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R Recensione

8/10

Yowler

The Offer

C’è una cosa meravigliosa che fanno i dischi importanti: ne trascinano altri con sé. Maryn Jones, da Columbus, Ohio, da qualche anno si divideva tra diversi progetti di ambito alt-rock, dall’indie ’90 degli All Dogs, ottimo per i canoni da college rock ora di nuovo in voga (il loro debutto sulla lunga distanza è previsto a breve), al folk pop dei Saintseneca, senza contare un disco solista già pubblicato nel 2012 (“The Gift”).

Questo suo nuovo disco in solitario con il nuovo moniker di Yowler, però, sembra avere alle spalle, appunto, un album importante che nel frattempo è capitato in mezzo a tutto il resto, ossia “Ruins” di Grouper. Stesso numero di brani, stessa scheletrica emotività sovresposta e registrata in bassa fedeltà, stessa fragilità, con la differenza che è la chitarra, e non il piano, a guidare le scure ballate di Yowler. L’impressione, qua e là, è di avere tra le mani le rovine (to’) di pezzi alt-rock rimasti abbozzati, versioni demo di piccoli inni punk costruiti su due accordi poi demoliti appositamente e ridotti a cenere, tra incursioni lo-fi di tastiere e sfocature che trasformano in chiaroscuro i colori e in cenni incerti i gesti iniziali (“Water”, “Belle”).

The Offer” suona come un disco, in realtà, tutt’altro che improvvisato, e nato da un disossamento e dal contagio di un dubbio e di un’introversione, come una foschia. Così spesso le chitarre si rifugiano su tinte spente, attutite dai muri di una cameretta (“Bedroom Wall”, appunto), tanto più dove l’indirizzo è più schiettamente folk, come in “Yowler”, molto Marissa Nadler, e bellissima, con la voce della Jones che si alza di tono e svapora del tutto, prima che i colpi di grancassa alla fine riportino sulla terra (viene in mente anche la Beth Gibbons solista).

E mentre gli episodi minimali riescono a tenere intatta la bellezza (“Holidays”, stupenda, con droni lontani che sembrano inghiottire il pezzo, a metà, nel buio; “In the Bathroom”), sono i pezzi più arrangiati le vere perle del disco, tra cui spicca una title-track commovente, in chiusura, con il piano che, picchiando sopra la chitarra e i cori, bilancia i momenti in cui il pezzo sembra calamitato dal silenzio dell’abisso.

The Offer” è uscito, per adesso, solo in cassetta. E vale molto molto di più dei 5 dollari che costa.

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lorisp 5/10

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