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R Recensione

7/10

Lou Seriol

Machina Infernala

Festeggiano i venti anni di attività i Lou Seriol, una delle più interessanti voci della riscoperta dei suoni occitani, e festeggiano con quello che è probabilmente il loro lavoro migliore, Machina Infernala, un affresco in tredici tappe, interamente cantate in lingua occitana, in cui si intrecciano temi profondi, dagli importanti risvolti sociali, e più leggeri, partendo dal folk tradizionale delle loro valli per contaminarsi con i suoni più moderni, arrivando fino ai caraibi.

E per quanto possa sembrare strano, è proprio il reggae uno dei componenti che più risaltano in questo folk contaminato. Freit è un perfetto reggae in occitano, (con tanto di cornamusa e fisarmonica), e Tropical Oc (brano scritto per il progetto del cantante brasiliano Silverio Pessoa) già dal titolo lascia intendere di cosa si tratti: apre folk, si sviluppa rock, con un bel riddim ragga nel centro. Esperimento di reggae folk perfettamente riuscito, il cui significato va oltre la musica (dal tropico alle vallate, legami musicali, amicizia dei popoli, suoni delle tradizioni, voci di un nuovo mondo, siamo senza confini, mondi vicini). La visione di un mondo in cui tutti i popoli siano fratelli si esplicita in Derivas dove si parla di popoli migranti, in viaggio verso terre promesse come un miraggio, come i nostri avi fecero in Argentina e in America (il nostro passato prossimo è qui davanti, possiamo far finta di non vedere, o possiamo guardare indietro nel nostro passato e tendere una mano). Una ballad folk contrappuntata dal flauto con un accelerazione vorticosa nel mezzo, e la voce del TG che racconta gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste. La mescolanza è il presente ed il futuro, anche nella musica, perché su questo piccolo pianeta, siamo tutti migranti.

Gli occitani si fanno graffianti in un paio di brani. La title track, Maquina Enfernala, aperto da una chitarra in levare, con flauto, fiati e fisarmonica, un brano contaminato, con le radici folk sullo sfondo di una musica che sta tra il rock e la canzone d’autore, e un testo che è un atto di accusa al mondo della televisione, e in M’envolarei, dove troviamo un intro quasi dub, un basso pesante e profondo, chitarre in levare,  quasi una filastrocca folk leggera ma dal contenuto pesante (la fantasia non si può comprare, la libertà è tutto quel che ho) che si chiude  con i suoni di una festa popolare.

Ci sono ovviamente anche brani più leggeri e folk, come Annabelle con i suoi ricordi di una vacanza estiva in Costa Azzurra, in quella Nizza che pure appartiene alla cultura occitana, come Boja, un invito a ballare, a lasciarsi andare al ritmo della musica, perché questa è fondamentalmente una musica nata per il ballo, in cui ci coinvolge l’aria di festa di  Paisans, il brano più folk del lotto, divertentissimo, sia per l’ironia del testo che per la musica altamente coinvolgente. Difficile tenere il piede fermo.

C’è anche spazio per l’amore, quello ideale di Filha, canzone d’amore tra folk e reggae, e quello carnale di Neu, incontro di corpi, sudore, passione, brano folk in cui ancora una volta fanno capolino ritmi e suoni di derivazione reggae.

Citazione d’obbligo infine per Es, un folk tirato venato di rock, con la fisarmonica che guida le danze e il flauto che colora, praticamente il brano manifesto dei Lou Seriol: venti anni passati sul furgone in giro per l’Italia e l’Europa, alla fine dei quali ci si ritrova con i capelli più bianchi e il suono più nero, ma la stessa voglia di suonare, cantare, raccontare storie, e combattere per un paese ed un futuro migliore.

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Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 5 voti.
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ciccio 8/10
andy capp 5,5/10
Iracondo 9,5/10

C Commenti

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Iracondo (ha votato 9,5 questo disco) alle 14:47 del 28 ottobre 2013 ha scritto:

Innovativo nella musica occitana e con dei bei suoni. bravi.