R Recensione

8/10

Shearwater

Palo Santo

Ci sono dischi che parlano fin dalla copertina, dai titoli delle canzoni, dalla stagione in cui escono. “Palo Santo” è uno di quei dischi, se non fosse che la sua stessa essenza sta proprio nel rimanere inafferrabile, nel non dare risposte, nel restare camuffato nelle nebbie che lo sfocano.

La natura faceva profondamente parte dell’universo degli Shearwater fin dagli inizi, quando il gruppo era ancora strettamente legato agli Okkervil River, quando Will Sheff e Jonathan Meiburg si dividevano l’interpretazione dei pezzi a metà. Ora che Meiburg è diventato il leader dichiarato della band e la sua sola voce, la natura invade fisicamente gli spazi del disco. Il Palo Santo, non a caso, è un albero diffuso nelle Galapagos, e lo shearwater (il puffino) vi si appoggia con una delicatezza che si dilata, poi, nelle note e nei suoni.

Palo Santo”, già uscito nel 2006, ma ri-edito quest’anno dopo una completa ri-registrazione, arricchito da un secondo cd di tracce inedite e chicche varie, è un disco scuro, ombroso, crepuscolare, scavato sulle brume e sulle pieghe. È un folk lento e spoglio, dove si affacciano i Talk Talk, Drake, gli Czars, certi Radiohead. È una montagna la cui vetta è coperta dalla foschia. Si sale e si scende, sempre nella nebbia.

Il primo versante è intimistico e malinconico: la voce di Meiburg, bizantina e arabescata, fa spesso ricorso al falsetto, quasi a cercare in sé l'intensità, poiché di frequente si ritrova nuda, priva di strumenti di supporto. In “La Dame Et La Liocorne” si raggomitola in sé sopra un’aria nevosa, fino a quando parte un motivo di pianoforte cristallino e fragile. I potenziamenti improvvisi sono come dei rumori nella notte, mettono i brividi. Il finale lirico sfocia in una nota trascinata nel silenzio come un peso morto nella neve. “Nobody” e “Hey, Little Birdie” sono sussurrati momenti folk, foglie gialle, lirismo privato: aleggia il fantasma di Drake. “Failed Queen” è una porcellana fragilissima. Il silenzio, in questi pezzi, sovrasta i suoni.

Regna il freddo: la title track, solo chitarra acustica e voce, è una caverna. Il re minore inabissa e il la maggiore fa rifiatare. Si delinea un paesaggio misterioso, pieno di cose nascoste, in mezzo a una natura buia e imperscrutabile (“the wind that lifts the leaves against the night [...] I will not hide”). Canzone mirabile, che cerca l’intensità immergendo nel profondo una melodia e un canovaccio elementari e facendone poi riaffiorare i riflessi torbidi. Vetta.

L’altro versante della montagna è quasi epico: è la discesa, lo sfogo. “Red Sea, Black Sea” cala il mandolino sul ghiaccio, “White Waves”, con un riff elettrico a fare da sfondo, si libra e si butta a capofitto, con la voce di Meiburg che quasi gioca a cercare la teatralità e il virtuosismo. Ci sono momenti quasi noise, strati di rumori che proteggono dal freddo. Spiccano “Seventy-Four, Seventy-Five”, pilotata dal piano e arricchita da violoncelli e fiati, o la splendida e breve epopea di “Johnny Viola”.

I saliscendi tra i due versanti, lirico ed epico, introverso e fragoroso, sottovoce e tenorile, scandiscono l’album come un vento imprevedibile. Il secondo cd, oltre ad aggiungere le registrazioni originali di alcuni pezzi, propongo qualche interessante digressione: “Special Rider Blues” si distingue per l’ingresso diretto della natura nella musica, attraverso uno sfondo piovoso su cui le sagome degli strumenti si stagliano secche. Boschiva e invernale.

Palo Santo” indaga il mistero ma lo lascia intatto. La natura si palesa a tratti, per risprofondare sempre nell’abisso. E così la musica, fatta di silenzi e scoperte. E c’è qualcosa del freddo esotismo di questo folk rock, gelosamente chiuso, che affascina da morire.

V Voti

Voto degli utenti: 8,2/10 in media su 5 voti.
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giank 8/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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doopcircus (ha votato 8 questo disco) alle 8:50 del 22 ottobre 2007 ha scritto:

Splendidi Shearwater

E splendida recensione: il mio disco del cuore resta però Winged Life e My Good Deed il pezzo che mi rispedisce al creatore ogni volta che lo ascolto. Comunque vada, meravigliosi.

Utente non più registrato alle 14:26 del 15 gennaio 2013 ha scritto:

Gruppo da avere assolutamente...