Sufjan Stevens
Carrie & Lowell
"Carrie & Lowell" non è un disco di Sufjan Stevens. Non "fa parte del suo percorso artistico ma della sua vita". Analizzare questo disco da un punto di vista diverso da quello del suo autore, sottolinearne le similitudini con certe pagine di Elliott Smith, definirlo un nuovo "Seven Swans" in versione notturna, parlare di "ritorno al folk" e decantare la bellezza perfetta di "Should have know better" significherebbe recensire il dolore, valutare le caratteristiche letterarie di un diario privato, sfogliare l'album fotografico dei nonni e criticare la messa a fuoco degli scatti.
Mi dispiace ma questo è un disco che non si può recensire. La morte di Carrie, la madre che lo aveva abbandonato ("When i was three / three maybe four / she left us at that video store"), diventa l'espediente per rielaborare tutte le perdite, le mancanze e i vuoti della vita. Alla soglia dei quarant'anni e di fronte al dolore, Sufjan Stevens fatica a sentire lo "Spirito del suo silenzio" ma non si arrende di fronte al lutto. "Carrie & Lowell" non è un disco triste ma la rielaborazione spirituale di un'esistenza, cantata dagli angeli e suonata da arpe che diventano chitarre acustiche e banjo.
Mi dispiace ma questo è un disco che non si può recensire. Quindi, giusto per riempire la pagina e per invitarvi all'ascolto (e alla lettura dei testi), vi raccontiamo due aneddoti.
1) Uno dei primi giornalisti italiani che ebbe occasione di intervistare Sufjan Stevens (era appena uscito "Michigan"), mi disse che provò a fargli delle domande sulla sua famiglia, su dove e come vivesse. Lui praticamente non rispose, e sembrò non capire il senso della domanda. Insieme, interpretammo questa reticenza come una nostra errata interpretazione del concetto di famiglia. Pensammo alla mobilità tipica delle famiglie americane, che nei film vediamo caricare le proprie case sui camion e partire. Concludemmo che la domanda "Dove vive la tua famiglia?" fatta a un americano non avesse senso. Oggi si scopre una realtà un po' diversa, e quel silenzio (così come altre suggestioni private presenti nella discografia di Sufjan) assume un significato completamente diverso.
2) Un giorno un mio vicino di casa al quale era appena morta la moglie mi fermò sulle scale e mi chiese: "cosa posso fare?". Io non riuscivo nemmeno ad aprire la bocca, e finì che ci sedemmo sui gradini a guardarci le punte delle scarpe, in silenzio. Ecco, se dalla musica cercate delle emozioni, ascoltando "Carrie & Lowell" la sensazione è questa.
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