Quintorigo
English Garden
Piazza pulita. Square one, again. Senza paura e con uno scatto di reni, i Quintorigo, forti della loro storia, ma per nulla intimoriti da essa e dai tanti premi vinti nei più svariati contesti, ricominciano con un nuovo spirito e con un nuovo cantante, Luca Sapio, già rodato durante la tournée “Quintorigo – Le Origini” e subentrato a Luisa Cottifogli. Quest’ultimo si rivela un incredibile singer ed è a dir poco impressionante scorrere il suo curriculum vitae: dagli studi al conservatorio, seguendo anche maestri di canto non occidentale (sa cantare in modalità Tuva e seguendo altre particolari tecniche emissive della voce africane ed orientali), all’aver eseguito in ripetute occasioni il repertorio degli Area con gli ex-componenti di quella immensa esperienza musicale (la cui ultima reunion è stata fortemente voluta proprio dal compianto Giulio Capiozzo).
Sono “altri” Quintorigo questi di oggi e non sentono più il bisogno di trovare una personale espressività appropriandosi del repertorio appartenente alla storia della musica (che si tratti dei Deep Purple, dei Nirvana, di David Bowie, di Jimi Hendrix o di Tom Waits): gli attuali Quintorigo hanno metabolizzato tutti i personaggi che hanno idealmente incontrato nel loro percorso e, senza il bisogno di rendere loro tributo, hanno seminato il loro fecondo solco sonoro in modo tale da raccogliere oggi frutti dalla polpa unica, anche se dal sapore antico. L’incrociarsi, quasi in uno scontro a fuoco, di violino, viola, contrabasso, violoncello, sotto il vento potente di voce e sassofono ancora in questo 2011 rivela che per fare alt-rock non servono basso, chitarra elettrica e batteria. L’urgenza emotiva dei Quintorigo è talmente forte da ridicolizzare una miriadi di band che si fregiano del titolo di rock-band. Eppure la formazione è ben oltre il rock, abbracciando (come sempre e più che mai), blues, avant-jazz, post-punk, spigoloso prog e pop.
The Fault Line è il manifesto di questa rinascita. Un brano come Burning Doubts è tale da dare il senso ad una intera carriera, suadente e ammaliante fino al midollo dell’anima. Singoli radiofonici come Teardrops e How Does It Feel hanno un tiro micidiale, un gusto realmente “alternativo” e dimostrano il livello di scrittura a cui il gruppo di Andrea e Gionata Costa, Valentino Bianchi & soci sono giunti. Magneticamente mesmerica e allo stesso tempo pericolosamente tagliente, Somewhere Else, nella quale, fra l’altro, la voce di Luca Sapio subisce una ulteriore metamorfosi attraverso una qualche strana modalità di “vocoderizzazione”. Stupefacente, sempre per la strumentazione utilizzata, la piega hard di Sheperd of the Sheep. Risulta priva di valore aggiunto la partecipazione dell’attrice/cantante Juliette Lewis (in How Does It Feel è accettabile ma in Lies! è quasi irritante): davvero sfigura in confronto alle magistrali performance di Luca Sapio. Non trovo sia banale dire che non rimpiangerete John De Leo. Non volevo citarlo per forza, ma avvertendo la domanda nell’aria, mi sono portato avanti con la risposta.
C’è poco altro da aggiungere per il primo album in lingua inglese dei Quintorigo, se non che è bello ritrovarli così vivi e veementi: in concerto, poi, hanno già dimostrato le potenzialità di questa uletriore line-up. Non resta altro che scoprirle anche voi nella tournée iniziata già da qualche giorno.
22 gen Perugia, Urban Club
27 gen Milano, FNAC showcase
28 gen Milano, CS Leoncavallo
03 feb Torino, Spazio 221 – (ore 18 FNAC showcase)
05 feb Lecco, L'officina della musica
10 feb Roma, FNAC showcase
11 feb Roma, Circolo degli Artisti
12 feb Salerno, Iroko
19 feb Brescia, Latte+ live
25 feb Genova, Blue Moon – (ore 18 FNAC showcase)
26 feb Firenze, Flog – tbc (ore 18 FNAC showcase)
04 mar Cortemaggiore, Fillmore
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