Eels
Hombre Lobo
L'artista è un lupo solitario. Ulula tutto solo. Il che però non è così terribile, perchè ha il privilegio di essere in contatto con il proprio inconscio. Sa dare alle sue emozioni una forma, uno stile. Fare arte non è una terapia, è un atto di sopravvivenza. Una garanzia di salute mentale. La certezza che non ti farai del male e che non ucciderai qualcuno.
(Louise Bourgeois)
Il lupo nella storia del rock (e della musica contemporanea). Questo si che sarebbe un bello spunto per una tesi di laurea, il titolo ideale di un’interessante studio culturale e antropologico. Perché la musica rock, specialmente quella americana, s’è un po’ sempre nutrita di quest’ attitudine istintuale e animalesca. Di questa iconografia scenica e sonica da ritorno alla natura primigenia e primitiva. Londoniano richiamo della foresta. Dal mitico dj Lupo Solitario al grande blues-man Howlin’ Wolf, dagli Steppenwolf di Easy Rider e Born To Be Wild ai Wolfmother. Il lupo piace, c’è poco da fare. Animale irsuto e virile, abitante della notte e dei grandi spazi dell’immaginaria frontiera selvaggia e pre-agricola, metafora d’indicibile sofferenza e incontenibile sensualità (come non citare a questo punto la metamorfosi-erezione del grandissimo “Un Lupo Mannaro Americano A Londra” di John Landis?). E se perfino una depilata Shakira si presenta al grande pubblico come rediviva She Wolf vuol dire che l’epidemia del canis lupus ha raggiunto davvero livelli preoccupanti.
Non stupisce, dunque, che un personaggio ispido, ombroso e un po’ lupesco come Mark Oliver Everett, in arte Mr E, scelga l’ Hombre Lobo, che poi in spagnolo sarebbe il “werewolf”, il mitologico “uomo-lupo”, quello che i medici chiamano, con un termine tecnico che suona, se possibile, ancora più inquietante, licantropo, per questo suo ritorno alle radici dell’american music più profonda e viscerale. Albo numero sette come Eels (decimo contando i primi tre firmati E) che arriva a quattro anni dal tour de force stilistico, strumentistico e autobiografico del doppio Blinking Lights And Other Revelations e sceglie, dicevamo, un approccio decisamente più grintoso, essenziale e diretto. Come da sottotitolo: dodici canzoni sul desiderio. E una carnalità fervida ed impellente, aggiungiamo noi. Una specie di concept che vira sul vitalismo insaziabile e frustrato dei sensi più che indulgere al solito pessimismo cosmico.
Che poi, musicalmente, il tutto si traduce in due tipologie di brani: rock-blues muscolari e movimentati, da una parte, dall’altra tutto un repertorio di ballate elettroacustiche gradevoli, anche se alla lunga un po’ ripetitive. Nel primo caso il lupo barbuto avanza alla testa d’un branco di pezzi d’artiglieria come Prizefighter, stomp elettrico e watersiano dall’incedere classico e affannoso, l’escandescente e memorabile Tremendous Dynamite in cui il licantropo, fra distorsioni heavy e urla sgraziate, può sfogare la sua libido ferina su un canovaccio che ricorda vagamente quello di Five To One dei Doors, Lilac Breeze,garage-beat puberale dal ritornello straordinariamente catchy e ballabile e Fresh Blood swamp- rock su scheletro elettronico con Mr E che ulula al cielo tutta la sua atavica fame di sesso e libertà.
Gli altri pezzi ripiegano invece su una visione più romantica ed sublimata dei rapporti umani e sentimentali: l’intimismo chitarristico e sofferto di That Look You Give That Guy, triste confessione d’amore e autocommiserazione, con la voce roca e rassegnata, il basso scandito di Kool G. Murder, e la chitarra arpeggiata dello stesso E; un college-pop adolescenziale come In My Dreams; un piccolo gioiello per voce e acustica come The Longing , dolore asciutto, pelle arsa dal sale delle lacrime e del sudore (“The longing is a friend/ A way to stay close/ And feel like she's here/ And feel like she knows”); una serenata ornata d’archi e xilofono come In The Beautiful Things (coi due versi iniziali a condensare la poetica d’una vita: “Everyday I wake up, wonder why/ I'm alone when I know I'm a lovely guy”) e il madrigale con tenui interventi di slide e tastiere Ordinary Man (pennellate d’un ispirato autoritratto: “well it's another warm day/ in the city of cold hearts/ they all just play the part/ of who they are/ and I'm here on my own/ I'd rather be alone/ than try to be someone that I'm not”).
Anche se poi basta un congedo come Beginner’s Luck, punk’a’billy dai tratti quasi ska, a farci capire che Mr E ha ormai imparato a scherzare col suo lato oscuro, a non fare male e a non farsi male. E se perfino il più accanito dei loser alla fine può ambire ad un matrimonio lampo con tanto di fuga a rotta di collo stile “Il Laureato”, c’è speranza per tutti di trovare, per condizione o per scelta, una luce in fondo al tunnel della solitudine.
Sito Ufficiale: www.eelstheband.com
Myspace: www.myspace.com/eels
Video:
- "Fresh Blood" : http://www.youtube.com/watch?v=dOapjBTqLLs
- "That Look You Give That Guy" : http://www.youtube.com/watch?v=wREjT7DlI7M
- "Prizefighter" : http://www.youtube.com/watch?v=1fLQ9ATx7n8
- "Tremendous Dynamite" : http://www.youtube.com/watch?v=6wFrRss7QNg
- "In My Dreams" : http://www.youtube.com/watch?v=qoqZOR9DTi4&feature=related
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