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R Recensione

7/10

Mono Town

In the eye of the storm

In effetti, più che una recensione questo potrebbe essere il racconto, breve, di un mondo nuovo, che sta per concretizzarsi sotto i nostri occhi. Deezer, il provider francese di music-on-demand in streaming e download “controllato”, principale competitor di Spotify, inizia pure a promuovere musica. Di sconosciuti senza contratti discografici. A che serve infatti un contratto discografico se hai già la musica e devi solo farla conoscere? Più o meno a niente, se chi ti offre la sua piattaforma, attiva su scala quasi mondiale, guadagna con ciò e tu, da parte tua, raggiungi (si spera) la fama e la notorietà, e pure qualche briciola di soldi (pochi, come le irritate esternazioni di Thom Yorke avevano di fatto svelato pochi mesi fa).

La prima band scelta per questo interessante progetto è un terzetto islandese, i Mono Town, che debuttano così sulla scena mondiale, dal giorno alla notte, da perfetti sconosciuti a milioni di visualizzazioni e ascolti in poche ore, pochi minuti. E sono pure bravi, come non poteva non essere vista la scommessa in ballo da parte di uno dei big del nuovo business digitale, che anche attraverso loro sta prendendo forma. A breve usciranno anche su altre piattaforme on line e in vinile. Altro segno del tempo. Niente uscita in cd, che ha ormai raggiunto gran parte del suo scopo su questo pianeta e si appresta a intasare le cantine dei genitori e dei nonni, visto che i figli e nipoti sono sempre più digitali o, paradossalmente, vintage, con il vinile in gran spolvero.

Volendo però dedicare due parole anche alla musica, i Mono Town suonano una musica neo folk rivisitata in chiave orchestrale, con una forte impronta narrativa e cinematografica. Ricordano un po’ i nostri amati Typhoon, pur senza mai eguagliarne la riuscita. Sono mediamente cupi ma capaci di tirar fuori buone sensazioni quando, come nella title track, abbinano ad un incedere deciso una discreta verve lirica. Ma possono pure far pensare ai These New Puritans (I see, Can Deny), ai Depeche Mode (Jackie O), ai The Kinks (Peacemaker), agli Stereophonics (Two bullets), a Neil Young (Yesterday’s feeling), a dei Sigur Ros un tantinello più pimpanti (Place the suond), al nostro Ennio Morricone (No more), sottolineando pure la varietà della proposta con delle buone basi di riferimento, sempre rispettate e mai abusate.

Nel futuro probabilmente c'aspetta questo. Sempre musica, fatta sempre dalle stesse sette note, tranquilli, ma sempre di più, sempre più fluida e digitale, con sempre più appassionati che di riflesso, quasi ad alleviare le fatiche di tanti ascolti veloci e superficiali, si regaleranno delle solide, lente e rituali, ripassate sui giradischi. Deezer ha scelto questi Mono Town per indicarci questa nuova via, in gran parte già attiva e funzionante. Una buona scelta, non resta che aspettare le prossime, cambiando, se ancora non l’avete fatto, le vostre abitudini musicali. Chi si ferma, è perduto.

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futuroalt-j alle 18:35 del 26 febbraio 2014 ha scritto:

I pezzi qui pubblicati nella playist sembrano davvero ascoltabili e con ottime melodie, ma per sentire l'album per intero come si può fare? non si trova da nessuna parte..

Franz Bungaro, autore, alle 8:42 del 27 febbraio 2014 ha scritto:

Si, ti confermo che l'album è molto carino...si lascia ascoltare con naturalezza e alcuni pezzi sono anche molto interessanti (tipo la title track)...venendo alla tua domanda...a parte Deezer, dove sono nati, dovrebbero uscire a momenti (probabile già sia accaduto) su tutte le altre piattaforme digitali (Itunes et similia), quindi usciranno in vinile...per le vie "non ortodosse", ammesso che qualcuno abbia già preso in considerazione questo disco, non posso riferirti con precisione, ma generalmente, chi cerca trova!