R Recensione

10/10

Neil Young

After The Gold Rush

Quando penso alla melodia, al suono eufonico nella sua forma più pura, all’essenza, al succo dell’armonia, penso a questo disco. Ciò che mi ha sempre enormemente sorpreso in quest’opera dell’orso solitario, non è come in altre la voce di sale, sono i tempi. Questo vinile è di canzoni corte, composizioni brevi che raramente superano i tre minuti, ma che sanno dischiudere momenti eterni, aprire minuti che sembrano intere stagioni, estati e inverni, e non solo dell’anima. Quanti colori, quali algide sensazioni e profumi si rivelano a noi in quei brevi istanti, fluttuano nel vapore grigio e atemporale, nell’umidità incantata di questo disco. Visioni oniriche e idilliache, ambientali, naturalistiche, il sogno del riscatto umano dopo la corsa all’oro, dopo la ferina conquista della frontiera. Condivisione di esperienze, idillio nella natura, boschi verdissimi e cieli argentei e splendenti, corsi d’acqua di fluente cristallo. Quanta purissima illusione e fiducia in questa pagina del giovane Young, parole sole e tremule di un periodo strano e violento, quanta dovizia di utopia, ubriaca e irrispettosa. Una frontiera si avviava al tramonto ma l’orizzonte ancora copriva altri e forse peggiori presagi.

L’ideale perseguito dal canadese si esprime a pieno in questo disco fragile, ma allo stesso tempo corale e partecipato da quel senso di comunione che amalgamava le vite degli anni ’60. Un lavoro che prende distanza dagli inizi di carriera e delinea meglio l’autonoma figura di Neil Young come cantautore sottile e melanconico, accompagnato in questo momento dai Crazy Horse, di cui ancora non compare il nome, e da alcuni amici fidati come Steve Stills e Nils Lofgren.

Non importa affatto se a rapirvi sarà la bella armonia estiva di Cripple creek Ferry o il fascino notturno di Only love can break your Heart, la filastrocca di Till the morning comes o l’invettiva elettrica di Southern man, rimarrete comunque imbarazzati per come questi accordi, smaschereranno i vostri cuori, lasceranno le vostre anime nude, eliminando ogni filtro. Non importa se il canadese sbagliò previsione, quella testimonianza rimane impiantata come spina nel fianco del genere umano e come critica appare ancora più appropriata oggi, dianzi a un mondo che ha smesso di pensarsi per alternative.

La musica di Neil Young desta fastidio alle nostre vite impure, ritornano a fluire i sentimenti dei quali oggi abbiamo smarrito l’abitudine, ci si riscopre sensibili tra un respiro e un fremito, sorpresi da una goccia d’acqua che scivola via. La musica di Neil Young è una dolce malattia che sfiora l’anima, un’affezione che può far perdere la sicura strada del ritorno.

Non posso dire molto di più, per ragioni di timidezza; trattare un pezzo di vita in poche parole non viene facile, lavorare una pagina sola intrisa di così ampie emozioni è addirittura avverso. La vita quando si mischia a emozioni, note e colori è materia delicata e facilmente suggestionabile.

V Voti

Voto degli utenti: 9,3/10 in media su 50 voti.

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 10 questo disco) alle 19:21 del 19 gennaio 2007 ha scritto:

Il migliore di Neil Young

come da titolo. A mio avviso l'apice artistico del cantautore canadese. E complimenti per la "prosa poetica" degna e appropriata per la situazione.

DonJunio (ha votato 10 questo disco) alle 19:58 del 19 gennaio 2007 ha scritto:

la corsa all'oro

E bravo alfo. Personalmente troverei difficile recensire quest'album, non il primo che mi procurai di neil, ma di fatto il "responsabile" del mio folle amore per il canadese. Impossibile fare una descrizione track by track. Inutile cercare di fissare ...

arquimede (ha votato 10 questo disco) alle 20:01 del 19 gennaio 2007 ha scritto:

Quoto Peasyfloyd

"After the gold rush" è l' album di N.Y. per me più emozionante. Devo anche dire che io AMO la versione folk di Neil, secondo me la versione "rockeggiante" non gli si confà (tranne rare eccezioni), anche se questa è puramente questione di gusti ...

