ha scritto:

Beh si, ha fatto di molto meglio in effetti. Però c'è "I See A Darkness"...

fabfabfab (ha votato 8 questo disco) alle 10:32 del 26 giugno 2009 ha scritto:

RE:

Ancora con Will Oldham? Ma la tua è una fissazione!

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 10:51 del 26 giugno 2009 ha scritto:

RE: RE:

ah,ah...il bue disse cornuto all'asino.

Nadine Otto alle 13:30 del 26 giugno 2009 ha scritto:

A me piace molto questo disco...anzi, a dirla tutta è uno dei miei preferiti. Da ascoltare su vinile però! Solitary man, One, ma anche Before my time! Da Brivido!

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 18:48 del 26 giugno 2009 ha scritto:

eh eh mi fate morire con oldham il terribile! ormai me lo vedo dappertutto anche nei cartoni della mia cuginetta!

comunque a me johnny cash piace da morire e meno di 8 a questo disco non posso lasciare. solitary man mi devasta a ogni nuovo ascolto e la cover di mercy seat è strepitosa.

benvenuto gianluca!

SamJack (ha votato 8 questo disco) alle 22:23 del 30 giugno 2009 ha scritto:

il mio ascolto principale di questi giorni...il titolo è assolutamente rappresentativo dell'opera, piena di country da solitario/perdente, in altri aggettivi: fantastico!!!!

lev (ha votato 8 questo disco) alle 12:53 del primo aprile 2010 ha scritto:

non mi ci strappo i capelli, però li trovo tutti e cinque molto belli.