The Cure
Kiss Me Kiss Me Kiss Me
Se con il precedente The Head On the Door i Cure avevano dimostrato di saper ammaliare il pubblico sia europeo che americano grazie ad un mix perfetto di rock-pop malinconico, un iconico leader ed un lungo tour mondiale immortalato nello splendido live In Orange, con il nuovo Kiss Me Kiss Me Kiss Me la band esplode in tutta la sua grandezza, raggiungendo lo status di superstar del mainstream con tour in stadi stracolmi e picchi di isteria collettiva durante il tour in Sudamerica.
Tutto questo successo ed questa eccitazione sono giustificati? Bhe' e' presto detto: lo spettro sonoro della band si allarga ulteriormente affinando nel contempo la tecnica e con una produzione finalmente matura. L'apertura e' data da "The Kiss" un furioso pezzo dannatamente dark, ma dal tiro indiscutibilmente rock, una canzone che rimanda ai momenti piu' tormentati di Pornography, ma con un piglio che lascia da parte il minimalismo ed il nichilismo di quel disco per sfruttare e plasmare il suono tradizionalmente rock di matrice hendrixiana a proprio piacimento, arrivando ad uno dei picchi creativi assoluti de "La Cura".
Sulla tabula rasa creata dal furioso incipit si incontrano delicate e raffinate melodie pop di rara fattura ("Catch" forse la pop sing migliore mai scritta da Robert Smith o la sottovaltata "How Beautiful You Are"), intermezzi psichedelici ("If Only Tonight We Could Sleep", "The Snakepit" e la sperimentale "Like Cockatoos"), puro divertissement (l'irrefrenabile e sorprendente singolo pop-dance "Why Can't I Be You?" o "Hot Hot Hot!!!" dal tiro dannatamente funky e dal video ancora una volta demenziale), svisate rock di ottima fattura ("Shiver and Shake" che richiama il ritmo irrefrenabile di "Give Me It" presente su The Top e la raffinata "All I Want") o semplicemente colpi di genio come l'ultrafamoso singolo "Just Like Heaven" capace di mettere d'accordo l'MTV generation, i rocker piu' puri e gli amanti di musica piu' alternativa, indiscutibilmente un singolo perfetto, catchy quanto basta, immediatamente riconoscibile pur senza avere una struttura pop classica.
La band e' al suo meglio: Robert Smith e' un autore maturo ed un cantante ormai padrione della propria voce, il basso di Simon Gallup ha ormai raggiunto un proprio suono, Porl Thompson si dimostra come uno dei piu' talentuosi e duttili chitarristi inglesi degli ultimi anni, Boris Williams e' indiscutibilmente il protagonista assoluto del disco fornendo alla band una base ritmica potente e mai scontata e Lol Tholrust? L'amico d'infazia di Mr. Smith e' sempre piu' un oggetto inutile, tanto che verra' "aiutato" alle tastiere dal Roger O'Donnell, che entrera' come sesto membro durante il tour, vista la sua impossibilita' a suonare a seguito dei suoi problemi con l'alcol.
Kiss Me Kiss Me Kiss Me pur essendo notevolmente diverso dal disco precedente rappresenta una continuazione dell'esplorazione musicale cominciata col suo precedessore, non sempre pero' la band riesce a fare centro e "One More Time", "A Thousand Hours" e "Fight" dimostrano che se l'abum fosse stato tagliato in qualche punto ne avrebbe sicuramente giovato, ma allora si starebbe parlando di capolavoro assoluto.
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