R Recensione

4/10

Red Hot Chili Peppers

By The Way

Mitici Peperoncini Rossi Piccanti…

Io sono cresciuto a pane e Red Hot Chili Peppers. Il loro funk rock mi ha svezzato quando ancora ero sporco di latte e non andavo oltre la musica della radio e delle vecchie cassette dei genitori. Sarò anche arrivato in ritardo, loro erano già adulti e non più spericolati e pazzi, ma le loro alchimie bollenti mi hanno cambiato. Introdotto all’adolescenza.

Un fremito mi ha accompagnato quando tempestivamente sono corso a comprare il primo cd inedito che usciva da quando li avevo scoperti, By The Way. Lì per lì non mi sono espresso, ero ancora troppo innamorato per dare un giudizio lucido. Ora sono passati cinque anni ed il disco era rimasto a prendere polvere sullo scaffale.

Lo inserisco nel lettore e parte la prima traccia, titletrack e singolo d’esordio: By The Way è una delle canzoni più brutte del quartetto californiano: assolutamente priva di verve ed inventiva, cerca di nascondersi dietro ad un refrain fintamente aggressivo. Diciamocelo, se i RHCP vogliono cambiare pelle non è questo un bel modo di farlo. Direte voi: oramai sono persone tranquille che hanno sostituito la sacra triade del rock con una pacatezza ed una maturità tipiche dell’età adulta. Bè, d’accordissimo, ma se la loro nuova visione di vita si sposa con una musica più rilassata e meno frenetica che senso ha continuare a strizzare l’occhio parzialmente al proprio passato?

La tracce seguenti invece sono più carine, capaci di fondere la grinta tipica dei nostri con il nuovo amore per certe melodie easy listening e per alcune armonie vocali assai sixties (Beach Boys docet), soprattutto This Is The Place che nel mischiare passato e futuro della band ha un mood piuttosto oscuro tipico di certa funk wave (e non avrebbe sfigurato come singolo apripista se proprio volevano un pezzo che facesse da ponte). Il lavoro procede senza intoppi, forse un po’ insipido anche per colpa delle carenze vocali di Kiedis non più nascoste dietro l’aggressività funk rap di una volta. Le liriche sono quasi totalmente votate al sentimentalismo più banale e mancano della componente sessuale che le aveva contraddistinte per ben vent’anni. Pezzo che davvero stupisce per la sua bruttezza, nel ricalcare privo d’idee i fasti passati, è Can’t Stop. La successiva I Could Die For You è assai lirica ed emozionante, ma ancora manca la scintilla capace di stupire all’interno di un genere difficile (il più difficile) come il pop verso il quale i quattro stanno definitivamente naufragando.

Il disco prosegue senza sussulti (bella la cupa ed effettata Midnight, ad instillare il dubbio che le capacità compositive dei nostri riemergano nei momenti più oscuri) fino all’orrenda caricatura latino-americana di Cabron. Per fortuna poco dopo arriva il pop caraibico di Oh Mercury e si svela il vero gioiello del disco: gusto esotico, grinta e classe perfettamente miscelati, direi il punto migliore da cui riprendere il discorso in futuro.

Tirando le somme? Un disco caruccio, ma nulla più: è giusto voler cambiare ad una certa età, ma bisogna anche avere le palle per farlo.

Chiaro che meritano più rispetto i Red Hot di gente come Pearl Jam o Rolling Stones, cristallizatti in sè stessi da decenni, ma se era una svolta pop quella che si cercava sono mancate molte cose: coraggio, una produzione diversa dal passato (d’altronde c’è qui la mano di Rick Rubin, che già appesantiva esageratamente Californication), gusto e soprattutto un bel po’ d’ispirazione. Comunque il disco rimane sufficiente, più che altro per la simpatia ed il rispetto che i nostri si meritano indistintamente.

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 2 questo disco) alle 18:17 del 15 febbraio 2007 ha scritto:

Aaaaaaaah!

Orrore, orrore. Vade retro, Satana: uno dei dischi più brutti del Nuovo Millennio.

Vikk (ha votato 4 questo disco) alle 15:16 del 29 maggio 2007 ha scritto:

lungo, piatto, senza spunti; si salvano solo un paio di tracce.

