V Video

R Recensione

7/10

Tom Waits

Bad As Me

Parafrasando il vate Bukowski ogni nuova incisione gutturale del signor Waits è come fare un lancio col paracadute, se non si apre con chi t’incazzi? Un bel problema con quelli che sono il copyright di loro stessi, imperituri e impermeabili alla sabbia delle clessidre. Ah, il vecchio Tom. Lui la caducità del tempo l’ha prima fottuta nei suoi rugosi tratti bestiali e poi riposta per bene dentro il bagagliaio della Buick sporco di gingilli e souvenir da rigattiere. “Bad As Me” ha lo struggimento d.o.c. e l’unicità dell’ennesimo viaggio nei tempi e nei luoghi vagheggiati da quest’uomo fatto orco e poi nostalgico borderline di fumosi night-club e poi ancora accorato Caronte di anime perse. Storie vezzeggiate di dropout senza gloria e di eterni perdenti, un’umanità fessa e improbabile che t’inchioda giù in un sottoscala, ad ascoltare questo bofonchiare cavernoso tra sorci e polvere, romanzacci usati e attrezzi da officina, poster di Bettie Page e un’infinita malinconia sepolta sul fondo vuoto della bottiglia. La macchina del tempo waitsiana è assolutamente fuori sincrono, sfasata, atemporale rispetto al ricordo proustianamente inteso, appare ma non è mai davvero lo stesso posto dove eri già stato perché il passato del Nostro è un’utopica idealizzazione mentale. Una trasfigurazione permanente degli anni Quaranta e Cinquanta, rimasticati con fangosa raucedine, del cosiddetto pre-war folk, di Memphis Slim, delle sale da ballo durante la seconda guerra mondiale, del giovane James Brown soul-man e del rock and roll morto sulle pianure di Clear Lake.

“…I will have satisfaction, i will be satisfied. Now Mr. Jagger and Mr. Richards i will scratch where i’ve been itching…Before i’m gone…”

Trascorsi i fatidici sette anni dai clangori del post-blues cubista e intimamente Beefheart di “Real Gone” c’era necessità del ritorno a casa davanti il caminetto, della coperta calda e del ghigno da pazzo, che rispunta mefistofelico con tutto l’armamentario romantico-pulp del giovanotto 60enne nato sul retro di un taxi. L’orco torna a grugnire nel music-hall dispotico di “Chicago”, una tonitruante cartolina da “Swordfishtrombones” di fiati serial-killer e ritmo omicida, tanto per ribadire che la sanità mentale è un’imperfezione (citazione n.2). “Raised Right Men” puzza invece di biblica apocalisse blues, un po’ se il Nick Cave mannaro di “The Firstborn Is Dead” fosse uscito dagli inferi per catechizzarci tutti (e infatti è successo), intanto che Tommaso fa l’Howlin’ Wolf della situazione, biascica sommesso e implorante con Flea al basso e un organo stentoreo a temporeggiare.

“I had a good home but i left…I had a good home but i left, right, left. That big fucking bomb made me deaf, deaf. A Humvee mechanic put his Kevlar on wrong. I guarantee you’ll meet up with a suicide bomb…”

In “Bad As Me” c’è il sapore ritrovato del Tom che t’aspetti, che sa aspettare (Waits!) il momento giusto per azzannarti, e ulula alla luna recalcitrante nella ballad anema e core “Talking At The Same Time”, l’ennesimo affresco surrealista di soulness rusticana così vicino, così lontano, così uguale a una dozzina abbondante e comunque sempre imprescindibile, puro nelle acustiche rugginose, sax, trombone e piano lacrimevole. Le ballate assassine che piangono tutte le lacrime del mondo, un classico dell’uomo di Pomona. Un poker d’assi che fa saltare il banco con l’incantesimo alt-folk dei Calexico notturni di “Face To The Highway”, una cinematografica “Back In The Crowd” che t’immagini John Wayne a cavalcare lento, lento nella Monument Valley e il sentimentalismo spartano di “Kiss Me”, semplice e ruffiana come un grammofono a 78 giri che gracchia sulla puntina fregandosene di tutti, quando l’orco-sexy invoca farabutto alla bella “…I want you to kiss me. Like a stranger once again, kiss me like a stranger once again. I want to believe that our love’s a mystery. I want to believe that our love’s a sin…”

