C Capitolo 59 - Alternative country e neo-folk - pagina 2 di 8

59 - Alternative country e neo-folk (2/8)

R.e.m. , il sentiero che riconduce verso i territori del pop-rock. Di fronte al movimento alt. country di lì a poco si presenta, infatti, un bivio: perseguire fedelmente la strada della tradizione o battere nuove strade. È proprio quel bivio, nel 1994, a spaccare gli Uncle Tupelo in due e a separare le strade dei due leader Jay Farrar e Jeff Tweedy che vanno a formare, rispettivamente, Son Volt e Wilco.

I primi, all’esordio nel 1995 con “Trace” proseguono sulla falsariga del gruppo originario di Farrar, alternando ballate country desolate e malinconiche a sporadiche esplosioni sonore, strada che continueranno a battere anche nei dischi successivi trovandosi peraltro in ricca compagnia:Whiskeytown, Cash Brothers, Scud Mountain Boys, Lambchop, Willard Grant Conspiracy e 16 Horsepower sono solo alcuni dei gruppi che procedono, seppur in modi diversissimi, lungo quelle coordinate percorso musicali. Nei dischi dei Willard Grant Conspiracy, al debutto nel 1996 con “3 A.M. Sunday @ Fortune Otto's”, il country si sposa col folk e con un’atmosfera fosca e drammatica, vicina ai toni chiaroscurali di gruppi d’oltreoceano come Tindersticks e Jack, maturando ulteriormente negli anni fino al capolavoro del gruppo, “Regard The End”(2003): il disco esce per la Glitterhouse, seminale etichetta tedesca che per tutti gli anni ’90 ( e oltre) si rivela fondamentale per l’importazione in Europa di quei suoni.

Tra i gruppi importati nel vecchio continente dalla label ci sono anche i 16 Horsepower, formazione che debutta col disco omonimo nel 1995 e che ruota attorno alla figura di David Eugene Edwards, autore di un country drammatico ed oscuro, impregnato di toni predicatori, che vaga tra gospel e folk rurale e che riprende la vena mistica del Nick Cave più visionario: un discorso sonoro che proseguirà nel 2001 col nuovo gruppo di Edwards, i Woven Hand.

Provengono da Nashville i Lambchop, che nel secondo disco, “How I Quit Smoking” (1996), suonano un country più o meno tradizionale, nella tradizione della loro città d’appartenenza, seppur già caratterizzato da un sontuoso suono orchestrale: già due anni dopo, con “What Another Man Spills” cominciano a dare i primi segnali di cambiamento, coverizzando a sorpresa la star della blaxploitation Curtis Mayfield, primo segnale di quello che succederà nel disco successivo, il sorprendente “Nixon”(2000) dove il country si fonde miracolosamente col soul orchestrale di philadelphia: un accostamento bizzarro sulla carta ma che funziona meravigliosamente nella pratica, facendo del gruppo di Kurt Wagner ( ma sarebbe più appropriato parlare di ensemble) uno dei gruppi più originali dell’intero movimento.

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