R Recensione

9/10

Pentangle

Cruel Sister

La scelta non poteva cadere su un nome più appropriato(Pentangle=pentacolo), per definire l'attività dei 5 musicisti made in U.K, che diedero vita nel 1968 a questo progetto di matrice soltanto relativamente folk. Difatti, la simbologia esoterica del pentagramma (cara al chitarrista John Renbourne), estrinsecava l'apporto che ogni singolo membro(così come ogni lato del suddetto simbolo) dava in egual misura, assecondando le personali influenze, al fine comune della struttura finale dell'opera.

Tuttavia, parlare dei Pentangle come un semplice gruppo sarebbe al quanto riduttivo, poiché si trattava dell'esperienza-risultato finale degli sforzi di 5 artisti già consolidati singolarmente;il solo John Renbourne aveva all'attivo ben 5 album solisti, e il suo valore di chitarrista era tale che gli stessi Jimmy Page e Neil Young ammisero di esserne stati influenzati;e valente era anche l'altro chitarrista Bert Jansch, dalla cui collaborazione nacque l'ottimo "Bert and John".

Poliedrici, provenienti ciascuno da background musicali molteplici(dal jazz o dal blues come il percussionista Terry Cox o il contrabbassista Danny Thompson, o più strettamente folk come la brava vocalist Jacqui Mac Shee)le loro personali esperienze si rifletterono e confluirono per queste ragioni in album sempre differenti.

L'omonimo "Pentangle"(1968), col quale il gruppo esordì ne è un esempio: si va dal blues, alla classica ballad britannica, al jazz, in maniera omogenea e sapiente, in cui spiccano le superbe vocals di Jacqui Mac Shee, scelta proprio per la sua estensione e per il suo cantato leggero, cristallino, come il successivo "Basket of light"(1969) ha modo di confermare; tra l'altro, grande fu il successo di quest'album che il singolo "Light Flight"( e come non "volare" dinnanzi ad una simile voce?) divenne la sigla di un programma televisivo inglese.

Ma è con "Cruel Sister"(1970) che si esplicarono ulteriormente le influenze e le fascinazioni per la tradizione musicale anglo-americana;dagli echi di ballads nel puro stile della Joni Mitchell di "A maid that's deep in love", a cui il chiaro e argentino cantato femminile si accosta, si passa ad un approccio più strettamente celtico con la splendida "When I was in my prime", dove la MacShee, solista, mostra ancora una volta la padronanza del suo "strumento"vocale, senza accompagnamento di nessun tipo; di "dylaniana" nostalgia è la serena e dolcemente luminosa "Lord Franklin" in cui s'intreccia il duplice cantato di Renbourne-MacShee.

La fosca ballata "Cruel Sister"(che dà il titolo all'album)invece stupisce per l'estrema duttilità dei componenti che lasciati le classiche "strings" e le usuali percussioni, si cimentano con la stessa maestria in strumenti meno consueti quali sitar, concertina, dulcimer, triangolo.

Il secondo lato è invece interamente occupato dalla sorprendente "Jack Orion", cupa ballata di 18 minuti presa in prestito dalla tradizione anglosassone; e come un fiume attraversato dai suoi innumerevoli affluenti, così questa struttura basicalmente folk, viene pervasa da diverse influenze e stili:passaggi chitarristici e vocali jazzati che sfociano nella quieta penombra di un'atmosfera psichedelica che non può non ricordare addirittura alcune complesse e articolatissime songs dei Led Zeppelin!

Tutto ciò non può che sostanziare la loro caratura ed elevarli a capisaldi del Folk d'oltremanica.

V Voti

Voto degli utenti: 8,2/10 in media su 18 voti.
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REBBY 9/10
Moon 8/10
loson 7,5/10
B-B-B 9/10

C Commenti

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DonJunio (ha votato 8 questo disco) alle 12:19 del 29 giugno 2007 ha scritto:

il grande bert

ottima recensione, è sempre cosa buona e giusta ricordare la figura del troubador inglese. Neil Young disse che egli ha fatto per la chitarra acustica quello che Hendrix fece per la chitarra elettrica, e c'è davvero poco da aggiungere,

Moon (ha votato 8 questo disco) alle 20:56 del 29 giugno 2007 ha scritto:

jack orion è stupenda !! il pezzo strumentale col vibrafono mi fa impazzire. bello anche Basket of Light.

Arnold Layne (ha votato 8 questo disco) alle 5:01 del primo luglio 2007 ha scritto:

Eeehh

Uhh ma che gioiellino di disco, bella, bene, evviva la riscoperta del folk rock et similia, complimenti!!

dalvans (ha votato 8 questo disco) alle 15:20 del 23 settembre 2011 ha scritto:

buono

Buon disco