R Recensione

8/10

Mandy Morton &The Spriguns

Magic Lady

“..Oh, non parlate alla Signora, la Signora è senza cuore.. Non rivolgetele la parola o vi distruggerà la vita...”. Ma se la gelida  e misteriosa lady di questa romanza era priva di sentimenti, non così chi, nel 1978 , la scrisse. Era la metà degli anni ’70, quando il folk propriamente detto si andava liquefando e amalgamando nella corrente prog che in quel di Cambridge si stava facendo breccia nei birrosi weekend dei pubs inglesi, un duo folk composto dai coniugi Mandy e Mike Morton. La voce tersa e brillante di Mrs.Morton non impiegò molto tempo a conquistare il pubblico, tanto da avere, nei loro spostamenti, un crescente seguito che non si accontentava più di vederli e “averli” solo live, ma esigeva di portare con sé quella fresca ventata folk anche quando le luci soffuse dei pubs si spegnevano e le porte venivano chiuse: in breve, l’audience reclamava un disco.

Il duo, inizialmente conosciuto col nome della coppia, proprio per soddisfare la richiesta dei loro seguaci decise di mutarsi con membri aggiuntivi, in una band vera e propria ribattezzata The Spriguns of Tolgus, al fine di produrre del materiale registrato. E la corte dei fans registrò una forte ascesa. Sicché nel 1974, una raccolta dei loro brani formato cassetta, fu venduta ed immediatamente esaurita nel circuito studentesco, a cui seguì, ad un anno di distanza, l’album di esordio “Jack with a Feather”, che racchiudeva oltre a materiale quasi interamente attinto dal repertorio tradizionale, anche brani ri-registrati ( e dunque con una migliore qualità sonora) del loro ambitissimo demp-tape.

L’ Lp di debutto segnò anche lo scioglimento degli Spriguns of Tolgus ma non la carriera musicale di Mandy e Mike Morton che anzi, accumularono nuovo materiale in attesa di registrazione; e il 1976 vide l’uscita per la Decca di Reveil Weird and Wild”ad opera degli Spriguns, novello gruppo che si era andato consolidando nel frattempo attorno all’originario duo fondatore. Diversamente dal precedente lavoro, quest’ultimo si basava quasi esclusivamente su musiche originali scritte dai vari membri, salvo qualche sporadica eccezione tratta da fonti tradizionali; tuttavia era chiaro che la band era contorno e veicolo d’espressione al talento vocale e compositivo di Mandy, che dal successivo album datato 1976( sempre per la Decca )Time will pass”( e che denotava anche una straordinaria prolificità!), ne divenne l’unica songwriter e titolare, imprimendo dei cambiamenti in una direzione più folk-rock,al sound degli Spriguns,  nello stile dei Fairport Convention o maggiormente dei Fotheringay di Sandy Danny.

E difatti, fu proprio a quest’ultima che “Magic Lady” ,dato alle stampe nel 1978 questa volta per la label Akarma, fu interamente dedicato. Spontaneamente gli Spriguns elessero Mrs.Morton a loro “signora”, tanto da cambiare ancora una volta il nome in Mandy Morton & The Spriguns, a sottolinearne l’inevitabile leadership; considerato l’album migliore( e ovviamente di difficile reperibilità) ,”Magic Lady”, prodotto dai coniugi Morton ed interamente scritto da Mandy, rivela atipiche e fresche sonorità folk, esaltate dal cristallino timbro della sua esecutrice e compositrice. Il pezzo omonimo d’apertura “Magic lady”,particolare omaggio alla defunta Sandy Danny ( nonché musa ispiratrice di lady Morton) ne è un esempio: a condurre il gioco è l’andamento lento ma arioso del violino a cui, solo pochi ma efficaci interventi vocali rispondono, per richiamare  alla memoria Sandy Danny, sorta di sereno epitaffio scandito dal ritmo cadenzato ma non per questo pesante, delle percussioni. O il riff acustico della chitarra ( identico a quello di “Pinball Wizard” degli Who!) frammisto a giri più elettrici per celebrare la favola briosa di “Music Prince”, al quale la “magic lady” protagonista dell’intera opera concederà la sua mano.

Persino negli accenti più elegiaci della successiva “According to Matthew”, la malinconia non si fa mai tristezza grazie a quei mezzi toni che difficilmente diventano minori, e la cui medievaleggante conclusione (nello stile dei francesi Malicorne) decreta la sconfitta, da parte dello sgargiante cavaliere Matthew, dei suoi nemici esterni ed interiori. Perché le liriche, a partire dagli ultimi due Lp, ruotarono intorno a romantiche saghe di dame, cavalieri, fate, come in un infinito giuoco fantasy. E appunto “Little In between” è un delizioso minuetto che rievoca le romanticherie cortesi dei “maestri del genere” Amazing Blondel, eseguito da un violino vezzoso e un delicato clavicembalo, opera di guests che si succederanno nel disco come in tutta l’attività degli Spriguns e che insieme ai Morton celebrano le virtù di questa fantastica signora.

