R Recensione

7/10

Polite Sleeper

Lake Effect

Il progetto Polite Sleeper nasce nel 2007 quando due dei quattro componenti di The Yellow Press (una band tra hardcore e punk in attività dal 2002 al 2005), lasciata la California, si stabiliscono a Brooklyn. Dopo l’ingresso di un terzo membro, e la conseguente aggiunta del piano alla chitarra acustica e alla batteria, vengono prodotti dapprima un EP di cinque canzoni nel 2007 ed un LP intitolato “Seens” l’anno successivo. Nel frattempo, la band fa da supporto di band più rinomate nel panorama indie, come Parenthetical Girls, Wavves e White Rabbits, in una serie di tour negli Stati Uniti e in Europa.

Nel 2009 viene pubblicato questo “Lake Effect”, caratterizzato da un folk-rock emozionale un po’ sghembo, eseguito in stile vagamente lo-fi.

I riferimenti più prossimi, evidenziabili in quasi tutte le tracce, sono John Darnielle (alias Mountain Goats) e Conor Oberst nei primi album a firma Bright Eyes, con un accenno alle tonalità folk deviate degli Animal Collective di “Sung Tongs”. È possibile anche evidenziare di tanto in tanto riferimenti più vaghi al Bruce Springsteen di “The River” (come nell’incipit di “From Waiting List To Walk In”), ai Death Cab For Cutie di “Something About Airplanes” (per esempio in “Eleven Months”), nonché al Nick Drake di “Pink Moon” (soprattutto in “Crushed”).

La maggior parte delle tracce sono di discreta fattura e presentano una veste abbastanza complessa. Soprattutto il trittico iniziale è piacevolmente fulminante: “These Are Not Fall Colors” si presenta con un incipit acustico veloce a cui segue un intermezzo più quieto che sfuma nel finale con atmosfere circolari. “Driving Ohio” ancora abbastanza veloce e sempre un po’ sghemba, propone una veste più pop, per via della maggiore ricercatezza melodica, grazie al piano che, affiancando la chitarra acustica, fornisce una cornice vagamente accostabile al Ron Sexsmith dei primi album. Ancora più trascinante per la melodia e il ritmo cadenzato quasi da marcia è “From Waiting List To Walk In”.

Tuttavia, si assiste ad una calo nella parte centrale e nel finale: “Crushed” e “Lake Effect”, che rispetto alle altre canzoni dell’album sono più lineari e meno “deviate” e si adagiano più lentamente, non sembrano essere completamente riuscite; trascurabile “So Serious”, un allegro e vivace country-rock con clapping, senza grandi pretese.

Nonostante ciò, “Lake Effect” risulta essere una discreta prova, con alcuni momenti di speciale merito e di relativa atipicità.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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