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R Recensione

7,5/10

Gran Bal Dub

Benvenguts a Bòrd

Arriva al secondo episodio l’avventura del Gran Bal Dub, formazione nata dall’unione di Sergio Berardo, artefice della rinascita della musica occitana con i Lou Dalfin, e Madaski, non solo alfiere del reggae italiano con gli Africa Unite, ma anche una delle menti più aperte del panorama musicale italiano. Due provenienze culturali diverse, unite da uno stesso approccio alla musica: la consapevolezza che per far crescere e mantenere in vita un genere musicale, la contaminazione con altri suoni è fondamentale. Il progetto Gran Bal Dub nasce proprio dalla voglia di contaminare il folk tradizionale occitano con la musica elettronica, dub e dance. I due si conoscono da molto tempo, dal lontano 1995, quando il musicista torinese venne chiamato dalla band occitana per produrre il disco “Gibous, Bagase e Bandì”, lavoro di produzione che si ripeterà nel 2016 per “Musica Endemica”, e da qui nasceranno la prime idee per il progetto Gran Bal Dub.

Il benvenuto a bordo per questo secondo viaggio arriva dalla voce del comandante dell’aereo in “Al Belcaire”, ovviamente in occitano, ricordandoci che è consentito ballare e divertirsi, perché questo è lo scopo primario tanto della musica folk quanto di quella dance elettronica, che qui troviamo unite tra violini e ghironde, tastiere e campionamenti. Intento ben espresso nel primo singolo estratto, “Al Festin”, un elettro dance con ritmi sostenuti e la voce di Berardo che richiama le radici folk, tra suoni dub, disco e etno folk, per un vero e proprio inno al fare festa. Questo percorso viene approfondito con “L’Aglàs”, dove arebeba (il fratello occitano del marranzano siciliano, più conosciuto come “scacciapensieri”), violino e ghironda si mischiano a batteria elettronica, tastiere e campionamenti, con “The Job”, con il suo intro dub su cui entrano gli strumenti acustici del folk, la batteria e la voce di Berardo effettata, e con “Bachasset”, dove ghironda e programmazioni si uniscono sui suoni preponderanti del dub. L’apice si raggiunge con “La Sanha / La Sanha RXM” dove la base elettro dance del brano diventa ancora più spinta nella versione remix, disegnando una possibile versione contemporanea / futurista del folk.

Non mancano brani più spiccatamente folk, come gli strumentali “Jordi Do Bandolim”, un classico valzer per feste di paese, o “Correnta”, che prende il nome da uno dei balli tradizionali classici delle valli occitane, o ancora “Nòstra Mar”, che potrebbe essere un classico dei Lou Dalfin. Pregevole infine “Es Pas Tard”, una splendida ballata cantautorale per pianoforte e voce dal testo poetico.

Se per Madaski “Benvenguts a Bòrd” (disponibile nei negozi di dischi e nei digital store, ma anche scaricabile gratuitamente dal sito www.granbaldub.com) è un esperimento che conferma la sua apertura mentale e la sua capacità di immergersi nel suono a 360 gradi, dando sempre un’impronta molto personale, per Berardo è la logica conseguenza di un discorso iniziato anni fa, con la decisione di unire la musica tradizionale occitana ai suoni più rock di chitarra elettrica, basso e batteria, sperimentando nuove strade per la musica folk. Sperimentazione già tentata con il progetto “Remescla” del 2008, quando i Lou Dalfin collaborano con Feel Good Productions per rivisitare in chiave dancefloor alcuni dei loro brani. In ogni caso, per entrambi, un esperimento coraggioso che arriva qui al suo compimento.

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