Midlake
Antiphon
L album è una risposta a quello che è successo con Tim. Antifonte (Antiphon, ndr) era un oratore dellAntica Grecia che faceva parte delloligarchia e si batteva contro la democrazia. Ma non siamo stati noi a spodestare Tim! Non è lui Antifonte.
(Eric Pulido chitarrista e nuova voce solista dei Midlake)
In genere i gruppi che perdono in un colpo solo il loro cantante, leader e unico songwriter hanno due sole strade davanti, entrambe piuttosto strette: o si sciolgono oppure cambiano nome. Sperando magari un giorno, chissà, in una reunion. I Midlake, eccezione che conferma la regola, hanno scelto invece una terza via, la più coraggiosa, dopo labbandono unilaterale del Tim Tim Smith il componente più noto e autorevole del quintetto originale a cui fa riferimento la dichiarazione riportata sopra. Facile a dirsi molto meno a farsi. Azzerare quasi due anni session preparatorie per il nuovoalbum, buttare via tutto il materiale sopravvissuto alla separazione (non consensuale), in una parola: ricominciare da capo confidando solo nelle proprie forze, nella raggiunta maturità di musicisti e nel fatto che lunione fa la forza, che il lavoro collettivo di un gruppo quanto mai affiatato (e preparato) talvolta può sopperire le superiori qualità del singolo, sia in fase di scrittura che di realizzazione. Dopo tre album di ottimo livello (lultimo il discusso The Courage Of Others è del 2010), senza contare la fondamentale con collaborazione con John Grant per il (giustamente) celebrato Queen Of Denmark, album interamente prodotto, arrangiato e suonato dai Midlake, il gruppo texano non solo non passa la mano ma anzi rilancia, certo di poter vincere da soli, cioè tutti insieme, questa nuova ambiziosa scommessa.
Con il chitarrista Eric Pulido e il suo timbro più dimesso, sottovoce ma comunque efficace a farsi carico delle parti vocali (ben assistito dallassiduo controcanto del bassista Alexander) e lingresso in formazione di Jesse Chandler (fondamentale il suo contributo a tastiere, piano e flauto) e Joey McClellan (chitarra), i Midlake hanno imposto al loro sound una direzione coerente con il loro retroterra di musicisti: meno folk-rock cantautorale e barocco sospeso fra le due sponde dellAtlantico e una netta accentuazione degli elementi psichedelici e prog, dispirazione molto pink floydiana e anni 70, già in parte presenti negli album precedenti. Ne è uscito fuori un lavoro, Antiphon appunto, ben bilanciato, tecnicamente allaltezza, molto curato nei suoni da una produzione nitida e impeccabile (tipicamente Bella Union) e sostenuto, complessivamente, da una vena compositiva robusta e pregevole, come se le forze fresche di strumentisti in precedenza meno coinvolti nel fulcro del processo creativo abbia rinforzato anziché indebolito lidentità del gruppo. Le tastiere vintage (organo, moog, piano elettrico) ben si amalgamano con le chitarre liquide, rarefatte ed effettate, su una ritmica solida e attenta ai cambi e alle variazioni (soprattutto la batteria dellottimo McKenzie Smith), dando vita a melodie diafane, assorte e sognanti. La struttura circolare dei brani non viene messa in discussione come dimostra lincedere innodico e ben temperato della title-track, la languida e agreste Provider, la distorsione agrodolce dellombrosa This Weight, il morbido e ammaliante giro dorgano sui controtempi della bellissima Its Going Down, la semiacustica e solenne Auroras Gone, vicina agli ultimi Fleet Foxes ma con raddoppi corali meno complessi. Altre volte le composizioni si espandono leggermente, aprendosi a variazioni ben assestate, come nella marcia in levare per psichedelia melodica e vellutata di The Old And The Young, in Vale che dopo un attacco in dissolvenza e una prima parte strumentale si fa acustica e soffusa con un flauto dannata in bella evidenza, altre ancora puntano su una dimensione più avvolgente e atmosferica come nellarrangiamento classicheggiante di Provider Reprise, nel folk-prog di Corruption o nelle armonie eteree di Ages.
Rinati da quelle che potevano essere le loro ceneri, tenendo viva la fiamma che evidentemente covava sotto, i Midlake inaugurano degnamente il loro nuovo corso con un disco che sembra avere tutte le carte in regola per mettere daccordo chi li segue da tempo (e con un buon seguito specie in Inghilterra) con chi, come il sottoscritto, li ha scoperti in anni più recenti.
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