R Recensione

8/10

Current 93

Of Ruine or Some Blazing Starre

Con "Of Ruine or some Blazing Starre" David Tibet raffina ulteriormente il linguaggio neo-folk che aveva trovato compiuta espressione in "Thunder Perfect Mind".Qui ci troviamo di fronte ad una sorta di mantra-folk, una lunga suite ipnotica pregna di riferimenti letterari e musicali colti.Si va da un adattamento di una pavana del compositore elisabettiano Anthony Holborne ad un ripescaggio del repertorio aquitano fino alla citazione letteraria del poeta francese Pierre de Ronsard.La chiave per "leggere" l'album, come ammette lo stesso Tibet, è quella "apocalittica", una tematica da sempre esplorata dai Current 93 fin dagli esordi esoterico-rumoristi che riflette il pessismo con cui questo menestrello vede  le vicissitudini tragiche del mondo in cui viviamo.Si tratta quindi di un'evoluzione spirituale sofferta che riesce a trovare compiuta espressione in quest'album, a mio parere uno dei migliori della Corrente, che per la sua intensità può essere paragonato solo ad "Imperium", altro lavoro molto "oscuro".

Come di consueto si rivela determinante l'apporto di Steven Stapleton che cuce con grande maestria tutti i brani inframmezzandoli di tenui frammenti rumoristi che donano un'aura magica di folk-cosmico al disco.Decisivo è anche l'apporto del chitarrista Michael Cashmore : lo stile di questo musicista è unico, il suo stile "malinconico" e colto si rivela essenziale sia in fase di esecuzione che di composizione.Non si può quindi non lodare la grande capacità di Tibet di circondarsi di collaboratori di grande valore : il suo intuito nello scovare i collaboratori più oscuri e dimenticati hanno infatti mantenuto vivo il suo progetto anche attualmente.

Quindi, come detto, nonostante l'album sia suddiviso in 14 tracce, va ascoltato come un'unica composizione dove è difficile estrapolare i migliori momenti, in quanto il pregio del disco è appunto quello di crescere di intensità  man mano che l'ascolto prosegue : indubbiamente una grande dimostrazione della qualità intrinseca di "Of Ruine...".In ogni caso non si possono citare almeno la "spiritata" "Moonligth, "You Will say", in cui il recitato di Tibet si fa parrosistico e maligno nella continua declamazione mistica di "Miserere, Oh Miserre" o  "The Darkly Splendid World", dove in questo caso il testo di Tibet, accompagnato dalla chitarra e dai rumori creati ad "arte" da Stapleton, si rivela essenziale nell'evocare le sue esperienze spirituali "di perdizione" che lo consacrano come una sorta di Leonard Cohen "in nero".Da segnalare sicuramente anche  "All the World makes Great Blood", un classico da qui in avanti del loro repertorio "live" cosi' come "The Great, Bloody, Bruised and Silent Veil of the World".

Il disco si sofferma quindi, in definitiva ,su una sorta di autobiografia delle esperienze e convinzioni di Tibet, qui all'apice della carriera e quanto mai ispirato e commovente nella ricerca di un'innocenza perduta.La recente ristampa in lussuoso digipack riporta quindi fortunatamente disponibile questo piccolo gioiello pubblicato nel 1994.La splendida copertina ritrae dei dipinti del misconosciuto pittore visionario  inglese Charles Sims (1895-1928 ), dimostrando ancora l'ampiezza  nel recupero degli artisti più eccentrici  da parte di Tibet.In questo senso ha grande spazio anche il celebre pittore di gatti Louis Wain di cui vengono recitati due testi  fra cui l'incipit che apre il lavoro e che, da qui in avanti, verrà spesso preso come fonte di ispirazione in quasi tutti i lavori dei Current.

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Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 2 voti.
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