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R Recensione

10/10

Dead Can Dance

Spleen & Ideal

Formazione australiana centrata sul polistrumentista Brendan Perry e sulla cantante Lisa Gerrard. Un duo, formatosi nell’agosto del 1981, dopo lo scarso successo, a Melbourne, si spostano a Londra dove Ivo Watts-Russell, attirato da un demo che il gruppo gli aveva fatto recapitare alla sua casa discografica come risposta li mette sotto contratto lanciandoli.

Suggestionato dalla fantasia di questo rock “gotico” rivoluzionato sempre alla ricerca di suoni e di certe atmosfere profonde. C’è da considerare che il duo anglo-australiano è stati fra i primi, nell’arco del genere “dream-pop”, ad aver introdotto un approccio colto nel modo di comporre, di costruire musica tenendo presente scritti letterari, etnici e storici.

Spleen & Ideal”, disco prodotto dagli stessi Dead Can Dance con la collaborazione di John A. Rivers, è stato registrato negli “At Woodbine Studios St.” nel periodo fra settembre e novembre 1985. Un disco che punta sugli arrangiamenti strumentali di fiati, percussioni ed archi e sui vocalizzi della cantante che regalano agli ascoltatori suggestioni di mantra tibetani e cori sospesi all’infinito. Un insieme di divagazioni tribali che ritroviamo anche nel nome del gruppo, ceh trae origine da una maschera di un rituale etnico di una tribù della Nuova Guinea. Dead Can Dance, per l’appunto.

Ad aprire il disco, uscito nell’ultimo giorno del 1985, ecco una personalissima versione di “De Profundis”, della durata di quattro minuti. Inizia con lunghissime frasi d’organo per poi lanciare un qualcosa che vuole sembrare una litania mediorientale unita, al tempo stesso, con un canto religioso rinascimentale, accompagnata dalla scansione lenta delle pelli dei tamburi che si possono sentire all’inizio del pezzo.

Si prosegue con un breve brano strumentale, quasi a voler rappresentare, con un coro cavalleresco in sottofondo, quella certa ascesa a contatto. Un pezzo, voluto da Brendan Perry, che porta l’ascoltatore verso atmosfere dove l’angoscia sembra andare a braccetto con un suspance spettrale, quasi come se volesse gettarsi in un bagno d’umiltà, a contatto con la realtà della preghiera.

La traccia numero tre di questa suggestiva pietra miliare dei Dead Can Dance, inizia con duro, crudele attacco che ci accompagnerà per quattro intensi minuti. Una specie di viaggio ipnotico che nemmeno i “cugini” scozzesi Cocteau Twins (senti “Heads Over Heels”), riuscirebbero mai ad attraversare indenni, sorta di abisso “cosmico” sonoro a cui Lisa Gerrard , stavolta, regala un sapore quasi malvagio.

Un “prologo” a un itinerario arcaico e spirituale che difficilmente potrà concludersi con l’ascolto di questo disco, ma che conduce dritto dritto ad ascoltare l’intera discografia di questo duo anglo-australiano. Non resta che augurare un buon ascolto a coloro che sanno apprezzare questa specie di dream-pop, costellato di atmosfere arcaiche e di influenze etniche.

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Voto degli utenti: 9,1/10 in media su 19 voti.
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Cas 9/10
krikka 9/10
Roberto 10/10
egon72 8/10
REBBY 10/10
tecla 9/10
Steven 9,5/10
Vatar 10/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 8:47 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

Capolavoro, concordo con Paola. Probabile sia il

mio "australiano" preferito. Comunque la musica

non ha confini, come non ne ha questo originale

e splendido album, che ha concluso il 1885 come

meglio non si poteva proprio fare. Bei tempi ...

ehehehm. Indispensabile.

StockholmSyndrome (ha votato 10 questo disco) alle 9:07 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

Out of the Depths of Sorrow...

Non posso far altro che riutilizzare il tanto agognato termine: Capolavoro. Per quanto a mio parere la perfezione verrà raggiunta col successivo "Within The Realm Of A Dying Sun", "Spleen & Ideal" è forse l'ultimo album nel quale i Dead Can Dance mantengono, con risultati estasianti, certe vicinanze col suono "wave". Un album che ha fatto epoca.

tramblogy alle 10:09 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

allora direi di iniziare a commentare

tutta l'intera discografia.

