Jake Xerxes Fussell
Jake Xerxes Fussell
Jake Xerxes Fussell è un cacciatore di tesori. La sua passione per il folk-blues tradizionale la eredita dal padre, che durante i suoi viaggi nel Profondo Sud si porta appresso il figlio, permettendogli così di entrare a contatto con un fertilissimo mondo di musicisti dimenticati.
Una passione che quasi esonda dai solchi di questo suo debutto omonimo. Frutto della collaborazione con William Tyler (altro fervido esploratore primitivista, qui in veste di produttore), Jake Xerxes Fussell è un lavoro che riesce in un'impresa ammirevole, cioè quella di dare letteralmente nuova vita a brani sepolti sotto decenni di oblio. Pezzi di settanta, ottanta anni fa, rimessi a nuovo da un Fussell che è più che arrangiatore e interprete: assorbe lo spirito stesso di composizioni che finiscono col diventare, in tutti i sensi, sue.
L'apertura è affidata alla prima All in Down and Out (brano della fine degli anni Trenta), riscritta in chiave country ed interpretata con una bella voce alla Johnny Cash: un piccolo gioiellino dove ogni elemento (la chitarra elettrica, la lap steel, i colpi sul rullante) contribuisce ad un elegante senso dell'arrangiamento, fatto di pennellate tenui ma ben assestate. Stesso discorso per lo spigliato blues di Let Me Lose (ripescato a fine anni Settanta dallo storico della musica George Mitchell), rimesso in sesto da un'ottima partitura elettrica, capace di unire in un sol colpo John Lee Hooker e The Band. I brani di spessore sono ancora molti, a partire da Star Girl, tra Dylan e folk appalachiano, passando per un'ottima Raggy Levy, profumatissima di ruralità sudista, un'altrettanto valida Boat's Up the River, giungendo infine al blues delicato e jazzato di Push Boat, al bluegrass di Georgia Buck e alla conclusiva, bellissima, Pork and Beans (di cui è obbligatorio il confronto con l'originale).
Prodotto tra Nashville e Water Valley, Mississippi, da Mark Nevers e Bronson Tew, l'album può contare su un team di validi collaboratori: oltre al già citato Tyler (alla chitarra e all'organo), troviamo Brian Kotzur alla batteria, Hoot Hester al violino e Chris Scruggs alla steel guitar, al mandolino e al basso.
Un esordio, questo, che promette un gran bene. Jake Xerxes Fussell da' alle stampe un piccolo gioiello che, pur saldamente ancorato alla tradizione, sembra parlare una lingua più contemporanea che mai.
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