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R Recensione

10/10

Nirvana

Bleach

Ricordate il film “ Easy Rider ”, quando i due protagonisti vengono pestati da quegli ignoranti, grezzi campagnoli? Quelli sono i redneck , spina dorsale dell ’ America più gretta e conservatrice, eterna riserva elettorale dei vari Nixon, Reagan e Bush.

La più retriva e sperduta provincia della sterminata superpotenza. La magnificenza di “ Bleach ” è da ascrivere al contesto in cui il suo autore lo concepì, e nel modo in cui egli interpretò la sua alienazione e le sue angosce.

Kurt Cobain nacque ad Aberdeen, stato di Washington. A cento chilometri da Seattle, in una patria di boscaioli e camionisti col culto delle armi: ambiente redneck per antonomasia. Titoli come “ Floyd the Barber ” o “ Mr.Moustache ” , o l’opprimente contesto educativo di “School” dicono tutto del resto: uno strepitoso campionario di immagini rubate al sottobosco americano più inquietante. Un posto alla Twin Peaks: telefilm che, proprio agli albori del grunge, mostrava al mondo torbidi squarci del North West. L’onda lunga del punk arrivò tardi in quelle lande desolate, in cui una città, Spokane, fu scelta dai sociologi a stelle strisce per studiare una popolazione completamente schiava della pubblicità televisiva. Un deserto culturale in cui la spinta sotterranea del punk fu il magnifico veicolo per far emergere le migliori istanze di una generazione disperata, persa tra l ’ egoismo dei baby boomers e il vuoto sociale reaganiano. Se stilisticamente il grunge fu un amalgama tra punk, psichedelia e metal, il quid che gli avrebbe presto permesso di scardinare gerarchie del rock statunitense e imporsi come ultimo fenomeno in grado di rappresentare un comune denominatore giovanile fu l’espressività punk, grazie a una esplosiva carica comunicativa.

Seicento dollari: tale fu la spesa di registrazione di “Bleach”. Magistralmente guidati dall’asciutta produzione di Jack Endino, Cobain e soci realizzarono tra questi solchi un lavoro paradigmatico del cosiddetto sound di Seattle. Un punk pesante, isterico e lacerante: la perfetta fusione tra ruvide geometrie sabbathiane e anthemiche sferzate di matrice Husker Du. Meno dotato e tecnicamente variegato rispetto ai coevi Soundgarden, Screaming Trees o Melvins, ma col talento lirico di Cobain libero di esprimersi ai massimi livelli, con una felice miscela di brillantezza compositiva e incisività.

Abbondano i classici su “Bleach”. Da un lato i momenti più heavy, quali il furioso e plumbeo incedere di “Negative Creep”, il rifferama tagliente e reiterato di “Sifting”, l’incubo croneberghiano di “Paper Cuts”, le tentazioni hard-psichedeliche infrante nel vortice di “Scoff”. Dall’altro, frammenti in cui il peculiare piglio power punk del ragazzo di Aberdeen comincia a mitigare le tipiche asprezze di matrice Sub Pop: “Blew”, “Love Buzz “ e “Floyd the barber”, esplosivi proiettili caricati da riff abrasivi, da una sezione ritmica pulsante e da quella voce indefinibile, sofferta e rabbiosa. E poi “School” e Mr.moustache”, esplosioni elettriche di prodigiosa sintesi. E soprattutto “About a girl” : l’archetipo delle ballate midtempo cobainiane, foriera di quella intensissima emotività che, sublimandosi in melodie cristalline, avrebbe coagulato impeto, frustrazioni e sogni di milioni di ragazzi su “Nevermind”.

 

Ma Cobain non era soltanto capace di cristallizzare il suo disagio: prova ne è il brano più sottovalutato dell’album: “Swap meet”. Un uso ipnotico e rallentato del feedback come da lezione Melvins sfocia in tipico refrain infiammabile, con il buon Kurt intento a dipingere la sua “Eleanor rigby”: la storia di una coppia di perdenti al mercatino della domenica, alienati e ormai desensitizzati, ma in cui il disperato grido dell’autore di “Smells like teen spirit” forgia uno scenario salvifico grazie alla musica. Questo è in fondo il lascito principale dei Nirvana: la musica come insostituibile mezzo di consapevolezza ed espulsione del dolore, lenitrice di un malessere esorcizzato da una parola: nevermind.

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Voto degli utenti: 7,9/10 in media su 46 voti.

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Lewis Tollani alle 10:49 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

Agente Cooper

Grande Don... una chiave di lettura davvero interessante... Twin Peaks poi, il mio serial preferito. i Nirvana li ho visti 2 volte, la prima alla bocciofila di Mezzago nel 90 e poi il triste ultimo concerto del 94... bravo Don

Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 14:46 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

Grezzo ed efficace

Il loro album più spigoloso, a mio avviso... grandissimo, comunque. Bravo a te Junio: tanto di cappello, come al solito.

Giuseppe Pontoriere (ha votato 8 questo disco) alle 14:48 del 13 febbraio 2007 ha scritto:

Concordo con marco

Grezzo,la vera anima del grunge

Alessandro Pascale (ha votato 10 questo disco) alle 0:11 del 14 febbraio 2007 ha scritto:

Disco manifesto del Grunge

E a mio avviso tra i massimi capolavori del rock. Rabbia allo stato puro, furore incontenibile, Bleach è il Kurt Cobain che credeva ancora di poter gridare qualcosa al mondo con un grido violento. Sarà il tempo a spingerlo alla ballata laconica e suicida. Ottima recensione cmq

DonJunio, autore, alle 9:26 del 14 febbraio 2007 ha scritto:

grazie per i commenti

benvenuto lewis! inutile dire che ti invifio tantissimoper averli visti a mezzago, hosempre sentito che fu un concerto memorabile....@peasyfloyd: sono d'accordo con te su ogni virgola, anzi penso che fino a quando non ci sarà qualcuno in grado di ripetere quell'urlo violento, il rock sarà messo male. Anche se questi sono tempi ahimé molto diversi, dal disincanto del grunge si è passati alla rassegnazione omologatrice dei giorni nostri.

