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R Recensione

7,5/10

Pangea

Living Dummy

Garage-punklo-fi e power-pop sgangherato come se non esistesse altra musica al mondo che vale la pena suonare. Una quindicina di pezzi in meno di mezzora, voce tipo un Jay Reatard adolescente, ritornelli con coretti ad ogni angolo, testi ben oltre la demenza. Il classico disco per cui ti esalti ai primi due ascolti e poi però anche no. E invece sì: i Pangea 'sta roba la sanno fare troppo bene, infilano una sequenza di canzoni clamorose e melodie irresistibili.

Dopotutto non si può negare che la longevità sia il problema principale che affligge buona parte delle uscite di genere degli ultimi anni e passandole al setaccio della memoria ci si rende conto che, oltre ad un paio di nomi oramai da annoverare tra i classici - se banalmente state pensando ai Black Lips non posso darvi torto - restano più che altro formazioni dedite ad ibridazioni di varia sorte, che siano sul versante psych piuttosto che soul o persino noise

Ma nel dizionario dei Pangea le pagine con le definizioni di contaminazione o innovazione sono state strappate e il loro Living Dummy - raramente nome fu più azzeccato - si presenta ignorante ed orgoglioso di esserlo. Dopo l'omonimo esordio del 2010, i californiani trovano meritatamente maggiore visibilità alla Burger records, sorta di casa madre del garage losangelino, occasione che sfruttano con un disco che soltanto a leggere i titoli di certe canzoni - Too Drunk to Cum, Night of the Living Dummy, My Head is Sick solo a titolo di esempio - avrebbe reso orgoglioso il John Belusci di Animal House.

 E nonostante Living Dummy sembri la perfetta colonna sonora per party ad alto tasso alcolico, i Pangea fanno decisamente più sul serio di quanto vogliano farci credere: si parte dal nichilismo cazzaro di No feeling e dalla sbronza caciarona di Night of the Living Dummy  per poi attraversare i momenti semi-acustici di My Heart e la ballata tossica Haunted fino ai disturbi bipolari di Los Angeles che chiude una tracklist movimentata, priva di filler e che pur rimanendo sempre all'interno di binari garage-punk sa sfruttare tutti i trucchi del mestiere.

Negli ultimi mesi i tre californiani hanno aggiornato la loro ragione sociale e ora si fanno chiamare Together Pangea e hanno già rilasciato un singolo sotto questa nuova firma in cui appaiono in brillante forma: sospettiamo che il loro prossimo lavoro su lunga distanza potrebbe davvero essere un gioiellino nel suo genere.

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