C Capitolo 28 - Il punk di New York - pagina 1 di 4

28 - Il punk di New York (1/4)

Fenomeno sbocciato in America nell’ambito della cosiddetta new wave, onda anomala di gruppi in rotta con la tradizione musicale destinati a sconvolgere il rock dalle fondamenta, il punk nasce a metà anni ’70 a New York, in club come il CBGB’s e il Max Kansas City e deflagra nel 1977 in Inghilterra emergendo prepotentemente dall’underground e divenendo caso nazionale. È una musica che nasce come reazione contro la società e la musica del tempo, espressione di un malessere diffuso che ha molte cause: da una parte c’è una nazione, quella americana dei tardi ’70, disincantata e ancora scossa dalla guerra del Vietnam,guerra con cui per la prima volta viene intaccata l’immagine utopistica dell’America; d’altra parte i problemi non sono nemmeno più controbilanciati dalle utopie del decennio precedente: le ceneri del fenomeno hyppie sono ancora calde e la musica ha perso il suo carattere sociale per andarsi a rifugiare in forme acute di individualismo.

Il rock è stato ormai inglobato dal mainstream e svuotato di tutti i suoi elementi destabilizzanti, spesso ripiegato su sé stesso in una riscoperta sterile delle radici mentre molta musica cosiddetta alternativa si è andata ad incanalare nei labirinti barocchi e spesso vuoti del progressive .

In questo quadro il punk viene giù dritto come una bomba: non è una reazione con uno scopo preciso, non c’è un doppio fine né un obiettivo, se non quello di dare una valvola di sfogo al proprio disagio e allo stesso tempo fare tabula rasa col passato recente, andando a recuperare le sonorità del rock’n’roll degli anni’50 esasperandone i tempi e sfregiandone il suono.

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