Lewis Tollani alle 14:43 del 15 febbraio 2007 ha scritto:

@Don... certo memorabile. Per onestà, devo dire che venni trascinato a forza a sentire questo gruppo sconosciuto... da un amico molto più informato di me (che non smetterò mai di ringraziare...) ed assistetti a qualcosa di incredibile... un autentico muro sonoro, eretto da questo ragazzo biondo che dopo essere stato tarantolato per tutto il concerto, fracassa la sua chitarra contro il muro ed inizia a pogare Chris (il bassista)...

Vikk (ha votato 8 questo disco) alle 15:42 del 29 maggio 2007 ha scritto:

non un capolavoro, ma un album davvero potente a clustrofobico, dove il drumming piatto di Chad Channing (che cerca di rincorrere lo stile del grande Dale Crover) si incastona perfettamente tra i riff di Cobain ed il basso di Novoselic.

album molto naif per certi versi ma dal fascino ancora intatto; numerosi i classici: "blew", "school", "love buzz", "about a girl", "negative creep"

Giaduzza (ha votato 10 questo disco) alle 12:33 del 27 luglio 2007 ha scritto:

Splendido, come d'altronde tutti gli albumi dei 3 di Seattle.

Energia allo stato puro, questo è il vero "teen spirit" cobainiano. Grezzo ma efficacissimo.

Neu! (ha votato 5 questo disco) alle 17:29 del 18 novembre 2007 ha scritto:

mediocre

Lupetto (ha votato 9 questo disco) alle 11:49 del 19 luglio 2008 ha scritto:

bellissima recensione profonda e d'approfondimento.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 21:50 del 19 novembre 2008 ha scritto:

No recess!

(Forse) il più grande album ''grunge'' di tutti i tempi. Summa fondamentale ed estrema dell'alienazione adolescenziale, della rabbia, dello sconforto e del disagio giovanile [8.5]

FrancescoB alle 9:47 del 22 ottobre 2011 ha scritto:

Disco impietosamente affascinante e morboso, un piccolo capolavoro di rock deviato. Al solito, impeccabile la retrospettiva di Don.

Dr.Paul alle 13:59 del 22 ottobre 2011 ha scritto:

10/10 solo per school. genialata vera e propria! mi fa pensare a why don't we do it in the road dell'album bianco ghghgh

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 0:39 del 13 maggio 2012 ha scritto:

Grandissimo album. Spanne e spanne sopra il (a mio parere) mediocre e sopravvalutatissimo Nevermind, anche se a mio vedere il vero capolavoro di Cobain arriverà con In Utero, quello si uno dei più grandi dischi degli anni '90, e non solo!

The Fuse alle 21:54 del 17 settembre 2018 ha scritto:

Dici che Nevermind è mediocre e sopravvalutatissimo. Bene, in base a cosa lo dici? Per sentito dire? Perché ha sfondato le classifiche e ha venduto milioni di copie? No, forse solo perché sei uno dei classici scassacazzo dell'Indie a tutti i costi. Se oggi conosci i Nirvana è grazie a Nevermind, disco che a livello di songwriting e personalità si mangia vivo Bleach, che per carità seppur bello rimane troppo legato alle influenze adoloscenziali del trio: Black Flag su tutti. E' in Nevermind che esce fuori il vero Nirvana sound, ti piaccia o meno, è un dato di fatto. Accettalo e non rompere i coglioni.

David (ha votato 5 questo disco) alle 16:40 del primo settembre 2012 ha scritto:

Il migliore dei Nirvana, ma sempre una cacchina a paragone degli Husker Du.

madcat (ha votato 10 questo disco) alle 13:43 del 5 aprile 2013 ha scritto:

anche il mio preferito è in utero, questo comunque è grandioso, come nevermind, che non si può ridurre a mediocre e sopravvalutatissimo come qualcuno diceva sopra

alekk (ha votato 5,5 questo disco) alle 19:22 del 23 novembre 2013 ha scritto:

onesto niente più. Sound semi scopiazzato da grandi band anni 80' (Husker Du,Replacements,Minutemen). Cobain copia sbiadita del grande Paul Westerberg a cui tenta ogni due per tre di rifarsi. Con i Sex Pistols i NIrvana sono stati il grande bluff del rock

JJSEV alle 23:44 del 23 novembre 2013 ha scritto:

Bellissimo!!!Questo è un disco che rappresenta il grunge in tutto e per tutto...si sente più che altro l'influenza dei Melvins

shadowplay72 alle 3:00 del 25 novembre 2017 ha scritto:

Album mostruoso dei nirvana.forse il loro migliore!

shadowplay72 alle 3:03 del 25 novembre 2017 ha scritto:

Gli husker du sono stati una grandissima band.zen arcade capolavoro senza tempo.ma che minchia c'entrano con i nirvana me lo dovete spiegare!

The musical box alle 0:43 del 18 settembre 2018 ha scritto:

Sicuramente non importante musicalemente come in utero o altri album di quel periodo ma fondamentale per L impatto sociale che ha avuto. E invecchia benissimo