Bob Corn
We don't need the outside
Una chitarra, degli amici e un un fuoco per scaldare l’anima.
Canzoni sull’amore.
Premesse banali per un disco che invece nasconde delle scintillanti gemme.
La chitarra è di Bob Corn, arpeggiata o gentilmente grattata, gli amici prestano alcune voci e tutti gli altri suoni che si possono sentire, dagli accenni di batteria ai fiati, a colorare degli scheletri di canzoni sull’amore, storie personali, non idealizzate, diverse da quelle che vanno bene per tutti e quindi per nessuno.
É tutto in tono minore e contenuto ma per questo più reale, vorresti essere davanti al caminetto con un the ad ascoltare queste canzoni.
La chitarra è suonata in maniera originale, ritmica, con pieni e vuoti, e molte pause; quasi un approccio pre war, dove la chitarra è un mezzo per narrare.
Legno e metallo.
La scrittura è buona, senza cadute di stile e con qualche punta di eccellenza da mettere nell’agenda delle citazioni da ricordare.
Per esempio una frase definitiva come “I’ve nothing to lose cause I’ve nothing to win, but now I wear my wings and I’ll flight straight to you” contenuta nella canzone di chiusura che finisce con goodnight; un epilogo in grande stile.
Gli stati d’animo che si accavallano sono tutti sommessi, ed è la serenità a dominare.
Una candela scossa dal vento che continua a bruciare
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