I Pearl Jam cristallizzati da decenni? "Riot Act" non mi pare uguale a "Ten", ne' a "Vitalogy" o "No Code"; i Rolling Stones sono ormai la parodia di loro stessi, ma nessuno sia aspetta piu' nulla da loro, invece i RHCP dopo un disco-parodia come "Californication" (buono solo per i nuovi fan della MTV generation) hanno perso tutta la mia stima (e con gli album successivi non han cercato di fare nulla per riconquistarla).

Nicolo' forse e' meglio riascoltarsi "Mother's Milk" (non voglio citare nemmeno "One Hot Minute") per capire la bruttezza di questo album

Neu! (ha votato 4 questo disco) alle 22:40 del 2 novembre 2007 ha scritto:

dopo californication il peggiore dei red

fabfabfab (ha votato 1 questo disco) alle 14:18 del 11 giugno 2008 ha scritto:

persi per strad

Giuliano (ha votato 8 questo disco) alle 13:07 del 13 giugno 2008 ha scritto:

questo album mi è piaciuto moltissim, credo che lo ascolterò ancora per tante, infinite volte.

Roberto_Perissinotto (ha votato 2 questo disco) alle 13:49 del 17 ottobre 2008 ha scritto:

...non si rovinano con questi dischi anche i migliori gruppi??? Secondo me sì.

dario1983 (ha votato 1 questo disco) alle 2:20 del 30 gennaio 2009 ha scritto:

l'ho comprato pochi giorni dopo l'uscita e l'ho ascoltato un paio di volte. è rimasto nella mensola per sei anni e ci rimarrà ancora per molto. se non fosse per le 20 euro che ho sganciato l'avrei giàò buttato

lev (ha votato 5 questo disco) alle 22:50 del 2 febbraio 2009 ha scritto:

sempre i soliti esagerati!!! su dai, qualcosa si salva. certo difficilmente riascolterò più sto disco.

bargeld (ha votato 2 questo disco) alle 23:31 del 2 febbraio 2009 ha scritto:

terribile.

TomooTaniguchi (ha votato 6 questo disco) alle 3:21 del 9 dicembre 2009 ha scritto:

Questo disco non è niente di eccezionale. Però dire che sia superiore a "Californication", beh...mi sa un po' di eresia. In "Californication" ancora si respira una certa freschezza, anche se in un'altra ottica. Oggi invece i RHCP sono dei bravi artigiani, e "Stadium Arcadium", che preferisco a "By The Way", lo dimostra eccome.

DizionarioRock (ha votato 4 questo disco) alle 15:18 del 19 dicembre 2009 ha scritto:

D'accordissimo con il recensore. disco davvero brutto

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 6 questo disco) alle 19:20 del 13 maggio 2010 ha scritto:

Mah, in realtà non mi sembra così male. Poi nella recensione non sono citate Warm Tape e Tear, che forse sono i brani migliori, insieme a On Mercury. A me Cabron non dispiace, è abbastanza divertente. La title track tanto brutta non mi pare. Poi ci sono anche altri pezzi validi, come The Zephyr song e Dosed. Per me la sufficienza ci sta.

Hexenductionhour (ha votato 6 questo disco) alle 22:08 del 21 febbraio 2011 ha scritto:

Buon disco,certo non al livello dei precedenti,non è comunque da buttare...salverei almeno The Zephyr Song,By the Way,Can't Stop...le altre non me le ricordo neanche più eheh...disco mediocre dai.

bart alle 13:10 del primo marzo 2011 ha scritto:

Non posso giudicare il disco perché non lo possiedo, comunque la title-track non è male. Un appunto però al recensore: se alla fine dice che il disco rimane sufficiente, allora perché ha dato 4?

dalvans (ha votato 1 questo disco) alle 14:53 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Buffonata

Buffonata

alekk (ha votato 4,5 questo disco) alle 12:57 del 5 dicembre 2012 ha scritto:

dopo i primissimi lavori sono diventati delle figurine senza mordente. inascoltabili dal 95 in poi

nebraska82 (ha votato 3,5 questo disco) alle 14:08 del 5 dicembre 2012 ha scritto:

si, disco di rara bruttezza davvero. vedo che qua tutti concordano!

D10S alle 15:45 del 5 dicembre 2012 ha scritto:

Addirittura peggio di Californication e non era mica facile.

Mattia Linea (ha votato 7 questo disco) alle 16:54 del 14 agosto 2014 ha scritto:

Più pulito e delicato dei precedenti ma qualche signor pezzo c'è comunque. Forse nell'era Frusciante (il quale in questo disco rimane comunque mastodontico) è il loro più mediocre, a tratti vuoto e monotono.