Alfo, autore, alle 8:51 del 20 gennaio 2007 ha scritto:

Eh sì, non sarà mai possibile una recensione che onori appieno questo album immacolato.. Personalmente mi troverei nella situazione di DonJunio (in grave difficoltà) con Harvest... responsabile, forse un po' banalmente, del mio folle amore per il vecchio Neil.

AndyHood (ha votato 10 questo disco) alle 23:01 del 30 marzo 2007 ha scritto:

troppo...

...questo è album è troppo. Troppo struggente.. Da grande fan di Neil Young , questo è paradossalmene il disco che ho ascoltato di meno nonostante sia probabilmente il suo vertice creativo-musicale..ma è talmente intenso da fare male...

greg ranieri (ha votato 9 questo disco) alle 15:22 del 27 aprile 2007 ha scritto:

neil young in uno dei suoi apici artistici

Mr. Wave (ha votato 9 questo disco) alle 12:46 del 2 maggio 2009 ha scritto:

Una delle opere più ispirate e appassionate della rigogliosa carriera del songwriter di Toronto. Irripetibile mistura stilistica di ballate country agrodolci, tenui acquarelli folk, e inebrianti sentieri elettrici, che nel corso degli anni faranno scuola ad una miriade di adepti e proseliti del grande 'Loner'.

lev (ha votato 9 questo disco) alle 23:46 del 6 maggio 2009 ha scritto:

medaglia d'oro ad harvest, questo si gioca quella d'argento con on the beach

DucaViola (ha votato 8 questo disco) alle 8:53 del 5 agosto 2009 ha scritto:

Gran disco... non so cos'altro dire se non il fatto che mi emoziona molto.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 17:20 del 10 maggio 2010 ha scritto:

Bello, ma non così straordinario;solo a tratti riesce ad essere emozionante. Tra i brani che vanno menzionati ci sono sicuramente l'epocale Southern Man e la struggente title-track.

FrancescoB (ha votato 10 questo disco) alle 19:46 del 10 maggio 2010 ha scritto:

Per me è fra i 3-4 dischi del Nello che merita il massimo dei voti. Un tempo preferivo di un filo "Harvest", oggi è vero il contrario: qui non ci sono punti deboli, solo una sequela di canzoni straordinarie. La mia preferita è "Birds".

lev (ha votato 9 questo disco) alle 20:49 del 10 maggio 2010 ha scritto:

bart, ma allora te le cerchi!

bart (ha votato 7 questo disco) alle 21:51 del 10 maggio 2010 ha scritto:

RE:

Ma perchè ogni volta che do un giudizio che non corrisponde a quello della maggioranza vengo attaccato in questo modo. Quando giudico un disco non lo faccio per provocare o per il gusto di essere contro corrente, ma perchè penso davvero quello che dico.

lev (ha votato 9 questo disco) alle 22:49 del 10 maggio 2010 ha scritto:

ma guarda che stavo scherzando, non hai visto la faccina?

bart (ha votato 7 questo disco) alle 23:05 del 10 maggio 2010 ha scritto:

Ok, spero che dopo questo mio commento non si apra la discussione che c'è stata per i Clash. Dopo che mi sono permesso di criticare London Calling, è successo un macello.

4AS (ha votato 10 questo disco) alle 12:43 del 11 maggio 2010 ha scritto:

Mi dispiace bart, qui sei indifendibile! Scherzo ovviamente . Io lo trovo magnifico, migliore di "harvest", "after the gold rush" è la mia canzone preferita dell'orso solitario ma penso sia un disco struggente dall'inizio alla fine.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 12:58 del 11 maggio 2010 ha scritto:

Il mio preferito di Neil Young è Rust Never Sleeps: "My My, Hey Hey (Out Of The Blue)" fa venire i brividi.

