Peppe Voltarelli
Duisburg Nantes Praga, Il Bootleg Live
Dopo il primo album in studio da solista, intitolato Distratto ma però, Peppe Voltarelli ritorna sulle scene nel 2009 con un disco live che aprirà poi la strada al futuro Ultima notte a Malà Strana (2010).
Il live in questione è Duisburg Nantes Praga – Il Bootleg Live, nome per certi versi simpatico se si ricorda che il bootleg, in gergo, è una registrazione “pirata”, o meglio non autorizzata, durante un concerto. Famosi sono i bootleg dei Beatles, ricercati ancora oggi dai collezionisti proprio perché non ufficialmente distribuiti dalle case discografiche e quindi rari e preziosi; ancora più famosi sono quelli mai realizzati dei Led Zeppelin, con il manager Peter Grant che si impegnava a distruggere ogni possibile nastro/registrazione/incisione non permessa. Insomma, con questa parola, Peppe rievoca l’atmosfera degli anni ’70, quell’atmosfera di musica vissuta in ogni sua forma. Il disco, poi, sembra confermare tale tesi: la qualità audio è buona ma non eccellente, a dar l’idea di un disco registrato quasi di nascosto, quasi senza volerlo, con parti parlate non solo fra un brano e l’altro, sul palco, bensì spezzoni di discorsi fatti giù dal palco, quasi come se non si fosse a conoscenza del registratore acceso.
Peppe Voltarelli registra questi brani durante i concerti a Duisburg, Nantes e Praga. La scelta di partire da Duisburg non è casuale; Peppe, infatti, decide di marcare il suo impegno sociale sempre più crescente partendo da una città in cui, il 15 agosto 2007, si consumò la terribile “Strage di Ferragosto”, che vide l’uccisione di sei persone ad opera della ‘Ndrangheta. Peppe canta a Duisburg come a mostrare un altro lato di Calabria, il lato artistico e per certi versi più vero, quello della musica del popolo, degli emigrati e delle sofferenze di una terra sempre più maltrattata sia dai suoi stessi abitanti, sia da chi la vive dall’esterno.
Indispensabile anche il passaggio da Praga, visto che in questa città Peppe ha partorito buona parte dei pezzi del successivo lavoro in studio.
Passando ai pezzi dell’album, Peppe ha inserito i suoi singoli di maggior successo contenuti in Distratto Ma Però in cima alla scaletta; in seguito alcuni “classici del passato”, brani cantati da Voltarelli insieme al Parto delle Nuvole Pesanti, gruppo in cui nacque la carriera musicale dell’artista di Mirto-Crosia. I brani in questione sono Prendo il vento, Raggia e la celeberrima Onda Calabra, vero e proprio inno a quella parte di Calabria emigrata in Germania. Oltre ad un inedito intitolato Gigi e ad altri brani di Distratto ma però, fra cui Aria e L’anima è vulata, brano arrangiato nella sua edizione in studio da Sergio Cammariere, a chiudere la scaletta ci sono due cover di quello che è probabilmente il cantante italiano più conosciuto all’estero di sempre, ovvero Domenico Modugno. I due brani in questione sono Malarazza e Dio come ti amo.
Emotivamente, Peppe non si discute; l’album è carico di pathos e di quella rabbia sana che caratterizza quegli abitanti del Meridione d’Italia che vogliono cambiare le cose. Trapela, dalla voce dell’artista, la soddisfazione di cantare quello che effettivamente sente di cantare; Voltarelli è felice di proporre al suo pubblico i suoi pezzi che, in quanto a spontaneità, rimangono difficili da superare. Unica (piccola) pecca del disco: la confezione. Apro una piccola parentesi: perdonatemi, ma già i CD ci hanno tolto la magia della copertina del vinile, che sembrava un quadro da appendere, a volte, tanto era maestosa; se poi al CD leviamo anche il supportino di plastica e gli facciamo una confezioncina di cartone, l’estetica ne perde parecchio. Per carità, conta quel che c’è dentro, e dentro c’è veramente ottima musica, però... scusami, Peppe, ma quella bella copertina stava meglio in un'altrettanto bella confezione con un libricino ancora più bello, pieno di foto di questi concerti carichi di passione che tanto avremmo voluto vedere, quantomeno ritratti in fotografia. Peppì, niente di personale!
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