Ryan Adams
Easy Tiger
Si possono dire un sacco di cose su Ryan Adams . Ha recentemente "confessato" di aver avuto tremendi problemi di alcool e di dipendenza dalla droga e dichiarato di essere sorpreso di essere ancora vivo. Nonostante questa sua vita, decisamente tormentata, è riuscito sempre con i suoi album a descrivere al meglio i momenti della vita di chi lo ascoltava.
A dirla tutta, in questo ultimo lavoro , Adams smarrisce in parte quel senso di continua evoluzione che lo aveva contraddistinto nei lavori precedenti. Certo, la classe rimane ed è cristallina, ma questo Easy Tiger è all'insegna della regolarità e della tradizione più che dell'innovazione stilistica; non c'è un pezzo che ti lascia veramente con il fiato sospeso e questo incide parecchio sulla valutazione globale del disco.
Nel sound l'album ricorda da vicino, per alcuni versi, Cold Roses , ripercorrendo quel filone di ballate folk che avevano caratterizzato il primo lavoro in compagnia dei Cardinals . In " I Taught Myself How To Grow Old " questo aspetto è molto chiaro, e risulta uno dei punti forti del lavoro; la voce , asciutta e malinconica , si adatta perfettamente alla perdita che l'artista esprime nei versi " All the pain, so intense to feel / Especially now, it added up through the years / And I taught myself how to grow / Without any love and there was poison in the rain / I taught myself how to grow / Now I’m crooked on the outside and the inside’s broke".
Da annoverare tra gli altri pezzi dell'album sicuramente la canzone Two (non a caso scelta come singolo), Goodnight Rose , dove si intravede il piglio più rock-oriented di Adams e Halloweenhead .
Per il resto l'album scorre via piacevolmente. Ideale come sottofondo per una serata che, per un po' di tempo almeno, non potrete dimenticare.
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