The Cure
Disintegration
Quando ormai i Cure sembravano una band serena, appagata, con grandi consensi di pubblico e benvoluta dalla critica e lanciati quindi verso successi sempre maggiori succede una cosa (quasi) imprevista: Robert Smith raggiunge i 30 anni e tutto questo ha un effetto nefasto sui suo umore. Smith trascina la band ai propri limiti tecnici e fisici rinchiudendola in uno studio di registrazione per mesi, cercando di raggiungere la perfezione stilistica assoluta.
Grande e' lo shock del pubblico che dopo i singoli frizzanti degli ultimi anni, a partire dalla tanto contestata "Let's Go To Bed", per finire al successo di "Just Like Heaven", passando per l'ipnotica "Close To Me", si ritrova davanti un muro sonoro creato ad arte impastando tastiere, bassi, chitarre e batteria che non lascia spazio a facili melodie pop e a singoli dall'appeal radiofonico.
Il pezzo di apertura, come e' tradizione nella discografia della band, e' uno degli highlight del disco ed in questo caso una gemma assoluta, "Plainsong" mette subito in chiaro le direttive sonore dell'album con il basso riconoscibilissimo di Simon Gallup e pesantissimi strati di tastiere come mai era successo prima d'ora e con la voce di Robert Smith che torna a farsi disperata ma in senso intimista allontanandosi dalle "tentazioni" di Pornography, avendo imparato la lezione pop degli anni precedenti.
Ogni canzone dell'album e' un emozione, un sentimento vissuto sino all'estremo; cosi' nascono canzoni come "Pictures of you", "Lullaby" e "Fascination Street" (usciti come singoli) che giocano con il pop (soprattutto le prime due), costruite su ritmiche semplici, ma ossessive, oppure canzoni claustrofobiche come "Closedown" e "The same deep water as you", raggiungendo il massimo del lirismo in composizioni straordinariamente mature, nel senso migliore del termine: "Disintegration" (che in sede live durante il Prayer Tour verra' riproposta in maniera piu' convincente che in studio), il capolavoro "Prayers for rain" ed l'accoppita finale "Homesick", "Untitled" che con semplicita' paiono portare un po' di serenita' mista a rassegnazione. Un po' estranea all'atmosfera dell'album e' "Lovesong" scritta da Smith alla moglie e singolo di enorme successo negli States, per il suo tono inequiviocabilmente pop pur mantenendo una forte vena melanconica.
Sicuramente "Disintegration" e' l'opera piu' matura e complessa partorita dalla band, con un sound innovativo e peculiare, portata in giro per il mondo con un memorabile tour che si concluse in uno stadio di Wembley stracolmo per 3 concerti di piu' di 3 ore ciascuno che, nelle intenzioni del leader, avrebbero dovuto segnare la fine della band, che pero' rinascera' ancora una volta andando verso nuovi ed inaspettati lidi sonori.
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