NathanAdler77 (ha votato 10 questo disco) alle 16:39 del 18 ottobre 2010 ha scritto:

"...I'm Only Waiting Till The Morning Comes..."

Uno dei vertici di Neil, eterno e arioso come un tramonto autunnale.

casadivetro (ha votato 10 questo disco) alle 5:24 del 23 marzo 2011 ha scritto:

Brividi

Ok, a 25 anni Neil Young scriveva, suonava e cantava così.

Mammamia.

dalvans (ha votato 10 questo disco) alle 14:30 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Storico

Il primo capolavoro di Neil Young

salvatore (ha votato 10 questo disco) alle 13:14 del 7 aprile 2012 ha scritto:

Lo riascoltavo ieri... Anche per me, il migliore di Young. La delicatezza lirico/musicale di brani come Tell me why, After the gold rush, Only love can breack your heart, Birds è inarrivabile... La voce che sembra quasi spezzarsi nella commovente Don't let it bring you down... Uno degli ascolti più emozionanti della mia vita.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 17:11 del 3 novembre 2012 ha scritto:

L'avevo considerato un disco bello ma non straordinario. Rettifico:disco bellissimo, forse anche meglio di Harvest. 8!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 18:57 del 3 novembre 2012 ha scritto:

Col canadese si resta delusi di rado, almeno se si ha come riferimento la sua discografia dei '70. Questo e "On A Beach" sono i miei preferiti in assoluto. "Tonight's The Night" appena un gradino sotto. Seguono a ruota "Rust Never Sleeps", "Harvest", "Zuma" e "Everybody Knows This Is Nowhere". Un grande, insomma.

Paolo Nuzzi (ha votato 10 questo disco) alle 17:11 del 2 febbraio 2016 ha scritto:

Stessa mia classifica. Grande Los. Bravissimo il recensore, complimenti vivissimi.

unknown (ha votato 10 questo disco) alle 18:15 del 3 febbraio 2016 ha scritto:

io non riesco a fare una classifica di nello..perchè oltre a quelli che avete detto ci sono anche ragged glory ...freedom ...weld...e a me piace anche il tanto vituperato mirror ball

zagor alle 14:03 del 5 febbraio 2016 ha scritto:

tra quelli degli anni 90 ( almeno limitatamente ai piu' elettrici del suo catalogo) mirrorball viene dietro alla doppietta coi crazy horse ragged glory/sleeps with angels, che sono due dischi superbi....meglio sicuramente sia di broken arrow, pero' non ha la varietà di sleeps e il tiro micidiale di ragged glory

zagor alle 14:04 del 5 febbraio 2016 ha scritto:

c'è un "sia" di troppo lol

glamorgan alle 11:03 del 18 giugno 2013 ha scritto:

è difficile sceglierne uno tra harvest,on the beach e after the gold rush.personalmente metterei after the gold rush in cima alla classifica,comunque gli album leggermente inferiori di neil young sarebbero i migliori di tanti altri

glamorgan alle 9:05 del 20 marzo 2014 ha scritto:

indubbiamente uno dei più bei dischi degli anni che furono,non ho ascoltato a fondo tonight's the night,devo provvedere al piu presto,ho visto il dvd from the byrds to the eagles dove viene menzionato l'episodio di Neil che canta tutto l'album e poi riparte a cantarlo come niente fosse

tonysoprano (ha votato 10 questo disco) alle 21:28 del 14 aprile 2016 ha scritto:

Capolavoro...

Vito (ha votato 8 questo disco) alle 0:12 del 29 dicembre 2019 ha scritto:

Bellissimo ed imprescindibile. Un capolavoro che malgrado i tanti anni trascorsi non ha perso un briciolo della bellezza che giustamente ha stregato più di una generazione.