Nel caravanserraglio 2011 del Waits che t’Aspetta ci trovi i consueti fuochi d’artificio antidiluviani, il divertente split garage Bo Diddley-Cramps “Get Lost”, una “Satisfied” da Stones evacuati sotto i V-2 tedeschi del ‘44, il riff furfante di Keef che grattugia sul caos organizzato della pacifista “Hell Broke Luce”, e poca routine di senilità incipiente: prendere o lasciare il percussivo stomp-blues del didascalico singolo omonimo e un certo manierismo (di classe, of course) che aleggia in “Pay Me” e “Last Leaf”, quest’ultima con Richards alla voce, istantanee seppia orfane addirittura dei remoti “Blue Valentine” e “Small Change”. Partecipano vigorosi al baccanale retrò il fido Marc Ribot, Larry Taylor, Les Claypool, Casey Waits alla batteria, Clint Maedgen al sassofono, Flea e Marcus Shelby al basso e David “Los Lobos” Hidalgo, produce e collabora ai testi l’attenta consorte Kathleen Brennan, che stavolta voleva dodici compatti brani e guai a contraddirla, niente cazzeggio né lungaggini artistoidi: qualcosa tipo le confezioni delle uova, economiche e pronte all’uso “perché la gente non ha tempo”. Diavolo d’un Tom. Lui, il falso cattivo, il Mangiafuoco di un circo espressionista, il nero mancato con la Grande Depressione nel cuore, sputa fiamme, bestemmia santi, ruggisce bitume e smuove le sue ossa spigolose di chitarre, percussioni, banjo, tablas e organo a pompa. Venghino signori, il freak show è tornato in città. Se cercate un riassunto d’autore di tutti i Tom Waits possibili, un parente stretto delle Variazioni Mule, “Bad As Me” è il vostro porto, la conferma che il genio s’illumina nell’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice (citazione n.3). La solita musica per organi caldi, il solito Waits but we like it.

 

“…Take my picture from the frame, and put me back in the crowd. Put the sun behind the cloud, put me back in the crowd…”

 

 

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 14 voti.
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hiteck 10/10
Teo 7/10
magma 8/10
REBBY 7,5/10

C Commenti

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ozzy(d) alle 12:45 del 7 novembre 2011 ha scritto:

bellissima recensione davvero, troppo bella per un disco che è la solita solfa waitsiana ormai ghghgh

Totalblamblam alle 14:37 del 7 novembre 2011 ha scritto:

RE:

è vero però questi tre pezzi sono buoni...anche gli stones da 30 anni fanno sempre la solita solfa ma al 7 non ci arrivano manco di striscio ghghhg ti meriti lulu

ozzy(d) alle 17:30 del 7 novembre 2011 ha scritto:

ma poi quanto è brutta la copertina, ma che c'ha, una paresi? gli stones non ci arrivano al 7 perchè sono meno à la page di waits e cave, che ad ogni uscita prendono sempre voti altissimi di default ghghghgh

Totalblamblam alle 19:05 del 7 novembre 2011 ha scritto:

RE:

sulla copertina devi vederla dal "vivo" è meno brutta credimi e su vinile rende anche meglio del cd...ma che default e default gli stones da some girls in poi hanno prodotto solo brutture, waits invece è riuscito ad inventarsi un sound come pochi artisti sono stati capaci ed aveva alle spalle i 70 con dischi già di per se notevoli. tu questo non l'hai neppure ascoltato tutto come me in fondo ghhghgh lo prenderò appena lo trovo nella monnezza: pensa lulu è già lì ben depositata , ormai i cd prima di uscire sono già nei bargains lol

NathanAdler77, autore, alle 18:11 del 13 novembre 2011 ha scritto:

RE: gli stones da some girls in poi hanno prodotto solo brutture

Io mi fermo a "Tattoo You", lì avevano ancora un senso...Poi verrà quell'autoindulgenza forzata tipica dei pappagalli-rock stramilionari.

hiteck (ha votato 10 questo disco) alle 17:51 del 7 novembre 2011 ha scritto:

Tom Waits è Tom Waits... o lo ami o lo odi!

Una recensione eccessiva, quasi quanto la musica e la vita di Tom...

Ho scaricato ed ascoltato velocemente e mi pare di sentir rievocare alcuni dischi vecchi, in un andamento altalenante di ritmi e suoni.

Lui, pare, stia cercando di vivere più tranquillamente, la sua voce però ormai ha acquisito il suo grado indelebile di atipicità che a me, personalmente, piace e non poco, anche se sono segnato da Swordfishtrombones.

Caro Daniele, ma tutte quelle metafore ti vengono spontanee... azz... a tratti mi sentivo male!

gull alle 17:55 del 7 novembre 2011 ha scritto:

Ma Gulliver, guarda che per uno come Waits, il 7 equivale ad una mezza bocciatura. Altro che voti altissimi di default.

