R Recensione

7/10

Pop Levi

The Return To Form Black Magic Party

Forse alcuni di voi ricorderanno i Super Numeri, collettivo dedito ad un post rock piuttosto ambizioso, dalle forte componente elettronica, sulle orme dei Tortoise e dei grandi padri della Kosmische Musik tedesca. Altri, forse, saranno più ferrati sui Ladytron, gruppo synth pop in voga in piena crazeelectroclash. Improbabile trait d’union tra i due gruppi è Pop Levi, fondatore dei primi e bassista dei secondi.

Che qui, in veste solista, ha anche l’onere e l’onore di inaugurare la Counter, sottoetichetta rock della Ninja Tune: e, francamente, difficilmente si poteva immaginare esordio migliore, per entrambi. Levi parte dimenandosi come un ossesso fin dalle prime note di Sugar Assault Me, con un glam rock d’assalto che macina coretti beatlesiani e vocalizzi degni di un Bolan d’annata, ammicca ciondolante in una (A Style Called) Cryin’ Chic che profuma di freak folk e di Kinks, sfodera un asso da girls group riletto alla maniera di Prince con Pick Me Uppercut e marcia a ritmo di boogie in Dollar Bill Rock.

Non mancano accenni ai Led Zeppelin (Mornin’ Light), esperimenti di avant folk (See My Lord), psichedelia ruspante (Hades Lady) e un citazione del Lennonnipponico” in From The Day That You Were Born.

Ne viene fuori una maratona serrata attraverso quaranta e passa anni di storia Pop britannica, portata avanti con un invidiabile (ed inesauribile) arsenale di canzoni appiccicosamente imediate e con il piglio di chi sembra deciso a ricreare una sua versione personale del brit pop, in cui gli anni’80 non ci sono (quasi) mai stati, e gli occhi rimbalzano impazziti tra lustrini glam, manifesti d’epoca della british invasion e la vostra impolverata collezione di dischi hard rock.

V Voti

Voto degli utenti: 6,1/10 in media su 4 voti.
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londra 7/10
REBBY 5/10

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