V Video

R Recensione

7/10

The Rural Alberta Advantage

Departing

Mi rendo conto che l’espressione ‘legato al territorio’ è abusata a tal punto da far prudere le mani alla sua sola lettura, e che, per di più, applicata al contesto musicale contemporaneo assume un senso molto aleatorio, ma è difficile non definire così un disco che si chiama “Hometowns”, pubblicato da una band canadese che spiattella la propria regione di provenienza nel nome, a mo’ di encomio. Quali fossero i vantaggi dell’Alberta rurale, peraltro, lo comunicavano benissimo i pezzi di quel disco, tra indie-rock e -folkon the road’, organi dreamy e ritmi scalpitanti. Ne erano venute ai The Rural Alberta Advantage molte lodi, e un mini-hype sotterraneo, soprattutto grazie ai circuiti radiofonici collegiali, che aveva portato alla ri-pubblicazione del disco nel 2009 per la Saddle Creek (con tanto di benedizione di Pitchfork).

Questo atteso seguito vede la band abbandonare Edmonton e dintorni (“Departing”, appunto: ora sono di base a Toronto) e farsi musicisti di città. Non cambia, in realtà, molto rispetto al debutto: i suoni sono leggermente più patinati, il songwriting smussato, i video (simpaticamente) ammiccanti. Ma intatti rimangono i temi, legati al gelido e remoto Canada continentale, e la carica frenetica del trio, con la batteria di Paul Banwatt costantemente in primo piano nel suo affilatissimo nervosismo (un signor drummer), l’organo e i cori di Amy Cole a curare gli sfondi, e la voce acuta e nasale di Nils Edenloff a dare l’eterna impressione di essere davanti alla resurrezione di Jeff Mangum (cosa più Neutral Milk Hotel di pezzi come “Barnes’ Yard” o "Two Lovers"?).

Purtroppo non c’è la densità di grandi canzoni di “Hometowns”, ma la qualità della scrittura rimane buona, così come i ritmi, dall'indie-rock tutto rullate di “Stamp” alla ruvidezza pop di “Muscle Relaxants”, dai puntelli di tastiera dopati di “The Breakup” all’electro-folkUnder The Knife” (Postal Service?). Forse, però, come già nel debutto, i pezzi migliori si nascondono dove la frenesia si placa: “North Star” è un po’ una “In The Summertime” nuova versione, e sfoggia (su un arrangiamento che riesce a prescindere, come in altri pezzi, dalla chitarra: tutto batteria e tastiere) la melodia più convincente del lotto; non sono male nemmeno il rural-folk à la Decemberists di “Coldest Days” e la stonata elegia finale su acustica di “Good Night”.

Dalle college-radio i Rural Alberta Advantage possono passare a quelle internazionali. Meno legati, ormai, al territorio. E un po' meno interessanti.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 11 voti.
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hiteck 10/10
mavsi 8/10
REBBY 8,5/10

C Commenti

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hiteck (ha votato 10 questo disco) alle 13:31 del 2 marzo 2011 ha scritto:

conferma

Negli ultimi album pochi album mi hanno realmente colpito (Mojo di Tom Petty in primis) per quello che poi resta di un album, le "sensazioni ottenute"...

e Hometowns è un album di quelli; lo ho suonato, cantato e messo come suoneria.

Con quel sound nella testa il primo impatto con Departing è stato modesto. Prima di investire 10 dollari come per il precedente me lo son masterizzato e messo in auto.

Il risultato è che anche questo è godibilissimo, con tentativi di raffinazione del sound, di per se poco raffinabile, è già una buona combinazione.

Sono molto essenziali per il resto... questo disco è ancora più breve del precedente... mancano le intro e gli outro... ma è l'unico peluzzo che trovo... per il resto potrò esprimere le mie sensazioni solo dopo averli metabolizzati e suonati.

***** per simpatia!

hiteck (ha votato 10 questo disco) alle 13:32 del 2 marzo 2011 ha scritto:

negli ultimi anni... sorry

FrancescoB alle 9:54 del 5 marzo 2011 ha scritto:

Lavoro che pare interessante. Proverò.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 10:26 del 7 marzo 2011 ha scritto:

sì Fra, bel disco "hometowns", molto (troppo?) affine al sound dei NMH (come fai intendere), con alcune perle che ascolto ancora oggi ("in the summertime" e "don't haunt this place"). Davvero curioso di ascoltare questo seguito: ripasso più avanti per il voto!

hiteck (ha votato 10 questo disco) alle 18:45 del 8 marzo 2011 ha scritto:

Dopo diversi ascolti l'album si presenta solido, buoni i testi e la musica, sento però la mancanza dei coretti di Amy Cole, e il violoncello a corredo, che rendono Hometowns piacevole e speciale!

target, autore, alle 18:58 del 8 marzo 2011 ha scritto:

Sì, dai, diciamo la verità: "Hometowns" questo disco lo vede da lontano (un paio di curvoni da highway canadese e un paio di punti: 6,5 vs 8,5).

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 15:31 del 9 marzo 2011 ha scritto:

Apprezzo davvero molto i passaggi di batteria, che risaltano parecchio specialmente in "Muscle Relaxants" e "Tornado '87": mi ricordano in qualcosa lo stile del batterista dei National. Buone canzoni, per il resto. Quando cercano soluzioni un po' diverse dal classico andante folk stile "Two Lovers" (minchia, i Neutral Milk Hotel spiccicati) mi suonano migliori, anche se alla fine la torch song di "Good Night" è quella che preferisco di tutto il disco. In definitiva direi un voto che oscilla tra il 6 e il 7.

REBBY (ha votato 8,5 questo disco) alle 9:14 del 28 marzo 2011 ha scritto:

Almeno per ora, i miei pezzi preferiti sono quelli resi più frenetici dall'ottimo drumming ed in particolare Muscle relaxant, Tornado '87 e The breakup. Ma è tutto l'album a piacermi e quindi a questo punto, quando deciderò di archiviarlo nello scaffale ancora spoglio destinato ai CD del 2011, non potrò esimermi in futuro dal procurami Hometowns (dall'Ontario ritorneremo in Alberta eheh), come da Vs. consiglio. Per il momento un grazie a Francesco ed agli intervenuti: thank you folks, as usual.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 21:59 del 17 maggio 2011 ha scritto:

frenesie ponderate e produzione più curata - lavoro percussivo eccelso; stessa sensazione di Marco circa i national - rispetto a "hometowns". l'album non manca di regalare alcune delizie ("the breakup", "barne's yard", "north star" su tutte), e ciò basta e avanza per ringraziare, di nuovo, i raa - e Fra per la rece . 7

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 20:29 del 25 maggio 2011 ha scritto:

direi che recensione più azzeccata di questa non ci poteva essere. 7 abbondante per quanto mi riguarda. Disco godibilissimo