Toto
Hydra
Questo secondo album dellancor oggi attivo gruppo di Los Angeles è considerato, oltre che uno dei loro migliori, il più vicino al genere progressive. Laccostamento è in realtà molto blando qualche nesso si può trovarlo innanzitutto nella copertina col tizio immortalato nelle fogne che, impugnando lo spadone medievale (emblema del gruppo), fa tanto Highlander. Pruriti progressivi sono effettivamente presenti nel brano eponimo che apre il disco, col suo atmosferico preambolo tastieristico e più in là il lungo intermezzo strumentale farcito di cambi di tempo e di dinamiche, ma sono aspetti secondari il calderone dal quale attingono i Toto è sempre stato e sempre sarà un misto di pop, rhythm&blues, hard rock, jazz fusion, Elton John e Beatles, Led Zeppelin e Stevie Wonder, centrifugati tutti insieme e resi con una ricetta tutta loro, molto americana anzi molto californiana.
I migliori episodi di questo lavoro si rivelano essere la pianistica St. George and the Dragon grazie al bel lavoro di David Paich che pesta efficacemente il suo strumento scandendo gli ottavi nello stile dei Supertramp, coadiuvato da una ritmica molto serrata e dall ampia e ricca arcata melodica percorsa dalla voce squillante e potente di Bobby Kimball, poi la ballata 99 dal controverso destino presso gli estimatori dei Toto (cè chi la avversa parecchio e chi invece la vede come vertice di questalbum). E cantata dall autore, il chitarrista Steve Lukather, col suo stile dolente e romantico, ma ciò che la rende ben riuscita a mio parere è linimitabile groove di rullante del maestro Jeff Porcaro, una specie di rotolio da lui brevettato, ricolmo di dead notes di difficile esecuzione che, dopo la sua scomparsa, nessun altro è stato capace di replicare.
La seconda parte del disco è lievemente inferiore e si sostiene con un paio di rock vigorosi, specialmente White Sister in forza della fluviale, smargiassa performance chitarristica di Lukather alle prese col suo lato artistico più metallaro e virtuoso. La similmente andante All Us Boys è meno torrenziale, in specie perché lasciata all interpretazione dellautore Paich che tiene uno stile vocale colloquiale e scuro, del tutto meno esplosivo della tesa e sanguigna emissione del frontman principale Kimball.
Mama è labituale concessione funky/rhythm&blues riservata a questo dotato cantante, il quale tiene a questo genere musicale più che a qualunque altro e quindi tende a riversarvi il suo impegno compositivo col gruppo. E un brano sincopatissimo, palestra ideale per tutta una serie di stentoree e scolpite, oppure agili e sommesse cellule armonico-ritmiche da parte di un po tutti, chitarra tastiere e sezione ritmica.
Il disco chiude, come tanti altri della formazione, con il contributo morbido e disteso dellaltro tastierista Steve Porcaro, un tizio che da un pezzo sta vivendo di rendita già semplicemente coi proventi della sua Human Nature, fortunatissima ballata donata a Michael Jackson per linclusione nellalbum Thriller, lavoro dalla proverbiale, mastodontica fortuna commerciale (più di cento milioni di copie smerciate in giro per il mondo).
Classe da vendere (sin da giovani in questo disco i musicisti sono ancora quasi tutti sui venticinque anni o anche meno), completa padronanza degli strumenti e delle tecniche di arrangiamento, molta passione per la musica rock e jazz e pop in quanto tale e per i relativi maestri passati e presenti daltra parte nessuna aspirazione da messaggeri sociali, niente malesseri profondi da esternare, nessun credo o religione da propagare, niente velleità visionarie o concettuali, quasi nessuno sforzo testuale nel senso che le liriche servono solamente a far esprimere il cantante e quindi ad aggiungere lo strumento voce all insieme questi erano e sono ancora i Toto: la musica per la musica, creata ed eseguita con tanta passione e zero concettualità, prendere o lasciare. Per tali ragioni questo disco, i tanti dischi dei Toto piacciono o non piacciono, attraggono o respingono.
Massimo rispetto per quanto mi riguarda: questi stanno ancora assieme e girano il mondo e fanno dischi, invece di pensionarsi e rincoglionirsi dentro le loro piscine. Si sono presi dei mercenari per anni in effetti suonavano tutto e con tutti (pure Cocciante, pure Baglioni), ma era perché piaceva loro farlo (e perché lo sapevano fare bene). Il gruppo esiste da trentotto anni, ad onta dei suoi morti (i due Porcaro batterista e bassista) e del fatto che sia da tempo immemore del tutto fuori dal grosso giro: tanto di cappello.
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