Io lo sto ascoltando in questi giorni nella versione deluxe (ma li mortacci loro con questi giochetti assurdi - 3 pezzi in più in un cd a parte, scomodissimo da ascoltare tra l'altro). Ci sono parecchi picchi in questo lavoro, che mi sembra si discosti parecchio dagli ultimi suoi. Qui ci sento un ritorno al vecchio Waits, quello prettamente Americano, non ancora assorbito da certe suggestioni europee, che hanno fatto la fortuna dei dischi da "Swordfishtrombones" in poi. Qui ci sento la stessa ruvidezza di "Heart attack and wine", lo stesso romanticismo di "Blue valentine": "Kiss" me ricalca in buona sostanza la title track. Un Waits auto-referenziale e piuttosto "leggero", se così possiamo dire. Rock, blues, un pò di ottimi fiati latineggianti e diverse belle canzoni. A me questo Waits maturo piace particolarmente nei pezzi più tirati, mentre mi sembra che talvolta nei pezzi più calmi faccia fatica, anche vocalmente.

A mio avviso è pazzesco che un musicista dopo una carriera così lunga ancora faccia bei dischi come questo, che forse resterà tra i suoi minori. Ma se questo è un disco minore allora.....

SamJack (ha votato 8 questo disco) alle 18:19 del 7 novembre 2011 ha scritto:

Ottimo lavoro. Quando artisti che sono in giro da tanto tempo,con una classe innata,continuano a produrre album, ciò che fa la differenza è l'ispirazione...che qua c'è tutta...

swansong alle 19:04 del 7 novembre 2011 ha scritto:

Waits o lo ami o lo odi...giusto! Allora, a parte che (nemmeno musicalmente) odio nessuno, io Waits proprio non lo sopporto (a parte, forse, qualcosa dei primissimi lavori dei 70). Ma dico una cosa: le prime due canzoni postate qua sopra proprio non si puossono ascoltare, dai! eccheccazz, ammettiamolo!!

Totalblamblam alle 19:07 del 7 novembre 2011 ha scritto:

RE:

ma che dici? sono problemi tuoi (con quell'avatarro poi) altro che inascoltabili

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 21:09 del 7 novembre 2011 ha scritto:

bel ritorno

a me sta piacendo. non so dire bene quanto. voglio ancora assimilarlo meglio. buona rece!

swansong alle 10:38 del 8 novembre 2011 ha scritto:

Eh già Stoke(d), la solita solfa..alla fine ruota tutto attorno al mio avatarro certo..un quarantenne buzzuro che ascolta i Leds, come può amare o anche solo capire il grande Tom, non parliamo poi del giudicare alcune sue canzoni! Vabbè..P.S. E poi, guardati il tuo di avatarro (?!), che io sfoggio ben fiero il mio icaro al cospetto del tuo panzone!

Totalblamblam alle 10:42 del 8 novembre 2011 ha scritto:

RE:

buahahah ci sei cascato swan ti facevo più smaliziato ormai e comunque dici delle verità un fan dei LZ et similia di certo troverà quel tipo di sound e modo di cantare osceno ammettiamolo! come il tipo del mio avatarro un ozzy con più classe

ozzy(d) alle 13:01 del 8 novembre 2011 ha scritto:

lulu piaccia o no è un disco che resterà nella storia, questo si confonderà con gli altri lavori di waits che anche tra 20 anni suonerà sempre con ribot, varenne etc ghghghgh

Totalblamblam alle 15:54 del 8 novembre 2011 ha scritto:

RE:

tu fumi troppo ghghgh quale storia la tua forse di certo loutallica è un disco banalemente scenico, summa non tanto risucita dei suoi lavori passati( mi fanno ridere quelli che dicono di difficile assimilazione), mentre queli di waits da anni sono osceni: obsceni: off scene

hiteck (ha votato 10 questo disco) alle 13:24 del 8 novembre 2011 ha scritto:

Ascoltare musica è una azione talmente soggettiva, umorale e ambientale che forse non conviene nemmeno commentarla, né recensirla... si ascolta piace? Si, no, forse... non ci torturiamo con musica che non ci piace.

Diverso è discutere di arte: il prodotto va visto singolarmente ma è troppo limitativo, quasi un errore, non conoscere l'artista, i precedenti, la carriera, capire cosa l'ispira e cosa vuole dire con quell'opera.

Una volta, Tom Waits si è autointervistato. Ha chiesto a se stesso: «Che cos’è un gentiluomo?». E si è risposto: «Un gentiluomo è un uomo che sa suonare la fisarmonica, ma non la suona». Quando gli chiedono conto di questa risposta, dicendogli che si tratta di un autentico colpo di genio, una strepitosa, lieve incursione nella profondità e nella metafora, lui scrolla le spalle e dice: «Volevo solo essere divertente. Comunque, solo perché sai fare una cosa, non significa che devi farla sempre».

Lezabeth Scott (ha votato 6 questo disco) alle 19:05 del 9 novembre 2011 ha scritto:

Pensavo peggio...