4AS (ha votato 10 questo disco) alle 11:51 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

Assolutamente straordinario! Tutti i loro dischi sono di grande livello, ma questo rappresenta la loro opera perfetta, il giusto equilibrio tra sperimentazione, gothic e qualche richiamo alla new wave. Imprescindibile

tramblogy alle 12:37 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

per me la summa è into the labyrinth

però tutto stupendo sto gruppo.

perry dal vivo ha una voce che ti fa venire un orgasmo...una vera sorpresa.

otrebor alle 0:25 del 20 febbraio 2009 ha scritto:

capolavoro!!!!!!!!!!!

Un capolavoro assoluto.Hai ragione Rebby,bei tempi...

davide.pagliari1980 (ha votato 9 questo disco) alle 18:17 del 20 febbraio 2009 ha scritto:

"...Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno..."

...Dream Pop, sinfonie ancestrali, i vocalizzi eterei della Gerrard, il canto trasognato di Perry...tutto insieme nel generare la colonna sonora di un sogno/incubo...straordinaria, intensa, onirica...unica.

otrebor alle 18:19 del 20 febbraio 2009 ha scritto:

CHE BELLO

CHE BELLO RITROVARE PERSONE CHE HANNO CONDIVISO QUEI GIORNI DI INTENSE EMOZIONI,QUELLO SPLEEN IDEALE.........

otherdaysothereyes (ha votato 9 questo disco) alle 23:27 del 12 aprile 2009 ha scritto:

Signor disco. Ma conosco solo questo... mi sa che un bel recupero è d'obbligo!

Mr. Wave (ha votato 9 questo disco) alle 17:32 del 21 ottobre 2009 ha scritto:

Contemplativo, profondo, spettrale ed elegante. Un pilastro della musica gotica tutta. Non so se sia da considerare come una sorta di rottura, o viceversa come una fase di proseguimento/rinnovamento stilistico della darkwave dei padri antesignani (Siouxsie and the Banshees, Bauhaus, The Cure, Joy Division), è certo però che si tratta, di un album quasi del tutto atipico rispetto ai canoni della darkwave ''tout court''. Il loro primo album, nonchè omonimo del 1984 e ''Garden Of The Arcane Delights'', dello stesso anno, possiamo grossomodo canalizzarli nel filone darkwave, ma con ''Spleen And Ideal'' ci si scosta sensibilmente da quei connotati stilistici. Vuoi per un'approfondita ricerca etnologica, o per un approccio musicale volto alla sperimentazione, o per i diversi ornamenti stilistici apportati al mood deadcandanciano, rintracciabili nella tradizione arcaico-gotica ''più colta'', o per gli arrangiamenti arricchiti pregevolmente dal violino, dal violoncello, dai timpani e dai tromboni, che disegnano in toto lo stile gotico-neoclassico di questo meraviglioso ''quadro sonoro''.

Roberto (ha votato 10 questo disco) alle 15:41 del 7 novembre 2009 ha scritto:

Guardare la parete piena di cd facendo vagare la mente. Associando ogni cd ad esperienze vissute, luoghi visitati e immaginati. Emozioni pronte a riaffiorare. "Spleen and Ideal" ascoltato mentre il treno fendeva la nebbia invernale. Il Tempo e il Sacro, per un istante, sembravano poter essere compresi.

Roberto (ha votato 10 questo disco) alle 15:46 del 7 novembre 2009 ha scritto:

"Within the Realm of a Dying Sun" lo ritengo addirittura superiore. Più gotico ed esoterico. Inarrivabile.

egon72 (ha votato 8 questo disco) alle 13:56 del 20 agosto 2010 ha scritto:

RE:

concordo,inarrivabile e straziante bellezza

folktronic (ha votato 8 questo disco) alle 17:40 del 13 novembre 2010 ha scritto:

Il mio preferito di Lisa Gerrard e Brendan Perry.....tanti anni che non li risento....

Alfredo Cota (ha votato 10 questo disco) alle 18:04 del 5 gennaio 2012 ha scritto:

(senza parole)

classicsor alle 15:36 del 17 agosto 2013 ha scritto:

mai sentito... provederò, consigliato ?

B-B-B alle 23:12 del 28 maggio 2015 ha scritto:

Disco meraviglioso!