Nell’addio al giorno, ai cavalieri periti in mare e in terra di “Goodbye the day” l’atmosfera sospesa fra sogno e realtà, conserva, nonostante il tema in questione, quell’aura di luce che richiama ancora una volta i Fotheringay, nelle melodie degli archi a cui fanno eco di tanto in tanto, passaggi elettrici più hard alla Led Zeppelin. Seppur mai troppo “duri”e mai del tutto folk, Mandy Morton & The Spriguns riuscirono a coniare uno stile personale avvalendosi di strumenti acustici, elettrici  e classici (dulcimer, clavicembalo, viola, violino e violoncello), mantenendo tuttavia la sobrietà gioiosa del folk tout court. “Silence do the rest” ne è una testimonianza, verde e agreste come voleva la lezione impartita anni prima dai Tudor Lodge, o la tragica, bellissima “Witchfinderla quale, attraverso il lirismo di una Mandy Morton calatasi nei panni di una delle innumerevoli vittime della “caccia alle streghe”,ne condanna la barbara ed inutile crudeltà.

Ancora la dimessa “Gypsy Glass”, paragrafo acustico di questa onirica storia, o la dolce “Ghost of a song”  a cui la seguente, splendida “Winter Storms” sembra farne da naturale e spontaneo complemento: è quella nostalgia tutta particolare, mai melensa o patetica, virtù del genere folk, evocata dal canonico intreccio maschile-femminile e da una trama armonica che riesce a raccontare con suggestioni “sempreverdi” anche gli eventi meno lieti, come l’approssimarsi di stagioni meno miti e fauste della vita. Ma ora “…addio signora magica, addio al giorno..”,giunto è l’epilogo di “Magic Lady Reprise”, che saluterà la fine di una bellissima favola e chiuderà il prezioso sarcofago di cristallo dove una signora magica e misteriosa giace, in attesa di un prossimo risveglio. Il 1980 decretò invece, la fine della band; un ulteriore album solista per Mandy Morton ne concluse la carriera di musicista, “Valley of Light”, ultima gemma di una sfavillante collana che ebbe in “Magic Lady”il più intenso lucore.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
TX1138 8/10

C Commenti

Ci sono 5 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

TheManMachine alle 23:33 del 12 maggio 2008 ha scritto:

Ciao Brionia! Le tue recensioni sono sempre così interiorizzate, sembra che la musica che descrivi tu l'abbia "vissuta" in prima persona! Davvero brava! Io questo disco non lo conoscevo, e quindi ti ringrazio, ora lo cercherò e lo ascolterò, ma a proposito di band formate da coniugi con una spiccata propensione per il folk mi hai fatto venire in mente un disco che conosco. Magari lo conosci anche tu, altrimenti te lo suggerisco perché credo proprio che dovrebbe piacerti: Richard and Linda Thompson, "I Want to See the Bright Lights Tonight" (1974). A presto!

Moonlight Love, autore, alle 23:58 del 13 maggio 2008 ha scritto:

Ciao The Man Machine! Grazie mille per il tuo commento sulla mia recensione,sei troppo gentile! Il disco che mi suggerisci lo conosco ma non ce l'ho,visto il tuo entusiasmo in proposito,credo che le procurerò!Commenti come i tuoi,fanno venir la voglia di scriverne 1000 al giorno di recensioni! Grazie a te e a tutti voi! Brionia

loson alle 14:12 del 23 maggio 2008 ha scritto:

Il disco non lo conosco, Briona, ma te lo riconfermo: sei una delle firme più valide ed importanti di storia. L'operazione-recupero delle gemme perdute del folk-rock anglosassone che porti avanti è qualcosa di assolutamente inedito nel panorama delle webzine musicali odierne. Complimenti di cuore.

Moonlight Love, autore, alle 17:49 del 23 maggio 2008 ha scritto:

RE:

Grazie mille Loson79, la tua gentilezza mi ha davvero commosso,grazie a tutti voi! Non esagero quando dico che il folk è la mia vita...grazie ancora!!!!! Brionia

TX1138 (ha votato 8 questo disco) alle 16:43 del 17 giugno 2008 ha scritto:

Gent.le Briona,

la tua recensione è ben scritta... se non fosse per un piccolo particolare: l'album "Magic Lady" fu pubblicato nel '78 dall'etichetta Banshee (20 copie in vinile azzurro e 1000 in vinile nero) e non dalla Akarma, che semmai è l'etichetta che lo ha rispampato in epoca recente.

Sarebbe mera pedanteria questa precisazione se non dimostrasse che l'autrice probabilmente ignora persino il nome dell'Akarma e questo nonostante l'opera meritoria che questa etichetta ha svolto nell'ambito delle ristampe di materiale dei seventies, anche relativamente al folk progressivo.

... o magari è stata semplicemente una svista!

Salute e prosperità.