Giuseppe Ienopoli (ha votato 6 questo disco) alle 10:49 del 10 novembre 2011 ha scritto:

... sei nella norma Betthy!

... difficilmente ti riesce di pensare meglio!

Lezabeth Scott (ha votato 6 questo disco) alle 17:32 del 10 novembre 2011 ha scritto:

RE: ... sei nella norma Betthy!

E difficilmente rimango delusa, infatti. E poi, suvvia, Waits ormai è un pensionato che si diletta a fare musica e scrive ancora cosine carine (perchè quando sei Waits devi farci proprio apposta a fare schifo). Da ascoltare un giorno o due e poi passare ad altro. A qualche "giovanotto" possibilmente. ghgh

Giuseppe Ienopoli (ha votato 6 questo disco) alle 14:57 del 13 novembre 2011 ha scritto:

… filosofia a buon mercato!

… Let it be Lezabeth … l’uomo arriva come un novizio ad ogni età della vita!! … e poi meglio un pensionato oggi ( neutral milk with biscuits! ) che un giovanotto domani e magari “fanfarlo-ne” …

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 16:49 del 13 novembre 2011 ha scritto:

peccato per le ultime quattro tracce...

disco di livello fino alla 8, fino a Bad As Me. cala nel finale. le ultime quattro canzoni le trovo esageratamente autoindulgenti.

con un minimo di editing intelligente, si sarebbe trattato d'un disco-top.

4 stelle, non proprio piene.

ozzy(d) alle 12:19 del 14 novembre 2011 ha scritto:

voodoo lounge è ancora un grandissimo album, poi la repetitio ad nauseam la si perdona a chi mira allo svacco e al it's only rock and roll but i like it, non certo a chi pensa di toccare crismi da poeta e letterato.... e comunque gli stones hanno scritto gimme shelter, miglior brano rock di sempre e stop alle discussioni ghghgh

simone coacci alle 13:17 del 14 novembre 2011 ha scritto:

RE:

Scusate se protraggo l'OT ma a me Voodoo non piace tanto (quasi per niente), salvo giusto un paio di pezzi.

"A Bigger Bang" invece mi pare molto più arzillo: il migliore dagli anni 90 in poi.

Totalblamblam alle 14:40 del 14 novembre 2011 ha scritto:

RE:

dai su un disco retrò in cui riprendono idee vecchie di 60 anni na ciofeca colossale e sapevo che l'avresti scritto dovevo puntare 100 pounds alle scommesse ghghg...non conosco il bang boom bigger sarà frutto del viagra? nella munnezza non si vede mai non avrà venduto molto come il nostro mantovani

simone coacci alle 17:29 del 14 novembre 2011 ha scritto:

RE: RE:

Si, in pratica, per loro stessa ammissione, hanno dato ascolto ai fan che definivano "Exile" il loro miglior disco di sempre e hanno cercato di scrivere i nuovi pezzi un po' ricalcando quello stile. Non si sono avvicinati neanche lontanamente all'originale ma un 5,5/6 secondo me lo artiglia. Per dei quasi settantenni non è proprio da buttare.

Totalblamblam alle 18:52 del 14 novembre 2011 ha scritto:

RE: RE: RE:

non solo exile ma se ben ricordo anche roba anni 60 tipo she's a rainbow quel chamber pop con clavicembalo ... comunque un cd che ho nella mia sezione munnezza da rifilare via al più presto

NathanAdler77, autore, alle 20:00 del 14 novembre 2011 ha scritto:

RE: voodoo lounge è ancora un grandissimo album

Un po' prolisso ma contiene il miglior singolo da "Start Me Up" ("Love Is Strong", con video strafiko di Fincher), ed è comunque il più dignitoso dell'ospizio Stones: merito anche della produzione paracula-vintage del volpone Don Was, che aveva già fatto buone cose su "Brick By Brick" d'Iggy. Sul Grande Big Bang concordo con Simone, lavoretto onesto e divertente (altri a quell'età vanno ai giardinetti coi nipotini).

FrancescoB alle 8:52 del 19 novembre 2011 ha scritto:

Per me Waits è un monumento e qui secondo me ha fatto ancora cose egregie: sempre riciclando i consueti stili e stilemi, raggiunge ancora una volta risultati discreti, ed un po' più movimentati rispetto agli ultimi lavori.

TheRock alle 8:44 del 23 febbraio 2012 ha scritto:

copia un po' howlin wolf e captain beefearth con la voce, però gli arrangiamenti sono sicuramente belli e di qualità elevata.

magma (ha votato 8 questo disco) alle 20:30 del primo aprile 2012 ha scritto:

Ennesimo gran disco di Waits. Vero che non è un capolavoro e che in fondo è sempre la solita solfa, ma la classe è ancora tanta.