C Capitolo 19 - Il proto punk di Detroit - pagina 1 di 2

19 - Il proto punk di Detroit (1/2)

Com’è noto, Detroit è stata la città della Motown, l’etichetta pop-soul per eccellenza, di formazioni garage-rock come Awboy Dukes e ? & The Mysterians e dei Grandfunk Railroad: ma Detroit è anche la città di MC5 e Stooges, due formazioni fondamentali per quel suono che, passando per la New York delle New York Dolls e del CBGB ci porta dritti al punk del 1976. Non s’è solo un suono, ma anche un’attitudine, deviata e (auto)distruttiva, che trova voce per la prima volta nelle due formazioni e che segna una fattura epocale con le esperienze passate del rock.

Il disco più celebre degli MC5 è un live del 1969, “Kick Out The Jams”: le orecchie dell’ascoltatore sono immediatamente aggredito da una miscela estrema e primitivo di rhythm’n blues e rock’n’roll , mezzo per incanalare la rabbia interiore e strumento per John Sinclair, vocalist del gruppo nonché leader delle White Panthers, ala rivoluzionaria dei movimenti antagonisti studenteschi dell’epoca, per enunciare i propri proclami politici.

Non vi è invece alcuna vena politica nei dischi degli Stooges, che aggiornano piuttosto la rabbia e lo scontento adolescenziale del rock’n’roll anni’50 al clima tetro e lugubre dei tardi anni ’60, dopo la fine dell’idealismo della controcultura di Greenwich e dell’utopia hippie. In appena tre dischi e 6 anni di vita gli Stooges pongono le basi musicali per la prima ondata punk del ’76, non solo a livello musicale ma anche prefigurandone l’ideologia; Iggy Pop, in un periodo in cui la rockstar veniva idolatrata dal pubblico e messa su un piedistallo, si mette in ridicolo di fronte al pubblico, si umilia, si colpisce con il microfono: si tratta di una sorta di esorcismo pubblico di un malessere interiore e generazionale e di rivoluzione dei ruoli che dai Sex Pistols in poi diverrà la regola .

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