C Capitolo 38 - I revival degli anni '80 - pagina 1 di 5

38 - I revival degli anni '80 (1/5)

Se fenomeni degli anni ’80 come synth pop e college-rock guardano parzialmente al passato, recuperando, rispettivamente, sonorità glam e folk-rock, ma filtrando, contaminando e storpiando quel recupero attraverso la lente deformante del fenomeno new wave, quasi contemporaneamente, avviene in altri luoghi e attraverso altri gruppi, un recupero di tradizioni musicali più antiche.

Anche in questo caso però il recupero non può prescindere dagli eventi che hanno segnato il rock nei decenni: nuovi gruppi e suoni sono ormai entrati a far parte del dna musicale americano, dai Velvet Underground a Bob Dylan, dal country-rock alla psichedelia passando per il Garage, i ’60s sono ormai parte dell’eredità storica del rock americano e quindi anche gruppi che ripropongono le sonorità senza tempo del country o del roots rock non possono che risentire di quelle influenze, più o meno consapevolmente.

L’esempio più indicativo è il fenomeno del cosiddetto Paisley Underground, rivisitazione del jangle pop dei Byrds attraverso il prisma sonoro della psichedelia: è un fenomeno di breve durata, che dura lo spazio di pochi anni, dall’inizio alla prima meta degli anni’80, e coinvolge gruppi come Dream Syndicate, Rain Parade, Green On Red, Three O’Clock e Long Ryders.

Sono i Dream Syndicate ad aprire le danze, con “The Days Of Wine And Roses”(1982): il gruppo è influenzato tanto dai Byrds, quanto dai Velvet Underground (straordinaria la somiglianza del cantato di Steve Wynn con quello di Lou Reed), anticipa R.e.m e Smiths nel ritorno al rock chitarristico, anche se non ne condividerà le fortune artistiche; nel successivo “ Medicine Show”(1984) Neil Young diventa l’influenza dominante del gruppo, mentre con “Out of the Grey”(1986) il gruppo sembra perdere quell’aura magica che l’aveva reso immune dai suoni new wave.

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.