R Recensione

7/10

Antonio Pignatiello

Ricomincio da Qui

“La pioggia sfocata lungo il vetro e un po’ d’inchiostro riempie il bianco del cielo, la luna è un’aspirina che si affaccia alla finestra, mentre i treni sbuffano e sferragliano veloci all’incrocio tra i viali della verità e corso di mezzanotte, tra autobus e taxi che provengono da via del Governo Vecchio e disoccupati che non comprano più pane e rose e sbattono i denti aspettando un segnale; io mi siedo vicino ad un’osteria scrutando i passanti e le offerte della settimana – un bicchiere di rosso e un panino con la porchetta a quattro euro e cinquanta centesimi – nell’attesa di rimettere la testa sopra un cuscino con  i sogni nascosti nel suo ventre”.

A parlare è il poeta Antonio Pignatiello, ma se glielo dite, lui dirà che è un semplice “Cantastorie notturno”.

Ho conosciuto prima la sua musica, il suo primo album “Ricomincio da qui”, uscito da poco con l’etichetta torinese Controrecords, le sue canzoni. Poi sono andata a sentirlo più volte in vari live, e sempre i suoi concerti sono stati una carezza al cuore, forse perché, a differenza di molti artisti, lui non ti racconta mai le stesse cose, e non ti canta mai le stesse canzoni. Conoscerlo significa avere a che fare con una enciclopedia vivente che non segue mai due volte la stessa strada. E può spesso accadere di incontrarlo in qualche locale notturno, e, se ne ha voglia, non esiterà a cantarvi qualche canzone fino alle prime luci del mattino.

Il suo primo album nasce maturo, è un album da camera molto intimo, incentrato sulla letteratura e sulla poesia. E, naturalmente, costruito intorno ad un pianoforte. Forti le suggestioni, e bellissime le due cover che ha inserito per omaggiare due tra i suoi dichiarati maestri: “Parigi” di Paolo Conte e “Tu No” di Piero Ciampi.

Tra le sue canzoni più belle “Folle”, “Non Torna”, “Cosa Resta?”, ma diventa complicato trovare qualcosa di storto in questo disco (se non mi credete, vi sfido ad ascoltarlo!), e certamente per il suo secondo lavoro cresceranno di conseguenza anche le aspettative.

Molti i musicisti che hanno preso parte a questo album, partendo dal pianista Giuliano Valori, con cui Pignatiello ha scritto gli arrangiamenti, e il sassofonista jazz Pasquale Innarella.

Un pezzo di storia d’Irpinia entra a pieno titolo nel disco con la Banda di Lacedonia, il cantore Carmine Acocella (mandolino), Rocco Melillo (tromba), Pasquale Innarella (sax) e il paesologo Franco Arminio (Pignatiello l’ha, infatti, invitato a leggere “25 anni dopo” che diventa così un ricordo fatto d’inchiostro e musica per non dimenticare il terremoto dell’80), Paolo Camerini (Nuove Tribù Zulu, Ardecore, contrabbasso), Margherita Musto (violino), Luigi Pistillo (chitarra), e molti altri ancora. Molto belle le due Ninna nanne e la strumentale pianistica “Niente Lettere d’Amore” che sarà anche il titolo di un libro di poesie su cui Pignatiello sta lavorando (le parole che avete letto all’inizio le ho trovate dentro il suo taccuino, scritte su un tovagliolo di carta).

In “Ricomincio da qui” troverete spunti tratti da Calvino, Pasolini, Pavese, Bukowski, Tabucchi, Fante, Tondelli, e sonorità dal vecchio sapore waitsiano miscelato con un pizzico di Tenco, Ciampi, Conte, De Andrè e un retrogusto che ricorda qualcosa di Gershwin. Un ottimo primo album.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 3 voti.
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Enrico G. 8,5/10

C Commenti

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Enrico G. (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:22 del 27 maggio 2013 ha scritto:

Un bel primo album: confidenziale. Arriva dritto al cuore, utilizzando pochissimi strumenti. Mi è piaciuto molto e spero di vederlo presto anche dal vivo.

Arianna Mancini (ha votato 9 questo disco) alle 15:26 del 29 maggio 2013 ha scritto:

Intenso.

Arianna Mancini (ha votato 9 questo disco) alle 15:33 del 29 maggio 2013 ha scritto: